Rimpasto di facciata in Grecia

Rimpasto di facciata in Grecia Papandreu sostituisce due ministri pensando alle prossime elezioni Rimpasto di facciata in Grecia Sostituiti gli uomini più esposti nello scandalo della Banca di Creta - Il figlio del premier conserva il dicastero dell'Educazione - Atteso un nuovo arresto eccellente per il caso Koskotas NOSTRO SERVIZIO ATENE — A tre mesi esatti dalla prossima sfida elettorale e quattro giorni dopo le burrascose sedute del Parlamento greco. Andreas Papandreu ha rimaneggiato il suo governo. Si tratta del sedicesimo rimpasto operato in quasi otto anni di potere, sebbene non del più sconvolgente: nessuno dei personaggi a capo dei ministeri nevralgici viene stavolta estromesso, ad eccezione dei due più chiacchierati fra le pieghe dello scandalo bancario che da sette mesi tiene in agitazione il Paese. Si tratta di Agamemnon Kutsojorgas, ministro della Presidenza, e di Jorgos Petsos. ministro dell'Ordine pubblico, che si erano dimessi già dalla vigilia all'evidente scopo di lasciare, nell'imminenza di elezioni, il governo socialista svincolato da pastoie scandalistiche. Un rimpasto puramente formale, quindi? Cosi si direbbe, tanto più che le poltrone lasciate vacanti dai due fuoriusciti non sono state colmate con altri nomi, ma affidate alla tutela di due colleglli riconfermati, il ministro dell'Industria Sakis Peponis e il ministro dell'Interno, Akis Tsohatzopulos. Da parte di Papandreu, un gesto di dissociazione, molto probabilmente, nei confronti del processo indiziario montato da alcuni mesi dalla gran maggioranza della stampa greca contro i due dimissionari, ma soprattutto contro il primo, ex vicepresidente considerato il numero due del governo. Kutsojorgas, nel suo discorso in Camera, domenica scorsa, era stato sibillino: aveva detto che i provvedimenti contestati riguardanti la Banca di Creta non erano stati di sua esclusiva iniziativa, ma •approvati collegialmente da tutto il Consiglio di gabinetto». Fatto sta che, liei cambi di guardia operati da Papandreu ieri, nessun altro personaggio di spicco è stato rimosso dal suo posto, a parte alcuni ministri e sottosegretari non rilevanti per peso politico. Nemmeno Jorgos Papandreu, primogenito del premier e mini¬ stro dell'Educazione, pur sfiorato dall'aiTcrire Koskotas nel novembre scorso, ha dovuto lasciare il suo posto. Papandreu ieri ha detto che questo governo dovrà condurre il Paese alle elezioni di giugno attraverso una campagna che egli prevede aspra e combattuta. A tale prospettiva è forse da attribuire anche il cambio più significativo emerso dal rimpasto, quello che ha sostituito in testa al ministero della Giustizia, molto impegnato nella gestione delle inchieste in corso, il giudice Stefanos Rotis, nominato appena nel novembre scorso, con un altro fedelissimo del capo del governo. Sulle elezioni influirà infatti parecchio l'attività della procura di Atene, che finora ha spedito in detenzione preventiva quattro esponenti del partito di maggioranza e, nella settimana prossima, potrebbe mandarvi un quinto, quel Theofanis Tombras, direttore generale dei telefoni statali, il quale aveva incitato giorni fa per radio gli ascoltatori ad un pogrom contro gli impianti dei giornali ostili al governo, dopo aver minacciato con una pistola due cronisti televisivi. A favore di Papandreu e del suo partito, tuttavia, potrebbero giocare un paio di elementi. Innanzitutto la nuova legge elettorale, depositata giovedì in Parlamento, che anche l'opposizione riconosce essere -più proporzionale che in passato». L'altro è il mea culpa recitato l'altro ieri dal Dipartimento di Stato. Per avvalorare la tesi del complotto della Cia ai fini del suo discredito, Papandreu aveva riportato la deposizione resa da un certo Tom Mailis, sedicente ex agente dei servizi segreti americani. L'ambasciata Usa di Atene aveva smentito immediatamente tale qualifica, ma era stata invitata da Papandreu a guardare meglio le sue liste. Un comunicato di Washington viene a confermare ora che, se non Tom, almeno un certo A.J. Mailis ha fatto parte a suo tempo degli uomini dipendenti dalla Cia. Minas Minassian

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