Una Cdu in rivolta dice no a Kohl di Alfredo Venturi

Una Cdu in rivolta dice no a Kohl Nuova umiliazione al Cancelliere: il suo partito gli boccia il programma demografico Una Cdu in rivolta dice no a Kohl Respinto l'accordo con i liberali sugli incentivi per la maternità: i vertici democristiani li ritengono troppo deboli - In 16 anni di potere, mai il leader di Bonn si era trovato così solo • Forse un rimpasto governativo per uscire dalla crisi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN—La testa bendata, gli occhiali in frantumi, un occhio pesto, un grosso cerotto sulla faccia: non è certo in smaglianti condizioni di forma questo cancelliere Helmut Kohl, che scruta un incerto futuro politico dalla copertina di Stern. E' il numero uscito ieri: ma se i grafici del settimanale amburghese avessero avuto qualche ora di più a disposizione prima di licenziare la loro trovata, avrebbero ritratto un Kohl ancora più malconcio. Dopo le botte subite dagli elettori, di cui questa copertina illustra efficacemente le conseguenze, il Cancelliere ha infatti subito un'altra umiliazione: il partito, quella Cdu che lui controlla da sedici anni, gli si è rivoltato contro. E' accaduto l'altra sera. I capi delle unioni cristiane, cioè lo stesso Kohl, il cristiano sociale Theo Waigei, il segretario Cdu Heiner Geissler, il capogruppo Alfred Dregger, avevano concordato con gli alleati liberaldemocratici un pacchetto di provvedimenti in materia di politica sociale. In particolare era stata messa a punto una misura, destinata a incoraggiare la declinante natalità, che prevedeva un aumento degli assegni familiari per il secondo figlio. Preoccupati dalle condizioni del bilancio federale, e spalleggiati in questo dal ministro delle Finanze Gerhard Stoltenberg, i liberali avevano ottenuto che questa misura non entrasse in vigore subito, ma soltanto nel '92. Una volta raggiunto il compromesso, ecco Kohl che ne raccomanda la ratifica al gruppo parlamentare CduCsu. E proprio dalla riunione dei deputati cristiani arriva per il Cancelliere la nuova sonorissima sberla. Troppo esiguo l'aumento e troppo tardi il '92 per aiutare con questo incentivo la vacillante bilancia demografica: il gruppo' respinge il pacchetto e invita i capi del partito a rinegoziarlo con gli alleati in una forma più sollecita e più generosa. Un voto a sorpresa, amarissimo per il Cancelliere, che si preparava a illustrare il pacchetto alla televisione, e per i suoi ministri che avevano preannunciato una conferenza stampa in serata. Tutto rinviato, tutto da rifare. La doppia autorità di Kohl, Cancelliere federale e capo del partito di maggioranza relativa, è stata scossa dall'interno. E questo proprio nel momento m cui egli si trova a gestire, in quella duplice veste, la sfida rappresentata dai recenti rovesci elettorali, dal riemergere dell'estrema destra, dall'affermarsi prima a Berlino, poi forse a Francoforte, in vista di chiari obbiettivi federali, delle nuove maggioranze rosso-verdi. Raramente il Cancelliere, nella sua lunga vicenda politica, si è trovato in frangenti cosi difficili. Pesanti apprezzamenti hanno contrassegnato la congiura dei deputati, e provengoi. dall'intero spettro della politica tedesca. Un parlamentare cristiano democratico del Baden-Wuerttemberg, Anton Stark, parla di "intollerabile arroganza del potere» a proposito dello stile di governo di Kohl. Otto Lambsdorff, il presidente dei liberali, dichiara che i suoi non ci stanno, a modificare il pacchetto aggravando il bilancio federale. L'opposizione esulta: Sepp Binder, un portavoce socialdemocratico, parla di "giorno memorabile» e proclama che Kohl «non ha più maggioranza». I commentatori parlano di •coalizione che si disintegra», alcuni arrivano a dire che per il governo è questo "l'inizio della fine». Come reagirà il Cancelliere? Ci sono voci di un prossimo rimpasto governativo, anzi queste voci già circolavano prima che il gruppo parlamentare consumasse il suo tradimento, n fatto nuovo le rende ovviamente più credibili: è difficile che Kohl possa trarsi d'impaccio in modo indolore. Ci sono alcuni ministri piuttosto impopolari^ primo fra tutti Rupert Scholz (Difesa), ma anche Ursula Lehr (Famiglia e Sanità): saranno loro probabilmente a fare le spese di questo difficile momento. Un altro episodio contribuisce all'effervescenza del momento politico. Il cristiano democratico Cari-Ludwig Wagner, capo del governo regionale di Renania-Palatinato, in un'intervista radiofonica non ha escluso la possibilità di una coalizione con i Republikaner, il partito di radicali di destra che ha recentemente trionfato a Berlino. Poche ore dopo, i termini della dichiarazione sono stati precisati e attenuati, ma quando aveva ormai scatenato un pandemonio. «Un segno ulteriore della decadenza Cdu.» (Vogel, 8pd). «Da una campagna anti-stranieri alla coalizione con i razzisti non c'è che un passo.» (Krieger, Verdi). Kohl ha finora respinto l'idea di poter scendere a patti con l'estrema destra. Alfredo Venturi

Luoghi citati: Baden-wuerttemberg, Berlino, Bonn, Francoforte, Renania