Genova, bello stadio ma non si vede il campo

Genova, bello stadio ma non si vede il campo Semaforo giallo per quattro città, con un clamoroso errore nel capoluogo ligure Genova, bello stadio ma non si vede il campo Nel nuovo Marassi il terreno di gioco dovrà essere rialzato perché almeno duemila persone non possono seguire la partita Genoa e Sampdoria sfrattate prima di fine campionato - La megalomania di Milano e Firenze, i ritardi di Napoli ROMA — Manca ancora parecchio all'ultimazione dei lavori in quattro stadi fra i più importanti, Firenze, Genova, Milano e Napoli, ma non ci sono al momento oggettivi motivi di allarme. Potrebbero venire con il procedere dei lavori, ma il pessimismo non è per ora giustificato. FIRENZE — I vincoli della sovrintendenza alle belle arti per lo stadio progettato da Luigi Nervi hanno condizionato il progetto di trasformazione rendendolo particolarmente laborioso e finanziariamente oneroso. Il terreno di gioco è stato abbassato dì due metri e ottanta, ed è stata abolita la pista di atletica leggera, n comune si è impegnato a costruire un piccolo stadio esclusivamente per l'atletica, ma finora non ha ancora stanziato una lira in proposito. Per quel che riguarda il calcio invece 1 lavori stanno procedendo. La Fiorentina ha perso l'avvio di stagione ma poi ha preso a giocare sul nuovo prato perdendo a seconda dell'andamento del cantiere qualche migliaio di spettatori a domenica. Al termine dei lavori la capienza globale scenderà da 60mila a SOmila posti, ma saranno tutti a sedere e con l'abbassamento del campo da tutti i posti la visibilità sarà migliore. L'aumento dei costi è stato in parte determinato da una certa vocazione alla megalomania che ha portato a creare un grande parcheggio sotterraneo per Vip e addetti al lavori. Aggiunta in un secondo tempo anche una piscina. GENOVA—n progetto del nuovo Marassi non era certo rivoluzionario. Doveva semplicemente ricalcare la struttura antica perfettamente quadrilatera, ampliandola con due'ordini di gradoni sovrapposti e coperti. Non aveva vincoli operativi in quanto si sarebbe lavorato dall'esterno su mezzo stadio per volta, previo abbattimento dell'esistente. Doveva essere tutto facile, danni a Genoa e Samp a parte, e invece tutto è diventato difficilissimo. Gli architetti genovesi con campanilismo acceso (buona però la preveggenza) avevano subito contestato l'assegnazione del progetto all'architetto milanese Gregotti, ma erano stati respinti con perdite. Dopo il mugugno sono passati però allo sghignazzamento selvaggio non appena la prima metà stadio è stata aperta al pubblico: da molti posti il campo di gioco proprio non si vede, e da molti di più se ne vede soltanto un pezzettino. Coincidenza voleva che mentre si inaugurava il primo «stadio per non vedenti», l'architetto Gregotti venisse immortalato sulla copertina di una di quelle riviste per poveri diavoli che esaltano uomini di successo. Bel successo! Gregotti dice che l'errore è della Fifa, presumibilmente per non avergli notificato che la gente va al campo per vedere il campo di gioco. Cosa da poco comunque: basta rialzare il livello del terreno di gioco! Tre mesi di lavoro almeno, finale di campionato rovinato per le squadre genovesi, e un palo di migliaia di posti perduti per sempre. quelli piazzati più in basso. Chi pagherà per la solenne castroneria? Sempre l'ente locale, cioè il denaro pubblico? MILANO — il grande stadio di San Siro ha cominciato ad apparire piccolo man mano che attorno crescevano le enormi strutture indispensabili a montare il terzo livello di gradinate e il tetto che chiuderà quasi per intero l'impianto. Soltanto 11 terreno di gioco, e non tutto risulterà esposto alla pioggia, ma l'ipotesi di copertura integrale è stata scartata per evitare problemi di condensazione. I costi erano stati previsti con un certo ottimismo e l'incremento è stato progressivo man mano che i lavori procedevano. Anche qui come megalomania non stiamo male: tribuna Vip da mille persone, parcheggi sotterranei, ascensori esclusivi, n lavoro da fare è ancora molto, ma perlomeno il calcio non subisce danni perché si fa tutto dall'esterno: Milan e Inter non hanno mai perso un solo posto disponibile. NAPOLI—A Napoli hanno impegato mesi e anni prima di definire che cosa quando e come farlo. Poi però i tempi sono stati rispettati e si lavora rispettando la tabella di marcia, che prevede però l'ultimazione dei lavori ben oltre il 30 ottobre di quest'anno: la data fissata è quella del 31 marzo, con un margine minimo per eventuali sforamenti. In pratica è stato completato all'esterno lo stadio di San Paolo che era soltanto un catino con gradinate e tribune, assolutamente privo di servizi e infrastrutture. All'esterno è stato costruito un anello completo all'interno del quale funzioneranno i servizi igienici e i chioschi per gli spettatori, sala stampa e interviste, centro televisivo, piccoli impianti sportivi integrativi.

Persone citate: Gregotti, Luigi Nervi