Tempi duri sul Lago Maggiore per i rapinatori della natura

Tempi duri sul Lago Maggiore per i rapinatori della natura Cinque arresti in un'operazione antibracconaggio Tempi duri sul Lago Maggiore per i rapinatori della natura VERBANIA — Tempi duri per il bracconaggio che continua a far vittime su due fronti. Oltre alla selvaggina protetta che si sta estinguendo nelle trappole dei cacciatori di frodo, sono proprio questi ultimi a ritrovarsi in tanti (per un costante aumento di vigilanza, di denunce e di arresti) impegolati tra le maglie della giustizia. Succede quasi ogni giorno, negli angoli più tranquilli della provincia italiana, dove la gente sembra vivere quasi in simbiosi con l'ambiente. Invece, proprio li, si cela chi sta distruggendo un patrimonio che la natura, nonostante tutto, ci sta ancora regalando. Sono individui che non hanno capito qual è la linea di confine tra lecito e proibito e giocano la loro posta di furbizia convinti di «fregare» controlli ormai serrati. Prima o poi, invece, incursioni di bracconaggio e trame commerciali dì fauna protetta vengono alla luce. E il colpevole paga, anche perché in giro si comincia a trovare parecchia gente disposta a denunciare. Molti vengono scoperti addirittura da giovani, in genere scolar) e studenti, osservatori acuti del mondo che li circonda e più sensibili verso un patrimonio che gli adulti stanno distruggendo. Sabato i carabinieri del Novarese (sempre più impegnati sul fronte della salvaguar¬ dia di un patrimonio di tutti, offeso e devastato) hanno inflitto, sulle rive del Lago Maggiore, una dura stoccata ai rapinatori della natura. Cinque persone sono finite in carcere e altre otto si trovano ora nei guai con la legge. All'operazione disposta dal pretore Giuseppe Volpe hanno preso parte una quarantina di carabinieri, diretti dal comandante la compagnia di Verbania e una decina di agenti della Lega italiana per la protezione degli uccelli. E' stato infatti l'ispettore della «Lipu» Piergiorgio Candela, un «Maigret» dell'antibracconaggio, a mettere il magistrato e le forze dell'ordine sulla pista giusta. Da lui sono partite le segnalazioni di catture e di vasti traffici di quei meravigliosi uccelli, insettivori e canori, che in colonie ormai ridotte al lumicino popolano ancora i boschi e le sponde del più pittoresco lago del Piemonte. Tredici le perquisizioni effettuate nella zona tra Intra, Verbania e Premeno. Cinque arrestati in flagranza di reato e otto, trovati in possesso di fauna protetta, denunciati a piede libero per ricettazione ai danni dello Stato. Oltre 150 uccelli vivi, molti appartenenti a specie ormai rare (fanelli, organetti, venturoni, crocieri, frosoni ciuffolotti) trovati prigionieri in gabbie e sequestrati. Numerosi gli al¬ tri capi d'avifauna già passati per le mani degli imbalsamatori e ridotti a macabri soprammobili. Quattro fucili da caccia e un ingente quantitativo di materiale per il bracconaggio (trappole, reti, tagliole, vischio) finiti sulle camionette dei carabinieri. Sono ora in carcere a Verbania i fratelli Bruno e Dino Gagliardi, 26 e 35 anni, abitanti a Vignone, sorpresi durante la cattura di uccelli presso una loro baita sui monti del Verbano; Gianfranco Rebecchi, 51 anni, che i militari hanno scoperto mentre stava «esercitando l'uccellagione» nel giardino della sua villa a Bee di Premeno. Per altri reati, tra 1 quali la ricettazione, sono quindi finiti in cella il verbanese Danilo Bertoglio, 27 anni, e Manuele Santoliquidi, 26. di Arizzano. L'azione tempestiva e massiccia dei carabinieri e la sensibilità del magistrato, che hanno dato il loro insostituibile appoggio agli agenti della «Lipu», forse servirà a rimarginare una vecchia piaga nella splendida conca del Lago Maggiore. Ma l'operazione non pare destinata a chiudersi qui. Sono in corso indagini, anche sul comportamento di guardie venatorie e di altri pubblici ufficiali. Non si escludono colpi di scena nei prossimi giorni. Vito Brasa

Persone citate: Danilo Bertoglio, Dino Gagliardi, Gianfranco Rebecchi, Giuseppe Volpe, Manuele Santoliquidi, Piergiorgio Candela