La Spezia, paura per i fusti tossici

La Spezia, paura per i fusti tossici La Spezia, paura per i fusti tossici LA SPEZIA — (d. b.) La città esasperata lancia il suo ultimatum: entro oggi il ministero dell'Ambiente dovrà comunicare proposte per affrontare l'emergenza a bordo della Jolly Rosso, la nave della compagnia genovese Messina, ormai da oltre 60 giorni al largo del golfo spezzino in attesa che siano inviate allo stoccaggio le 2300 tonnellate di rifiuti tossici che la Monteco riportato in Italia dal Libano. Dovevano passare dalla stiva ai carri ferroviari senza toccare la banchina. Un'operazione, si era detto, che non avrebbe superato i sette giorni. Invece, ora, c'è una città in rivolta, perché almeno 16 dei 9800 fusti accatastati si sono gonfiati e rischiano di scoppiare. Non era prevista la loro permanenza sul ponte della nave, sotto le radiazioni solari. Così si scopre che 16 dei 1104 fusti accatastati sotto il cielo si sono gonfiati perché contengono soatanze «sottobollenti», in grado, cioè, di bollire a 60 gradi. Il conseguente meccanismo dell'evaporazione potrebbe farli esplodere da un momento all'altro. Il sindaco, Bruno Montefiori, e il presidente della Provincia, Francesco Baudone, hanno chiesto ai rappresentanti di governo, precipitatisi a La Spezia sabato mattina, che entro oggi il ministero assicuri provvedimenti.

Persone citate: Bruno Montefiori, Francesco Baudone

Luoghi citati: Italia, La Spezia, Libano, Messina