Discariche, la parola al Tar

Una lunga storia di inimicizia tra religiosità e mondo animale Una lunga storia di inimicizia tra religiosità e mondo animale «Se il Drago era un animale, perché San Giorgio lo ha ucciso?" domanda un bambino lombardo di seconda elementare all'insegnante di religione. «Perché quel drago era cattivo- risponde l'insegnante. «Ma. lei ci ha detto che ììéssun animale è cattivo se gli uomini non lo trattario male-. L'insegnante non trova risposta sufficiente all'ultima domanda del bambino. E il bambino resta convinto che gli hanno raccontato una storia o che gli animali sono feroci. E' uno dei molti segni d'assenza d'una sufficiente cultura ecologica su ambiente, animali e rapporti reciproci anche da parte della Chiesa, per una pedagogia ambientalista che non può più essere trascurata perché necessaria nel dibattito ecologico che. bene o male, va crescendo irreversibilmente e rivela le lacune ma anche le possibilità vitali di un raccordo fra teologia ed ecologia. Personalmente ho conosciuto e conosco fior di preti e frati cultori appassionati della cac¬ cia, anche se meno di qualche decennio fa. Uno, fra i migliori in tutto il resto, essendo pigro per affrontare le fatiche della vera caccia, si limitava a sparare a sale, dalla finestra, sui gatti nell'orto. Konrad Lorenz, il patriarca e filosofo animalista morto da pochi giorni, anni fa si lamentava delio scarso interesse per gli animali e la natura da parte delle religioni in genere e soprattutto da parte delle Chiese cristiane. In esse la tradizione affascinante del rapporto vissuto e insegnato da Francesco d'Assisi si è quasi sempre esaurita in un emozionalismo patetico privo di sufficiente incidenza sulla civiltà religiosa, sociale, morale e politica. Da sempre, dopo l'apparizione del serpente-Satana nell'Eden, la Chiesa ha visto negli animali, più che l'amicizia e l'innocenza che ebbero il loro momento profondo nell'arca di Noè. soltanto immagini a volte sataniche. I «bestiari» delle grandi cattedrali hanno testimoniato per secoli la costante demoniz¬ zazione dell'animale. Oltre che come serpente, in seguito, lo stesso Satana è stato figurato caprone e in altri modi. I Papi non sono mai stati teneri con gli animali per molto tempo, salvo divertirsi con canarini in gabbia e altri uccellini, o cani o gatti. Leone X, reduce da una caccia al cinghiale, nel 1521, inizia la bolla di scomunica di Lutero, citando la Bibbia là dove dice: «Accorri, Signore, un cinghiale feroce sta devastando la tua vigna». -Un razzismo teologico e antropologico, questo, che resta tuttora condensato in vaste sacche d'indifferenza, e solo qua e là cede il posto all'amicizia, al rispetto, alla protezione. A Roma, il 4 ottobre, da tre anni, e altrove in altre rarissime chiese, in onore di San Francesco, gli animali vengono ospitati in chiesa ad una loro Messa. Si riscatta in qualche modo l'editto di Carlo Magno che interdisce la chiesa ai cani. A Venezia, don Ermenegildo Fusaro è fra i più zelanti animalisti, e informatore della tradizione dal Vangelo al Padri fino ad oggi. Rari e flebili, e quasi inesistenti, sono i passi e i momenti del magistero ecclesiastico dove l'ecologia diventa rifiuto di crudeltà istituzionalizzate come la vivisezione e la corrida. Quasi nessuno, ad esempio, ha protestato durante una delle ultime analisi della Sindone, prima che venisse coraggiosamente dichiarata un falso, contro il gruppo di scienziati inglesi che, per verificare il volume di sofferenza di Cristo in croce—il Cristo della Sindone — hanno puntigliosamente crocifisso cinque cani. Non è ancora nata una cultura che inglobi e sviluppi il rispetto dell'ambiente e delle creature, e rifiuti, chiedendo prove ineccepibili e già possibili, proprio alla scienza, di trovare alternative a questa tortura istituzionalizzata. Si è invece leggermente più ! sensibili al problema dell'inquinamento. In tal senso alcuni appelli di papa Wojtyla sono stati precisi e stimolanti; i vescovi lombardi, con a capo il cardinale Carlo Maria Martini, hanno divulgato una lettera pastorale sul problema ecologico. Sacerdoti e religiosi militano nel gruppi ecologici, ambientalisti, antivivisezionisti, ma tuttora più a titolo personale che per un mandato dell'Istituzione, e finora senza soverchio ascolto ed appoggio nelle curie. Però sono i gruppi laici a chiedere sempre più aiuto ai parroci, in diverse regioni e diocesi. E le risposte positive cominciano ad arrivare, anche se molto lentamente. In larga parte del clero, ad esempio, verdi, ecologisti ed ambientalisti sono ancora giudicati utopisti, se non addirittura «utili idioti». Fra gli altri appelli laici in tal senso, in Italia, in queste settimane, si sono distinti, per la difesa dell'Oltrepò padano, il Coda (Comitato Oltrepò Difesa Ambiente), la Lega per l'ambiente, il W.W.F., gli Amici della Terra e i Verdi. Dicono: «Siamo convinti che possiamo lavorare insieme-, e ricordano che «caduti t miti di questo secolo, ispirati a nazionalismi diversi (capitalismo, liberalismo, socialismo), sta emergendo universalmente la convinzione che c'è un destino unico per tutti i popoli: l'ideale dell'ambientalismo pacifista». Dicono i gruppi firmatari: «Stiamo constatando che molti sacerdoti e gruppi ecclesiastici hanno raccolto il messaggio autorevole dei vescovi lombardi, e sono diventati attori, coordinatori di serie iniziative in difesa del territorio e della vita». Meglio tardi che mai, tutto sta nel cominciare, ma le omissioni ecclesiali da riscattare sono ancora un guado molto vasto. Nazareno Fabbretti

Persone citate: Carlo Maria Martini, Ermenegildo Fusaro, Konrad Lorenz, Leone X, Lutero, Nazareno Fabbretti, Noè, Wojtyla

Luoghi citati: Assisi, Italia, Roma, Venezia