I capolavori della moda in mostra a Palazzo Pitti

I capolavori della moda in mostra a Palazzo Pitti I capolavori della moda in mostra a Palazzo Pitti NZE FINO al 31 marzo, a Firenze, la Galleria del Costume di Palazzo Pitti — unico Museo della moda in Italia — mette in mostra la «Donazione Tornabuoni-Lineapiù», relativa alla moda italiana degli Anni 50 e 60. Con un allestimento che rievoca la celebre Sala Bianca, irrinunciabile passerella delle sfilate di allora, sono esposti, frusciami e preziosi, i ventldue elegantissimi abiti originali, creati da grandi firme come Capucci, Biki, Jole Veneziani, Nina Ricci che, insieme ad una serie di accessori — borse di Gucci, cappelli di Cartoni e bijoux di Cascio — sono stati recentemente donati alla Galleria dalla fiorentina Associazione Tornabuoni e dal lanificio pratese Lineapiù. Dagli armadi di nobildonne come Donna Momina Condorelli e Donna Adriana Del Giudice e di attrici come Silvana Pampanini, oltre che dagli «arcliivi» dei grandi couturiers, sale agli onori della cronaca un guardaroba di lusso, protagonista del rilancio intemazionale della moda italiana avviato appunto in quegli anni e proprio a Firenze. C'è da dire che, superata la dimensione della frivolezza, questi abiti (e di conseguenza la moda in genere) acquistano quella della storia. In tulle, in organza o in taffetas, impreziositi da ru- ches, ricamati di Strass, tintinnanti di perline, nei colori classici (bianco o nero) o in tinte pastello, questi abiti Anni 50 rivelano non solo l'intento seduttivo, giocato sulle aderenze o sulle gonne a ruota, ma anche, con questa abbondanza di stoffe «nobili» e di decorazioni, una sorta di esorcismo alla miseria della guerra ancora recente. Ed ecco allora lo stupefacente abito a petali di Capucci, la mantella foderata di Biki, la scollatura piumata di Nina Ricci... Ma negli Anni 60 il mito del benessere comincia a realizzarsi, dunque non c'è più bisogno di ostentarlo; rincontro con la pop art americana e i mutamenti sociali rivoluzionano la cultura e l'estetica ed ecco che le linee si fanno più sintetiche, la decorazione nasce da arditi accostamenti di colori e geometrie e il busto lascia il posto, nella seduzione, alle gambe generosamente scoperte. La donna «barocca» degli Anni 50, abbondante come il suo abbigliamento, viene soppiantata da una creatura esile sulla quale le linee geometriche hanno la meglio sulle forme, e il lineare soprabito in shantung di seta di Valentino o il completo in gros di Capucci di lieve foggia trapezoidale, esposti nella mostra, dicono tutto in proposito. Una donazione importante questa, che ag¬ giunge un altro capitolo alla storia della moda ricostruita finora dalla Galleria del Costume. Diretta da Kirsten Aschengreen Piacenti, la Galleria è attiva dal 1983 e nei suoi depositi sono ben a soli sei anni dall'apertura, già compete con le analoghe istituzioni estere per la ricchezza del suo matrimonio e per la serrata attività espositiva e di restauro. Tra i capi più prestigiosi figurano quelli donati dal celebre costumista Umberto Tirelli (145 abiti storici dal '700 al 1968) e lo splendido guardaroba tardo '800-primo '900 di Donna Franca Florio, nobile siciliana, anch'esso donato alla Galleria. Ad un'esposizione permanente che pesca nella dotazione di partenza, che dopo due armi viene regolarmente cambiata per non «stressare» gli abiti, è spesso abbinata, nel corso dell'anno, una serie di mostre a tema e questa sulla Donazione Tomabuoni-Lineapiù è l'ultima in ordine di tempo. Frequentata anche da molti studenti, la Galleria mette a loro disposizione il suo ottimo laboratorio di restauro, svolgendo cosi anche un'attività didattica che dà dei bei risultati, visto che le piccole esposizioni annuali dei lavori fatti dai ragazzi vengono spesso richieste nelle manifestazioni fiorentine legate alla moda. Donatella Valente «La Donazione Tornabuoiiì-l.incapili-, Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Catalogo Centro Di. Orario: 9-14; festivi 9-13. Chiuso lunedi. Ingresso: !.. 4000. Abito da gran sera di Cesare Guidi conservate — tutte catalogate e fotografate—migliaia di capi che documentano lo sviluppo della moda dal '700 agli Anni 30. A questi si aggiungono le donazioni, che sempre più spesso gratificano questo Museo della moda che è il solo in Italia e che,

Luoghi citati: Firenze, Italia