Grande amore con la tragedia dell'Aids di Piero Zanotto

Grande amore con la tragedia dell'Aids INTERVISTA / La Wertmùller a Venezia con Rutger Hauer per le riprese del nuovo film Grande amore con la tragedia dell'Aids VENEZIA — Arriviamo a Palazzo Mocenigo sul Canal Grande, giusto nel momento in cui Lina Wertmùller grida-Azione!». Rutger "Hauer, l'indimenticato replicante _di Biade Runner, col naso sanguinante, è impegnato in un còrpo a'corpo con Luigi Montefiori, che rivela sul petto a sua volta una profonda ferita. I due ansimano. Vanno in frantumi porcellane e altro. Finché arriva lo -stop-. Lina Wertmùller è palesemente soddisfatta. Mentre il truccatore ritocca il corpo dei due attori, possiamo scambiare qualche battuta con Hauer. Occhi di ghiaccio sorridenti, assai disponibili, addenta una mela che stava su un vassoio. E ascolta. Questo è il suo secondo film con un regista italiano, dopo La leggenda del sa?ito bevitore girato con Ermanno Olmi. A caldo, ci dica quali differenze professionali trova tra quest'ultimo e Lina? Hauer accompagna le sue parole con una mimica molto espressiva, e si tocca lo stomaco quando dice che il metodo di Olmi è tutto interiorizzato. "Lina invece è estroversa, di getto. Due modi di lavorare assolutamente diversi. Che però raggiungono, alla fine, lo stesso risultato. Cioè ti rendono consapevole che hai fatto la cosa giusta». Il film è quello di cui hanno chiacchierato nelle ultime settimane ì giornali per via che alla troupe impegnata a New York, equivocando sul contenuto della storia (vi si parla di Aids) erano stati negati i locali in cui si doveva girare. -Abbiamo rimediato — ci dirà durante la pausa la Wertmùller — spostando l'azione in altri ambienti. Tuttavia, come ormai tutti sanno, l'Aids nel mìo film è un pretesto per parlare della responsabilità dei mass media nel creare stati d'ansia e di allarme nella gente, nmiò'jfrótdgònì'sta è appunto un giornalista». Il titolo, molto wertmulleriano, suona così Di cristallo o di cenere di fuoco o di vento purché sia amore. -Ma non è una commedia — prosegue la signora —. La storia è molto drammatica, racconta un grande amore. Volendo trovare una qualche parentela con il mio precedente lavoro, diciamo che il riferimento è quello di "Complicato intrigo di donne vicoli e delitti" ambientato a Napoli». Abbiamo letto le prime pagine della sceneggiatura. In una sorta di antefatto si descrive in modo concitato e amarissimo la morte che due innamorati si sono dati in una camera d'albergo a Parigi credendosi affetti da Aids. -E' un fatto vero — spiega la Wertmùller — accaduto in Italia, in una città del Nord. Lo cito per creare un impatto immediato con la tesi del film. Anche se dal 1985 in qua si può trovare una diversa e più cosciente conoscenza di questa malattia». New York, Parigi, e poi Londra. Cosa avviene a Venezia? -In laguna, nel palazzo nobile sul Cariai Grande, il mio protagonista rivede una vecchia conoscenza dei giorni in cui insieme sì trovavano a Beirut. Durante la guerra. Lui come giornalista, l'altro come playboy e proprietario di alberghi. Ma non mi faccia entrare nei particolari: non ho mai amato I raccontare i miei film. Posso solo dirle che per que¬ sto intermezzo, Venezia, città bellissima, affascinante, in cui amerei avere un mio studio, funziona benissimo». Soggetto e sceneggiatura sono, al solito, suoi? -Sì, vi ho lavorato per due anni e mezzo. Per i dialoghi mi ha dato una mano Aldo Busi. E lo stesso Hauer, attore molto disponibile, mi aiuta per la versione inglese». Sappiamo che partner, nel ruolo di una giornalista fotografa, di Rutger Hauer è Nastassia Kinski. Lavora anche lei in questa parte veneziana? -E' già ripartita. Il film infatti è pieno di cammei, anche se il ruolo di Nastassia è comunque importante. Partecipazioni di prestigio, come quelle di Peter O'Toole e di Faye Dunaway. Come importante, solida, è la produzione che Fulvio Lucisano "firma" con Italian International Film, Istituto Luce e la collaborazione di Raidue». Sono previsti anche degli esterni veneziani? -Certamente. Da Palazzo Mocenigo ci sposteremo al Caffè Florian e all'isola di S. Giorgio Maggiore, e forse in altri posti. Venezia occuperà una quintaparte dell'intero film-. Quando ha cominciato a pensare che Rutger Hauer sarebbe stata la presenza giusta per il ruolo del giornalista John Knot? -Fin dalla prima stesura della sceneggiatura. Lo avevo visto in Biade Runner e rimasi molto colpita da quel suo tremendo replicante che lasciava comunque trapelare un'ombra di tristezza, di solitudine». Piero Zanotto