L'eredità Gradozzi agita la Bna di Valeria Sacchi
L'eredità Gradozzi agita la Bna La quota (circa il 12%) decisiva per il controllo dell'istituto L'eredità Gradozzi agita la Bna MILANO — Tra qualche giorno, quando il notaio aprirà il testamento di Ida Gradozzi, un nuovo tassello del puzzle Bna andrà al posto. Sarà un tassello importante e tale da portare chiarezza o, al contrario, aggiungerà incertezza a una situazione dai contomi già sfumati? Per saperlo bisognerà aspettare di conoscere le volontà dell'anziana signora che, per anni ed anni, è stata il nume tutelare di Giovanni Auletta Armenise e della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Rimasta vedova nell'immediato dopoguerra e senza figli (il marito fu freddato con un colpo di pistola.perché, alla guida della sua automobile, con la moglie a fianco, non si era fermato all'alt intimatogli da un gruppo di rapinatori) la signora si era dedicata alla banca o, come chiarisce un amico, -era vissuta per la banca-, garantendo all'amico Auletta Armenise una solidarietà senza riserve. Ora la signora Ida è morta in un momento delicato per 11- stituto. Si sa che, già in vita, essa aveva intestato ai quattro nipoti, un maschio e tre femmine figlie del fratello (Gastone. Marisa, Annamaria e Milena) il 6% del pacchetto di Bna, con il vincolo dell'usufrutto e della gestione a lei finché in vita. Ma Ida aveva ben di più, ossia il doppio, una quota complessiva vicina al 12%. A chi lascia questo altro 6%? Ai nipoti o a terzi? E, insieme a questi titoli, ha dettato disposizioni o vincoli particolari? Qui sta la questione, che sarà nota solo tra qualche giorno, e che potrebbe presentare delle sorprése. Perché la destinazione di questo 11 o 12% di Agricoltura, nell'attuale fase delicata, che ha visto il Credito Italiano entrare come azionista con una partecipazione che molti stimano ormai vicina al 10%, diventa fondamentale per capire se ci sarà uno spostamento dell'asse proprietario dell'istituto, o se viceversa Auletta potrà continuare ad essere padrone a tutto campo in via Salaria. Ieri, il presidente della Bna ha dichiarato: 'Non ci sono novità- ed ha aggiunto, a proposito di alleanza con alcuni azionisti (come Merlo e Bocchi), 'tutto è secondo tradizione-. Ma se anche l'eredità di zia Ida andasse tutta ai quattro nipoti, sarà da vedere se costoro si mant errannno fedeli alla strada tracciata, o se invece non si convinceranno che il momento è dei più propizi per cedere vantaggiosamente la partecipazione nella banca. Anche perché si troveranno a dover pagare tasse di successione ingenti, alle quali si aggiungerà l'onere della rjcapltaiizzazione dell'istituto.' Nel frattempo appare sempre più chiaro che Federconsorzi è avviata a cedere la sua quota del 13% in Bna. La conferma è venuta ieri dal ministro dell'Agricoltura, Calogero Marinino, il quale ha dichiarato «Federconsorzi dovrebbe conservare la propria partecipazione in Bna se questa le consentisse di contare nella gestione della banca. Ma se la partecipazione la póne in posizione marginale, credo che rappresenti solo un immobilizzo. E allora tanto vale che Federconsorzi recuperi risorse da impiegare nel quadro della ristrutturazione delle proprie attività-. Mannino ha poi insistito sul fatto che la procedura di cessione deve avvenire con la più alta garanzia di trasparenza come, ad esempio',' attraverso una 'procedura di asta pubblica-. Se la quota di Federconsorzi andrà all'asta, difficilmente Auletta e gli azionisti a lui vicini potranno inibossessarsene. Più facile che1 la spunti il Credito Italiano. Con l'acquisto della'quota di Gennari, Lucio RondeUi aveva certamente messo in conto un'operazione che non aveva certo le caratteristiche di un blitz, ma piuttosto presupponeva un'attesa paziente, n destino però sembra aver deciso altrimenti. Valeria Sacchi
Persone citate: Auletta Armenise, Bocchi, Calogero Marinino, Gennari, Giovanni Auletta Armenise, Gradozzi, Ida Gradozzi, Lucio Rondeui, Mannino, Merlo
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