Nella Marchesini casoratiana ideale

Nella Marchesini casoratiana ideale Allo Studio Le immagini fino al 23 marzo Nella Marchesini casoratiana ideale FEDERICO e Laura Riccio ci regalano, nella loro galleria «Le immagini» di via della Rocca 3, uno spaccato di un certo ambiente culturale della Torino intorno agli Anni 30. Una rievocazione sensibile ed affettuosa che, attraverso un intelligente catalogo curato da Laura Riccio, introduce e ci fa riscoprire con una presentazione di Pino Mantovani e testimonianze di Becchis, Galvano, Paulucci, Sapegno, della Levi Montalcini e della Romano, una delle più interessanti allieve di Felice Casorati, Nella Marchesini: quadri, disegni e scritti pazientemente raccolti e riordinati. Cosi lei stessa si descrive: «Un viso ovale, la fronte convessa/da cui puntuto si stacca il naso... cerco nell'arte/quieto ed intero cuore». Infatti, la sua figura ieratica, l'aspetto incantato ed astratto, il volto pulito incorniciato dai capelli stretti a nodo sulla nuca, sciolti o a trecce, sono l'ideale pittorico ed estetico casoratiano. Lo ritroviamo qui, nei suoi numerosi autoritratti: giovanissima, nell'atto di dipingere al cavalletto, con i piedi nudi posati su di un foglio di carta, la madre sullo sfondo, il padre incombente in primo piano; con le trecce, chiaramente incinta, con un innaffiatoio in mano, che guarda sperduta un ireos, o più avanti, in un quadro del '38. «Autoritratto in grigio», di una maestria nell'equilibrio dei passaggi grigi, da quelli chiari del fendo a quello scuro de! vestito. La lezione rigorosa di Felice Casorati è sempre presente: l'impalcatura del quadro, il segno dei contorni, le ombre luminose, le pennellate posate, non riprese e senza ripensamenti, l'accordo tonale sempre perfetto. Ho parlato di lezione di Casorati, in realta Nella Marchesini fu sua allieva dagli inizi del '20; e nel '23 dirigeva «La scuola di via Galliari», creata dal Maestro, amministrandola e disciplinandola, nonché prodigando consigli e giudizi agli allievi. I quadri di quegli anni, le nature morte, le figure raccolte, i disegni (come quello della madre seduta del '20-'25i sono stret- tamente connessi, direi con una certa dipendenza, seppur più istintivi, alla rigida inflessibilità Casoratiana. Si parla, o meglio si parlava, intorno agli Anni 30, di affermazione di personalità per gli allievi di Casorati e solo per la parte maschile, ma in realtà Nella, dopo il matrimonio (avvenuto nel '30) con il medico-pittore Ugo Malvano e l'isolamento che ne deriva, acquista una sua indipendenza. Nel bellissimo quadro «Figure con bambino» (con il padre e la sorella Dadi) del '30-'35, il contrasto tra la pastosità dei fiori della camicetta ed il disegno duro del panno, che copre sommariamente il bambino colto nel sonno con la bocca spalancata, esulano dalla costruttività del suo maestre. La stessa libertà si riscontra negli altri ritratti di donne: nell'espressionistica «Ragazza con la calle» del '30, nel bellissimo «Donna che legge il giornale» nel «Ritratto di ragazza», per citarne alcuni. Da segnalare anche la deliziosa, quasi miniaturistica «Camera da letto a Drosasco», evidentemente ispirata a quella di Van Gogh, con le pareti azzurre e la coperta rossa. I disegni, alcuni sono impegnativi, come quello stupendo, entrando nella prima saletta, «Donna in piedi», autoritratto del '30. Altri sono come fogli di diario su piccoli pezzi di carta (per lo più a «spolvero»), appunti quotidiani: i figli, il marito (dal segno aggrovigliato e contorto in uno del '48), i paesaggi cari e consueti (Marina di Massa e Drosasco). Così scrive negli ultimi anni: «Dopo le incertezze inquiete ed i tentativi delusi del quadro composto, con tutto riposo mi abbandono alla natura morta — in piena libertà arricchisco di finezze orientali lo scarno schema matematico e la limpida legge dei rapporti, mi concedo sfoghi estrosi nei suoi vasti, nobili spazi — sono facili le parole — Difficile fare». Alauda De Benedetti Nella Marchesini, Le Immagini, via della Rocca 3, fino al 23 marzo, orario 10,3020; chiuso domenica e lunedì. Marchesini, «Nudo seduto», 1935 circa