Le massaie Usa fanno incetta di mitra di Ennio Caretto

Le massaie Usa fanno incetta di mitra Il divieto di importazione fa impazzire i prezzi: tutti investono in armi Le massaie Usa fanno incetta di mitra DAL. NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Da qualche giorno le casalinghe americane fanno incetta di mitragliatori nella convinzione che siano un grosso investimento e che frutteranno loro enormi guadagni. Mentre in passato di rado le donne entravano in un negozio di armi, oggi ai banchi fanno a gara con gli uomini per non perdere il prezioso acquisto. Dovunque code interminabili si formano dall'alba davanti alle armerie. Un negoziante di Indianapolis, Donald Davis, ha addirittura triplicato i prezzi, da 350 a 1100 dollari per un fucile mitragliatore, ossia da 450 mila a 1 milione e mezzo di lire, e intende quadruplicarli. Con sbalordimento ha dichiarato: 'La gente, soprattutto le donne, continua a comprarle: è convinta che presto i prezzi saliranno alle stelle, e che potrà rivendere i mitra realizzando ingenti profitti». Sono stati il divieto d'importazione del Kalashnikov, il mitra dei terroristi, e la deci¬ sione della Colt Usa di cessare la propria produzione a scatenare l'assurda corsa all'acquisto delle armi semiautomatiche negli Stati Uniti. Gli americani, che hanno già nelle loro mani oltre 100 milioni di armi da fuoco tra cui 40 milioni di mitra temono che in futuro ne venga proibita o ne venga ristretta la vendita Un altro rivenditore, Wilhelm Helfrick di Washington, ha affermato che 'molte donne arrivano coi loro risparmi, senza sapere bene che cosa comprano, e si portano via due o tre mitra con le munizioni per nasconderli in cantina». n provvedimento del governo e il gesto responsabile della Colt hanno così ottenuto l'effetto opposto a quello voluto. Sollecitate dalle forze dell'ordine e dall'alto commissario antidroga Bennett, l'amministrazione e la celebre casa di armi si erano proposte di porre un freno all'ondata di sangue abbattutasi sugli Stati Uniti: il Kalashnikov e gU altri mitra sono infatti le armi pre¬ ferite della malavita, in particolare dei trafficanti di narcotici, e mietono sempre più vittime. La reazione popolare era del tutto imprevista, n quotidiano Usa Today ha osservato che contraddice al più elementare buon senso: «La percentuale degli omicidi sale a dismisura in tutte le metropoli e le autorità ne incolpano le armi, la droga e i gangsters» ha scritto. Le statistiche sono impressionanti: rispetto all'88, gli assassini! sono aumentati del 65 per cento a Washington, del 57 per cento a Filadelfia e del 34 per cento a Chicago. Nell'America su cui si leva lo spettro degli Al Capone, ha ammonito il capo della polizia di San José in California, Joseph McNamara, -la gente non sembra attribuire più valore alla vita umana, è come se avesse perso la capacità di distinguere tra il bene e il male». -Non riesco a capacitarmi —ha protestato McNamara che in questo anno nero non vengano imposti regolamenti rigidi sulporto d'armi». Il motivo è il tremendo potere che l'industria delle armi ha sul Congresso: le sue lobbies ne condizionano 11 voto al limite della corruzione, e oltre. La capitale del crimine è Washington, che l'anno scorso ha strappato il triste titolo a Detroit, e quest'anno rischia il caos. Numericamente, New York è sempre in testa agli omicidi, una media di 5 al giorno contro i 2 di Washington, ma la sua popolazione è molto superiore. I turisti meominciano a disertare la capitale, arrecando un grave danno economico. La crisi è così grave che ieri due senatori, 11 repubblicano Rudman e il democratico Hollings, hanno annunciato la presentazione al Congresso di un progetto di legge per affidare l'ordine della città alla guardia federale e sottrarlo alla normale polizia. -Washington sembra la capitale di un Paese del terzo mondo governata da un despota», ha tuonato Rudman, in una denuncia feroce del sindaco nero Marion Barry, divenuto il simbolo del vizio e della inefficienza nazionale. ■ Ennio Caretto

Persone citate: Al Capone, Donald Davis, Hollings, Joseph Mcnamara, Marion Barry, Rudman, Wilhelm Helfrick