Duello dal barbiere a Catania due morti e un cliente ferito

Duello dal barbiere a Catania due morti e un cliente ferito Giovane assassinato in un agguato, agente uccide un killer Duello dal barbiere a Catania due morti e un cliente ferito jgjtójkguerra tra bande;per conquistare,atsaftico della d^ga^ì vittime in meno di tre mesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CATANIA — Doveva essere un agguato di routine in questa Catania senza pace che conta i morti di mafia al ritmo di uno ogni due giorni. Invece, stavolta, sulla loro strada, i killer hanno trovato un poliziotto. C'è stata una sparatoria violentissima all'interno di una sala da barba. Assieme alla vittima predestinata, un giovane di 23 anni incensurato, sul campo è rimasto anche uno dei sicari, un ragazzo di neanche 18 anni, uno dei tanti minorenni che alimentano le file della manovalanza criminale. L'episodio è avvenuto poco dopo l'una di ieri sera. Via Curtatone e Montanara, una strada lunga e stretta che dal quartiere di Nesima inferiore porta alla periferia sud della città. Nella sala di barba ci sono tre clienti e il titolare, Giuseppe Uddo di 43 anni. A un tratto sulla porta appaiono due uomini armati di pistole a viso scoperto. Puntano le armi verso uno dei clienti, Roberto Di Nicolò. L'uomo viene raggiunto da numerosi proiettili alla testa e al torace, si accascia al suolo in una pozza di sangue. E' l'ennesimo morto ammazzato (il trentunesimo dall'inizio dell'anno) di una faida che sta insanguinando Catania. Ma l'epilogo di questa esecuzione non segue il copione consueto. C'è un imprevisto per i killer. Uno dei clienti è un agente di polizia in borghese che ha appena il tempo di accorgersi di quello che sta succedendo, tira fuori la pistola chiudendo ai sicari la strada della fuga. C'è una sparatoria. Numerosi colpi di pistola vengono esplosi da una parte e dall'altra. Uno.,dei killer rimane a terra ucciso. E' un ragazzo di 18 anni, Salvatore Condorel11. L'altro, pur ferito, riesce a fuggire. Fino a tarda sera poliziotti e carabinieri perlustreranno inutilmente la zona alla ricerca delle sue tracce. Ferito anche l'altro cliente del barbiere, un uomo di 70 anni, Filippo Costanzo, colpito allo zigomo destro da un proiettile di rimbalzo. E' ricoverato in ospedale. Ne avrà per una quindicina di giorni. Le indagini, dirette in prima persona dal questore Vincenzo Trio, sono dirette a valutare la personalità dell'ucciso. Roberto Di Nicolò non aveva precedenti penali, ma la sua uccisione ha tutte le caratteristiche di un agguato mafioso, di un nuovo capitolo di quella guerra che ormai da più di un anno impegna la malavita catanese. L'episodio più drammatico di questa faida risale a venerdì della scorsa settimana. Quattro uomini trucidati in un bar dell'autostrada Catania-Palermo. Due erano boss in semilibertà. Uscivano la mattina dal carcere di Valguarnera, in provincia di Enna, e poi vi ritornavano la sera. Si chiamavano Bernardo Bellaprima e Sebastiano Cali. Erano ritenuti personaggi di spicco del clan Santapaola-Ferrera, considerato il clan vincente della mafia catanese. Almeno fino a poco tempo fa, dato che la lunga catena di omicidi delle ultime settimane sembra frutto di un attacco concentrico diretto proprio verso gli uomini di Nitto Santapaola, latitante, ricercato per il delitto Dalla Chiesa. I rivali sarebbero i cursori (dal nome del quartiere d'origine, Antico Corso) riunitisi dopo alcuni momenti di sbandamento, conseguenti ad omicidi e arresti, l'ultimo quello di Salvatore Pillerà, considerato l'attuale capo clan. In ballo c'è il controllo del traffico della droga, delle armi, delle cento attività svolte a Catania dalla malavita nel campo delle rapine, delle estorsioni, del gioco d'azzardo. Per questi affari si spara e si uccide. Un omicidio da ima parte, uno dall'altra. Sarebbe una rappresaglia contro il clan Pillerà, per esempio, l'uccisione, domenica sera a Gravina, un paese dell'hinterland etneo, di Sabino Lon go, 33 anni. Era il guardaspal le di Francesco Viola, classe 1959, ferito gravemente nell'agguato. In un appartaménto vicino alla zona della sparatoria carabinieri hanno trovato un arsenale: otto fucili, quattro pistole, una mitraglietta. Ormai è guerra senza esclusio ne di colpi—commentano gli investigatori — la logica quella dello sterminio. Una logica che lunedi sera, sempre a Nesima inferiore, a po che decine di metri dal luogo in cui è avvenuto l'agguato di ieri sera, ha portato all'uccisione di un altro componente del clan Pillerà, Nicola Guli no di 23 anni. Tutto insomma lascia pensare che il clan Santapaola sia passato al contrattacco per vendicare la strage del l'autostrada. Nino Amante

Luoghi citati: Catania, Enna, Palermo