Eltzin non si piega

Eltzin non si piega Pronta replica ai nuovi attacchi dell'apparato Eltzin non si piega Il Plenum indaga per accertare se è colpevole di «frazionismo», rischia l'espulsione - Cancellato un suo comizio in una fabbrica di Mosca - Ma l'ex leader della capitale ha sfidato il divieto: è una rappresaglia contro la perestrojka NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Ormai tra Boris Eltzin e l'apparato di partito è guerra aperta. Oli attacchi diretti contro di lui è la sua animata campagna elettorale si fanno più incalzanti con l'approssimarsi del voto, via via che la sua nomina appare sempre più probabile. Ma l'enfant terriblé della perestrojka non demorde e replica alle accuse ogni volta con rinvigorito mordente, e ieri ha risposto per le rime all'ultimo grosso colpo ricevuto durante il Plenum del Comitato Centrale. Giovedì, durante la riunione plenaria del partito comunista, un operaio di Mosca, Tikhomirov, si era alzato per criticare alcune posizioni di Eltzin, tra le quali la sua proposta di sottomettere il partito al controllo del Parlamento, e l'invito a creare le condizioni per 11 pluripartitismo tramite la formazione di una nuova organiz zazione giovanile: in una parola lo ha definito fuori linea. Dopo questo intervento e l'arrivo di quattro lettere alla presidenza più o meno sullo stesso tono, il Plenum ha deciso di incaricare un gruppo di suoi membri di esaminare tutti gli interventi pubblici dell'ex capo del partito di Mosca. Se alla fine della sua indagine la commissione riterrà le posizioni di Eltzin incompatibili con la linea del partito, rischierà di essere espulso anche dal Comitato Centrale. Ma la sfida solitaria di Boris Eltzin non cede di fronte al nuovo colpo, e gioca abilmente la sua carta di paladino della perestrojka. Ieri, alla fabbrica «Sojuz» di Mosca, era previsto un suo comizio elettorale, ma improvvisamente, mezz'ora prima dell'incontro con gli elettori, la riunione è stata cancellata per ordine del comitato del partito cittadino e di quartiere. I delegati della fabbrica hanno reagito con esplicite espressioni di rabbia e hanno deciso di aspettare comunque l'arrivo del candidato. E Eltzin non ha deluso le loro aspettative, giungendo puntuale all'appuntamento accolto dalle grida della gente: «Cos'è quest'imbroglio», «Che diritto hanno, dov'è la democrazia?». Dopo un fitto confabulare con il direttore della fabbrica, Eltzin ha deciso di improvvisare il comizio sulla piazza antistante l'edificio, tra la stizza evidente del direttore e l'entusiasmo della gente. Armato di un piccolo megafono, l'ex capo del partito di Mosca ha spiegato di non essere stato informato dell'annullamento dell'incontro, che andava comunque interpretato come un'altra azione contro di lui. Ormai le persone raccolte erano circa tremila, tutti volevano capire il senso dell'attacco subito al Plenum, e Eltzin ha dato la sua versione dei fatti: 'L'intervento di Tikhomirov non è stato spontaneo, era evidentemente preparato in anticipo. Lui mi ha rivolto quattro domande, alle quali io ho risposto smentendo le accuse che vi erano contenute. Malgrado l'invito rivolto alla platea di discutere sul mio caso, nessuno è parso voler approfondire l'argomento, cosicché il Presidium ha decìso di chiudere la questione». »Ma verso la fine del Plenum —ha aggiunto Eltzin — sono comparse quattro lettere, scritte da quattro diverse persone, che chiedevano di discutere il mio comportamento disinvolto durante gli incontri con gli elettori, definendolo in contraddizione con la linea del partito. Ma alcuni degli autori non hanno mai assistito ai miei co¬ mizi, e non possono sapere ciò che ho detto. Uno ha proposto la mia espulsione dal Comitato Centrale. Questa non è altro che rappresaglia e persecuzione, è un chiaro attacco psicologico, e autori sono coloro che temono la perestrojka, è l'apparato burocratico che ha paura di perdere i suoi privilegi, che ha visto nel mio programma un pericolo: Eltzin non ha spiegato in dettaglio le sue accuse, forse ha temuto di violare le norme di disciplina del partito che ha dato indicazione di non pubblicare sulla stampa tutti gli interventi al Plenum. Poi, il candidato Eltzin è passato ad attaccare il comitato cittadino, -che sta facendo di tutto per non lasciarmi arrivare al Soviet Supremo'. Pochi giorni fa il quotidiano Moskovskaja Pravda non ha potuto pubblicare il suo programma elettorale dietro ordine del partito di Mosca, e finora, ha affermato, soltanto la rivista «n circo sovietico» ha accettato di divulgarlo. 'Bisogna liberarsi dalle persone che compromettono il Partito — ha concluso — e ce ne sono tante a cominciare dal vertice'. Applausi. Paola Delle Fratte

Persone citate: Boris Eltzin, Tikhomirov

Luoghi citati: Mosca