Sony cassette e sussidi

Sony, cassette e sussidi Il colosso giapponese apre una fabbrica a Rovereto con sovvenzioni pubbliche Sony, cassette e sussidi La Provincia autonoma di Trento contribuirà per il 40% all'investimento iniziale di 27 miliardi - Morita, presidente del gruppo di Tokyo: «Oggi importiamo il nastro dal Giappone ma nel 1993 il prodótto sarà soltanto europeo» DAL NOSTRO INVIATO ROVERETO (Trento) — - Agli italiani piace tanto la musica, vendiamo molte cassette...». Aldo Morita, fondatore e padrone della Sony, uno dei maggiori gruppi intemazionali dell'elettronica di consumo, arriva in Trentino per inaugurare il suo primo stabilimento italiano, l'ottavo in Europa. In Giappone è un mito: nel '46 fondò con un socio, 2 milioni di lire e 20 dipendenti, la società che ora ha un giro d'affari annuo di 21 mila miliardi. Oli piace sciare in Svizzera, adora il sakè e odia le scalate ostili. Niente takeover, meglio le trattative. La sua filosofia di imprenditore multinazionale è riassunta in una massima dedicata ai soci del Keindaren, la Confindustria del Sol Levante: -Ovunque andiate e vi stabiliate comportatevi da buoni cittadini e uomini d'affari: Perché ha deciso di fare un impianto produttivo di cassette in Italia? Anche voi attaccate l'Europa? - La nostra strategia è di pensare globalmente e di agire localmente — risponde — vogliamo avvicinarci il più possibile ai nostri clienti, per questo abbiamo costruito stabilimenti in Europa e negli Stati Uniti e oggi siamo lieti di consolidare i nostri ottimi rapporti con l'Italia». Che la Sony abbia delle relazioni più che buone con il nostro Paese non c'è dubbio: negli ultimi cinque anni ha triplicato il fatturato, nell'esercizio '88' '89 arriverà a 500 miliardi. L'aspetto forse più importante di questa iniziativa giapponese in Italia, strettamente legato al confronto tra i Paesi Cee sui rapporti da tenere con Tokyo, è quello delle sovvenzioni pubbliche ri cevute dalla Sony per avviare l'impianto. Su un investimento iniziale di 27 miliardi, una quota del 40% è stata finanziata dalla Provincia autonoma di Trento. A .quali condizioni?. 'Che lo stabili» mento abbia una vita minima di dieci anni». A Rovereto la Sony Italia occupa 110 addetti (diventeranno 150) che producono 2 milioni di pezzi al mese per un fatturato attorno ai 30 miliardi. La prospettiva dei giapponesi è quella di allargare la loro presenza produttiva nel giro di un paio d'anni. La fabbrica è pulitissima. H punto più interessante è la bacheca degli avvisi. «Si comunica che il turno di lavoro, concordato con il consiglio di fabbrica, per sabato 18 mano è dalle 6 alle 12: I dipendenti non possono usare il telefono per motivi personali, possono farlo solo per -gravi motivi e con l'autorizzazione del Capo responsabile: In estate due settimane di ferie: la prima metà di agosto. Ma è un polo produttivo o una semplice fabbrica-cacciavite che si limita ad assemblare componenti importati dal Giappone? H sospetto viene immediatamente respinto. -Ogni fabbrica nuova non può iniziare a produrre con componenti tutti locali — spiega Morita — i prodotti Sony hanno un'elevata qualità, quindi noi selezioniamo i componenti più affidabili con la nostra tecnologia. Oggi a Rovereto importiamo il nastro dal Giappone, poi più avanti lo produrremo nella Cee, nel "93, di sicuro, queste cassette saranno completamente europee». Che ruolo avrà rimpianto italiano? -La nuova fabbrica, che impiega il nostro più avanzato knowhow produttivo — aggiunge —svolgerà un ruolo determinante nell'integrazione delle attività manufatturiere Sony in Europa. L'esportazione dei prodotti magnetici realizzati a Rovereto porterà un beneficio non solo all'economia locale ma anche alia bilancia commerciale del settore: Il chairman della Sony anticipa il lancio di «una cassetta-audio con design italiano, molto apprezzato in Giappone, che sarà esportata negli altri Paesi». Cambiamo argomento: E' vero che i produttori di Tokyo agiscono in dumping sul mercato comunitario? -Noi non abbiamo mai fatto dumping — replica Morita — anche perché i nostri prodotti hanno un prezzo alto». -La prima fabbrica Sony in Europa risale a quindici anni fa — continua — e da allora l'insediamento produttivo è cresciuto in diversi Paesi all'insegna di una eccellente collaborazione con i governi e le amministrazioni locali, oltre che di elevati standards di produttività e qualità». Lo sviluppo della Sony, comunque, non è finito. Dopo le cassette, 1 videoregistratori, gli hi-fi, 1 televisori, i walkman, l'anno sconio Morita ha acquistato la Cbs Records, il colosso americano dei dischi Ora la strategia della multinazionale giapponese sembra orientata su altri strumenti di comunicazione. Negli Stati Uniti si parla di un interessamento della Sony per le grandi «majors» cinematografiche. E' vero? Morita spiega: -Molte banche d'affari ci hanno fatto delle proposte, ma al momento non abbiano intenzione di fare altre acquisizioni, abbiamo speso tanti soldi l'anno scorso...». Ma Morita non perde tempo. Ieri era a Salisburgo: ha strappato alla Philips il responsabile per i dischi e compact-disc di musica classica -Siamo forti nel rock—sorride, stringendo gli occhi — ora vogliamo crescere anche nella classica». E se ne va incontrò al sindaco. Rinaldo Gianola Tokyo. La copertina del libro di Akio Morita, presidente Sony

Persone citate: Akio Morita, Aldo Morita, Morita, Rinaldo Gianola