Con Vecchioni in giro per l'Italia

Con Vecchioni in giro per l'Italia INTERVISTA / La parola al cantautore (ma fa pure l'insegnante) che sarà a Torino il 20 marzo Con Vecchioni in giro per l'Italia Chiacchiere da bar, in un bar, con Roberto Vecchioni. E' un piacere ormai quasi in disuso consumare a tavolino caffè e confessioni, vecchie rabbie e nuove ironie. Ma lui ci riesce benissimo. Si finisce a parlare di tutto. Dei massimi sistemi e di aerei presi come autobus per essere tutte le mattine alle 9 in aula a far lezione perché a lasciare l'insegnamento neanche ci pensa, nonostante la fatica di questo lungo tour (Torino, una delle ultime tappe, il 20 marzo), di questo secondo lavoro che lo trascina su e giù per l'Italia. Si parla anche dell'amore, ovviamente, visto che, dopo la parentesi satireggiante di Ippopotami, Vecchioni è tornato a cantarlo in questo nuovo album, Milady. E' tornato, cioè, nella sua nicchia preferita, a cullarsi nelle sue dolcezze trasognate, a "Chiudere gli occhi e a contare gli amori, che forse non sono abbastanza, che forse non sono i migliori-. Ma che comunque sarà per il tempo che passa, sarà per gli anni che -s'impigliano e s'aggrovigliano» — sembrano così adulti, così vissuti, così consapevoli come mai prima nelle sue canzoni. •E'perché — dice — l'amore non cambia mai, a 20, 40, 50 anni lo soffri e ci sei dentro con rabbia, passione, gioia alla stessa maniera. Ma cambiano i tuoi mezzi, gli strumenti che hai per poterlo cantare. L'esperienza ti insegna nuove espressioni che sono non mediocri, non infantili, non banali». La compagna di questi suoi ultimi anni, quieti dopo quelli balordi, gli siede vicino silenziosa. Alta, bella, lunghi capelli botticelliani, un po' moglie, un po' musa, un po' manager. Sua la frase ("Ma il copyright è di Fellini» — si schermisce), che Roberto è -come i grandi registi che raccontano sempre lo stesso film». E' vero, è sempre la stessa canzone? "Sì — sorride lui — è sempre la stessa, ogni volta detta in modo diverso. Non sono l'unico a fare così. Anche Guccini, anche Dal¬ la, in un certo senso, fanno sempre la stessa camone. E' giusto che sia così: ogni volta la migliori, la guardi in modo nuovo, la coccoli...» A sentirla così, Milady, la canzone che dà il titolo all'LP, sembrerebbe una canzone d'amore, lacerata, contrastata, ma d'amore. Invece poi vengono fuori storie terribili, di sdoppiamenti ricorrenti, dell'io oscuro di Mister Hyde in lotta col dottor Jekyll... "Un sacco di complicazioni, eh? Sono le solite complicazioni che l'autore fa nella sua mente. In realtà Mylady ha una linea semplicissima: è la donna non giovanissima, non perfetta, ma che ti trascina nella vita, che ti affascina fino in fondo, che ti scatena l'inventiva. Il discorso del doppio è poi un altro, più mio, più privato. Ma il doppio esiste». E* quello "grande fuori e piccolo dentro»"? "Si è lo stesso del generale nel pezzo Alessandro e il mare, lo stesso dei due esploratori di Polo Sud, di cui uno vuol tor¬ nare, l'altro restare. Il doppio nascosto è la cosa piccola, giovane, infantile che c'è in te, che ti fa vivere, ti fa cercare sensazioni nuove, ma tenta anche di strapparti alla normalità, ai tuoi affetti». E se prende il sopravvento, cosa succede? "Troppo menefreghismo, troppo egocentrismo, troppo narcisismo. Ma questo è il doppio. Io non sono così. Io sono dolcissimo, buono, educato...» Illusioni Anni 60, creatività Anni 70, riflusso Anni 80, ritorno alla natura Anni 90. Quanto appartiene al Vecchioni che scappa da Milano e va a vivere in campagna questo iter generazionale? -Mi appartiene, anche se non l'ho vissuto tutto in prima persona. Ho respinto il '68, l'impegno nella musica alla fine degli Anni 70, ho vissuto soprattutto i primi Anni 80, il ritorno al privato, il desiderio di descriversi, di salvarsi la vita. Ancora oggi mi sento un reduce di questo combattimento. E guardo i cadaveri degli avversari, cadaveri spesso ec- celienti, che passano, e le nuove meteore che appaiono e scompaiono. Sono contento di non aver mai esagerato giudicando persone e cose, ma di aver preteso molto da me stesso: sento di avere ancora parecchio da dire». Magari con un po' di cinismo perché s'impara «a alzare le spalle e a vendere cara la pelle»? «Sì, di cinismo ce n'è parecchio. Non rinuncio a commuovermi, a fare le mie battaglie, ma credo di essere uno scettico costituzionale. Le mie incertezze derivano dal fatto che da una parte ho una grande fiducia nella natura umana fuori dalla società come è strutturata oggi, dall'altra un'enorme sfiducia nell'uomo rovinato, distrutto da questo tipo di società... Oggi vorrei solo le piccole cose buone, tante piccole cose buone». n cinema continua a essere un grande amore o è durato solo per la stagione dell'album Hollywood hollywood? "Non ho più tempo d'andarci molto, ma C07itinuc amarlo tantissimo. Sono andato al cinema da solo per un lungo periodo in cui non avevo una compagna che mi amasse. E' lì che mi son fatto una grande educazione cinematografica e ho perso quella sentimentale». Ma a 45 anni la vita sembra più un grande film o un film di serie B? "No, è un grande, grandissimo, meraviglioso film d'autore, per me-. Giuliana Martinat Roberto Vecchioni

Persone citate: Fellini, Giuliana Martinat, Guccini, Hyde, Jekyll, Roberto Vecchioni, Vecchioni

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Milano, Torino