Solidarnosc: il regime bara

Solidarnosc: il regime arab L'ombra della rottura alle trattative fra governo e opposizione Solidarnosc: il regime arab Inviate al Parlamento senza consultazione proposte sulla legge elettorale e i poteri del Capo di Stato - Il portavoce del sindacato: vanificati tutti gli accordi già raggiunti DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Una nube si è improvvisamente abbattuta sulla «tavola rotonda» polacca. Dopo settimane di bel tempo, quando tutto lasciava prevedere che lo storico incontro fra governo ed opposizione stesse per imboccare a vele spiegate la dirittura d'arrivo, il meccanismo dell'intesa minaccia di incepparsi, si adombra l'ipotesi della rottura. Ad avvelenare l'atmosfera è stata la decisione a sorpresa dei negoziatori ufficiali dì inoltrare al Sejm, il Parlamento, un triplice pacchetto di proposte sulla revisione della legge elettorale, sul futuro assetto dell'Assemblea Nazionale e sui poteri da assegnare alla nuova figura del Capo dello Stato. Solidarnosc è furibonda, si sente tradita per non essere stata consultata com'era nei patti e rovescia sul regime accuse pesanti. 'Hanno barato al gioco-, esclama il portavoce Janusz Onyszkiewicz battendo i pugni sul tavolo. «Un brutto sgambetto che svuota di significato i compromessi raggiunti faticosamente alla tavola rotonda'. Al suo fianco Bronislaw Geremek, la mente politica in seno alla delegazione dell'ex sindacato libero, rincara la dose, lo definisce «un tiro mancino sferrato a freddo, inaccettabile nella prassi e nella sostanza-. Ma perché tanto livore nei confronti della procedura adottata dal governo? Per gli uomini di Lech Walesa la ri sposta è semplice: quelle ri forme costituivano il tema di fondo delle discussioni bilaterali, c'era l'impegno preciso di concordarle nei principi e nei dettagli. Adesso invece sopraggiunge il fatto compiuto, entro giovedì la Dieta a maggioranza jaruzelskiana sarà chiamata a pronunciarsi, l'approverà sotto una valanga di sì. 'Che senso ha dunque incontrarsi e spaccare il capello in quattro; chiede Geremek, «se ci trattano in questo modo». Gli elementi di disaccordo sono molteplici. Non piace a Solidarnosc il codicillo della prossima legge elettorale che impone ai candidati l'obbligo di rispettare la legge. Nessuno intende violarla, ma chi sceglierà i giudici destinati ad elargire i certificati di buona condotta? 'Finiremo nell'apartheid-, spiega Geremek, «i giusti da una parte i cattivi dall'altra-. Non piace la mancanza di garanzie sulla scelta di scrutatori imparziali per evitare manipolazioni di voti nel segreto delle urne («se prima ci fidavamo poco, figuriamoci oggi») e non piacciono soprattutto i limiti di funzionalità da cucire sul Senato che dovrebbe affiancare da giugno l'attuale Camera dei deputati. Solidarnosc chiedeva ampi spazi di manovra compreso il diritto di veto nei confronti dell'altro ramo del Parlamene to in modo che nessun provvedimento legislativo potesse passare con meno di due terzi. Replica del governo: va bene il ping pong, però a maggioranza di undici ventesimi, quota che i tre partiti ufficiali possono sempre superare ad occhi chiusi. Infine lo scoglio della riforma costituzionale il cui cardine ruota attorno ai poteri da assegnare al Presidente della Repubblica. Tecnicamente il generale Jaruzelski capeggia il Consiglio di Stato, un organo collegiale di controllo, domani assumerebbe nelle sue mani diritti sovrani, assoluti; potrebbe invocare la legge marziale riproponendo lo spettro del 13 dicembre 1981 che siglò il tramonto delle speranze di Solidarnosc dopo sedici mesi di tumultuosa indipendenza. Questa sera a Varsavia si respira un'aria pesante, difficile avanzare previsioni sugli sviluppi dei prossimi giorni. Certo, l'opposizione rischia di Infilarsi in un vicolo cieco. O accetta il diktat oppure rifiuta di firmare gli accordi assumendosi la piena responsabilità della spaccatura. Su questo punto Onyszkiewicz è stato vago, ha detto infatti di non poter pronunciarsi ancora su un aut-aut cosi categorico. Non si esclude quindi che per sbloccare le trattative il premio Nobel s'incontri in segreto con il ministro degli Interni Kiszczak probabilmente lunedì. L'intoppo potrebbe mettere & repentaglio le questioni sulle quali la convergenza risulta ormai acquisita. Dal 6 febbraio, giorno d'inìzio della storica riunione, Solidarnosc ha strappato concessioni insperate fino a poco tempo fa: sarà rilegalizzata nelle strutture regionali e centrali, assieme a lei potranno funzionare alla luce del sole le organizzazioni collaterali degli agricoltori e degli studenti, avrà accesso ai mass-media senza chiusure preventive, verrà concessa piena libertà di manovra ai partiti politici alternativi, si liberalizzerà l'economia svincolandola dai dettami del dirigismo statale. Sono i traguardi rivoluzionari per la Polonia che potrebbero svanire nelle prossime ore. Piero de Garzarollì

Persone citate: Bronislaw Geremek, Geremek, Janusz Onyszkiewicz, Jaruzelski, Kiszczak, Lech Walesa, Onyszkiewicz

Luoghi citati: Polonia, Varsavia