Benson manda in orbita Canta di Curzio Maltese

Benson manda in orbita Canta BASKET La Vismara prenota la Coppa Korac strappando 13 punti al Partizan Benson manda in orbita Canta L'americano, richiamato in extremis per l'impegno internazionale, grande protagonista di una bellissima partita - Nel ritorno a Belgrado buone possibilità di successo dei lombardi DAL NOSTRO INVIATO CANTU' — Cantù come Madrid. Il sogno della piccola capitale del mobile e dei canestri, aU'mseguimento della decima coppa europea della sua storia, è più vivo che mai. Grazie soprattutto a un gigantesco Benson, ritrovato alla vigilia della partita più importante a due mesi esatti dall'operazione al ginocchio, n recupero di Benson fino a pochi giorni fa sembrava una boutade di Recalcati per tener vivo l'interesse e l'incasso sulla finale con gli slavi. E invece il grande Kent è tornato davvero, ha vestito i panni di Superman e ha sostenuto per lunghi tratti da solo la battaglia contro Divac e compagni. Soltanto sul finale si sono svegliati anche i ragazzi del coro, nel quale era confuso un irriconoscibile Antonello Riva, e la Vismara ha chiuso proprio sul vantaggio massimo 89-76. Un tredici che ha enorme valore e un pizzico di sapore scaramantico. Quindici anni fa Cantù conquistò la sua seconda coppa vincendo prima in casa con 13 punti di vantaggio e poi andando a espugnare il terreno di Belgrado. Un ottimo auspicio per la gara di ritorno, fra sei giorni. Ma torniamo alla partita, che è vissuta su un duello galattico, Benson contro Divac. Marcare l'inarrestabile pivot jugoslavo, due metri e 12 di puro genio cestrtico, era il compitino che attendeva l'americano, ripiombato sul parquet dopo il lungo calvario ospedaliero. Benson l'ha fatto, o almeno ci ha provato, ed è andato molto oltre. Ha preso per mano una squadra che aveva lasciato tre mesi prima, l'ha puntellata nelle frequenti cadute, l'ha accompagnata fin quasi alla sirena. Suoi i primi quattro punti della gara (4-0), sua l'incredibile serie che portava all'8' Cantù sul 22-13. E sempre di Benson erano i pochi rimbalzi canturini, visto che Turner non riusciva a sfruttare a dovere il vantaggio di trovarsi di fronte Savo- cic, infortunato in riscaldamento. Sembrava tutto facile per Cantù, ma dalla panchina slava partiva l'ordine di disporsi a zona e per i padroni di casa il gioco cominciava a complicarsi. Tanto più che Riva era in serata nerissima, una vera palla al piede della squadra per tutto il primo tempo. E invece si scatenavano Djordevic e Paspalj. Per fortuna un ottimo Bosa e l'intramontabile Marzorati sostenevano gli sforzi di Benson. Cosi anche con l'americano richiamato in panchina per rifiatare, la Vismara chiudeva la prima parte sul 45-35. A inizio di ripresa, la doccia fredda. Con un parziale di 154 (i 4, naturalmente, di Benson) 11 Partizan arrivava in cinque minuti al sorpasso (50-49). E' crisi nera per Cantù, che sbatte puntuale contro il muro della zona (2 su 8 al tiro) . Ed è ancora Benson a rompere l'incantesimo, infilando il quarto e il quinto canestro senza un errore. Deprimente, per gli jugoslavi, che perdono prestissimo Paspalj per cinque falli. Riva intanto è finito in panchina. E la mossa di Recalcati si rivela azzeccata, perché quando Antonello, a furor di popolo, viene ributtato nella mischia, intomo a metà ripresa, l'azzurro ha finalmente ritrovato la testa e il braccio. Cosi sono suoi, fino a quel momento il peggiore in campo, gli ultimi canestri e il contropiede che fissa il risultato sull'89-76, dopo qualche regalo di troppo degli slavi. La Vismara ne approfitta e si conferma anche in coppa la squadra più in forma del campionato, dove com'è noto non è seconda soltanto per i pasticci federali. Alla fine della festa, un solo rimpianto. Quello di non poter più vedere all'opera in campionato Benson, già riqualificato due volte. Ma a lui e alla piccola Cantù rimangono aggrappate le speranze della pallacanestro italiana in questo anno da buttare. Curzio Maltese

Luoghi citati: Belgrado, Cantu', Cantù, Madrid