I costi vanno al galoppo con l'eccezione di Udine

I costi vanno al galoppo con l'eccezione di Udine I costi vanno al galoppo con l'eccezione di Udine ROMA — L'incremento di costo degli stadi del mondiale è progressivo e con l'avanzamento dei lavori, quasi tutti ormai in piena emergenza, le cifre hanno preso a salire ogni settimana. Soltanto negli ultimi venti giorni c'è stato un aumento superiore al 15 per cento in gran parte dovuto all'esplosione di Torino, ed è ormai certo che le cifre indicate come presunte non possono certo essere considerate come quelle finali. Delle dodici sedi che dovrebbero ospitare il mondiale una soltanto, quella di Udine, continua a rimanere nel preventivo fissato di 19 miliardi e mezzo, cifra totalmente coperta dal contributo dello Stato. Udine aveva d'altro canto l'impianto più 'giovane', costruito tredici anni addietro, ma già con una certa lungimiranza. D'altro canto vedremo nelle prossime puntate dell'inchiesta che anche a Udine non mancano le polemiche, che riguardano peraltro l'opportunità di certe opere connesse ai mondiali, e che vengono finanziate con il 'decretino» da 3184 miliardi, che però ha subito un intoppo nell'approvazione alle Camere prevista per lunedì. Ct sono altri casi dove l'incremento di spesa è stato determinato da una errata valutazione iniziale. A Cagliari lo stadio fu costruito vent'anni fa sull'onda dei successi della squadra campione d'Italia di Gigi Riva. E' un impianto giovane e progettualmente perfetto. Il guaio è che sono stati commessi due errori di fondo legati all'ubicazione dell'impianto che è in riva al mare. 1". Al momento della costruzione il calcestruzzo non è stato protetto dalla corrosione della salsedine. 2°. Non è stata fatta la minima manutenzione per tutto il ventennio successivo. A Palermo si partì con la 'Favorita» già in fase di ristrutturazione per un primo ampliamento: parte dei costi di questi primi lavori sono venuti a ricadere in questa seconda tronche di sistemazione. Situazione ancora diversa per altre cinque città come Bari, Bologna, Firenze, Napoli e Verona, dove si è deciso di far di più del previsto. Che siano stati interventi necessari o superflui è difficile dire, ma perlomeno è certo che si avranno attrezzature migliori e che durano nel tempo. Infine gli errori più o meno clamorosi, più o meno prevedibili di Genova, Milano, Torino e Roma. Lo stadio per 'non vedenti» di Marassi verrà ritoccato con l'innalzamento del terreno di gioco, e perderà probabilmente duemila posti. A Milano hanno giocato le previsioni ottimistiche degli uffici progettazione della Fininvest di Berlusconi, che peraltro ha regalato il progetto stesso. Torino e Roma sono i casi limite, il primo dovuto alla battaglia politica in Comune, il secondo alla clamorosa impreparazione del Coni. L'Olimpico è l'unico stadio non di proprietà degli enti locali e sarà quello che verrà a costare più di tutti: non è un bel primato per il Coni che si presumeva fosse ben più preparato nella progettazione di impianti sportivi.

Persone citate: Berlusconi, Gigi Riva