Un lungo silenzio, poi le lacrime dell'addio di Marina Cassi

Un lungo silenzio, poi le lacrime dell'addio Un lungo silenzio, poi le lacrime dell'addio TORINO—Occhi smarriti, sotto un caschetto di capelli nero-blu, labbra Imbronciate. Serena, la piccola filippina adottata illegalmente da una coppia di Racconigi, ha lasciato, ieri mattina alle 11, stretta alla «mamma» la villetta bianca nella quale ha trascorso gli ultimi 14 mesi della sua travagliata esistenza. La Corte d'Appello del Tribunale dei minori aveva respinto giovedì il ricorso della famiglia contro l'allontanamento della bambina e il suo -temporaneo ricovero» in una comunità alloggio di Torino in attesa di essere adottata da un'altra coppia. Così alle 10,30 Rosanna Oiubergia pallidissima, stremata da una notte di veglia, ma'ancora capace di controllare il suo dolore, ha vestito la bambina, preparato uno zaino dalla buffa forma di orsacchiotto. Una lunga, muta carezza alla figlioletta, quindi la -madre» l'ha presa in braccio e con dolcezza le ha sussurrato: «We abbiamo parlato tante volte dell'asilo; sai, tesoro, quel posto allegro dove ci sono tanti bambini. Adesso ci andiamo: Appaiono sul portoncino di casa; una piccola folla di amici, vi¬ cini, giornalisti, fotografi. Serena si incuriosce, stringe la manina In un «ciao» senza parole. Mezz'ora prima la baby sitter Monica aveva convinto Nazarìo, 11 figlio della coppia anch'esso filippino, regolarmente adottato, a uscire. Una piccola bugia per evitare che i «fratellini» si salutassero, aggravando il trauma della separazione. Intorno alla signora Rosanna gli amici Bel «Comitato prò Serena» che hanno sposato la causa della coppia e chiesto di non 'punire' la piccola, di non strapparla da quelli che ormai considera mamma e papà. Si Invocava un gesto (non previsto dalla legge) di clemenza pur riconoscendo l'errore di Francesco Oiubergia che aveva «adottato» la bimba nelle Filippine, ricorrendo ad un falso riconoscimento di paternità. Sempre avvinte in un abbraccio inestricabile, Serena e la signora Oiubergia sono salite su una Y10 accompagnate da due assistenti sociali, che con uno psichiatra e una neuropsichiatra costituivano l'equipe mandata a collaborare nel momento del distacco; dietro a loro una lun¬ ga coda di auto ha raggiunto il capoluogo piemontese. Per tutto il tragitto la bambina non ha parlato, non ha posto domande; si è limitata ad accarezzare il suo orsetto, in silenzio. Alla mezzanotte di giovedì il presidente dell'Usi di Savigliano, Cravero, aveva avvertito 1 Oiubergia che il trasferimento di Serena era questione di poche ore. Ma ieri mattina il «padre» ha ancora tentato di spendere un'ultima carta e depositato presso il Tribunale di Torino una perizia psichiatrica nella quale si sostiene che l'allontanamento potrebbe costituire «un trauma inaccettabile» per la piccola. Mentre Serena lasciava la sua casa, Francesco Oiubergia stava rientrando a Racconigi dove è giunto nella villetta ormai deserta; è toccato alla madre spiegargli che moglie e 'figlia» erano ormai in viaggio. Intanto a Torino, in via Vespucci 25, Serena stava varcando la soglia della palazzina liberty, ristrutturata di fresco dove, da tre anni, al primo piano, opera una comunità per minori gestita dalla Provincia. Quando il portoncino in le¬ gno scuro si è aperto Rosanna Oiubergia ha ceduto: un lungo singhiozzo, una stretta fortissima alla piccola, un volto ormai senza espressione. Nei locali della comunità, tre stanze, una cucina, un saloncino, la bambina è stata accolta da chi le starà accanto nei prossimi giorni. Serena ha visto la sua stanza, tre lettini e due culle, curiosato in giro, distratta da mille sollecitazioni che tutti le rivolgevano per evitare che capisse troppo in fretta che quella sarebbe divenuta la sua nuova casa. Un pasto nervoso, un piattino di pastasciutta consumato in braccio a Cristina Ferrerò, una studentessa che fa parte del comitato. Tanti giochi, un inizio di amicizia con Gianni, di 4 anni, ospite della comunità. Sempre vicina a carezzarle la mano, o lontana a seguirla con lo sguardo, la 'mamma» sorretta dal marito che, intanto, aveva raggiunto la palazzina. n lungo pomerìggio si è snodato in riunioni tra i Oiubergia e il giudice minorile Baldelli (proseguite fino a sera tarda, ma nella sede del Tribunale) per definire le forme della collaborazione della famiglia al distacco di Sere¬ na; modalità da concordare, anche se nel futuro della bambina gli incontri con 1 genitori saranno sempre più rari. Dopo un periodo brevissimo trascorso in via Vespucci, ci sarà il trasferimento in un'altra comunità e quindi (con tempi non prevedibili) l'inserimento in una nuova famiglia. Intorno alle 16 la delicata, umanissima vicenda scivola nel grottesco: fanno la loro comparsa tre 'gazzelle» e due furgoncini dei carabinieri che, mitra alla mano, intimano al capannello di giornalisti di andarsene, pare per ordine del giudice. Alle 17 nel cortile della villetta, •protetti» dai militari, Rosanna e Francesco Oiubergia salgono su una 'Golf» bianca. I volti gonfi di lacrime, la coppia si è abbandonata sui sedùi dell'auto; uno struggente abbraccio per cercare conforto. Anche Serena ha pianto quando 'mamma» e «papà» sono usciti; un pianto rumoroso scosso da singhiozzi profondi. Per lei si è iniziata una serata diversa, senza Nazario, senza il cagnetto di pochi giorni con cui ha divìso tanti giochi. Marina Cassi -, . « « \VK\J>] •»,» ?> Torino. Serena Cruz, in braccio alla «mamma» Rosanna Giubergia, entra nell'istituto dove sarà ospitata (Foto Ansa)

Persone citate: Baldelli, Cravero, Francesco Oiubergia, Rosanna Giubergia, Rosanna Oiubergia, Serena Cruz

Luoghi citati: Filippine, Racconigi, Savigliano, Torino