Azzorre ecco la verità di Gianni Bisio

Azzorre, ecco la verità L'esito dell'inchiesta sul Boeing caduto con 137 italiani a bordo Azzorre, ecco la verità Gli esperti confermano la tesi dell'errore umano - Due le cause della tragedia: equivoco tra pilota e torre di controllo, manovra di avvicinamento alla pista d'atterraggio non regolare LISBONA — Difficoltà nelle comunicazioni terra-bordo-terra e violazione delle norme di navigazione aerea nell'area di avvicinamento all'aeroporto: queste, secondo il rapporto preliminare della commissione internazionale d'inchiesta, le due cause principali dell'incidente accaduto l'8 febbraio scorso sull'isola di Santa Maria, nelle Azzorre. Un Boeing 707 della compagnia americana Independent Air, in volo charter da Bergamo a Santo Domingo, si schiantò contro una montagna — il Pico Alto, 650 metri — mentre si accingeva ad uno scalo tecnico sulla piccola isola dell'Atlantico: morirono 145 persone, quasi tutti italiani che si stavano recando in vacanza. La scarna notizia data ieri dalle autorità di Lisbona non chiarisce ancora tutti i particolari dell'incidente. Tuttavia consente di sgombrare il campo dalle molte illazioni che erano state fatte all'indomani della sciagura sulle cause e chiude la pesante polemica sul rapporto charter-sicurezza del volo. Vediamo i due elementi che avrebbero causato la sciagura: comunicazioni radio e violazione delle norme. Circa il possibile equivoco tra il comandante Leon Daugherty ed i controllori di Santa Maria delle Azzorre. già all'indomani dell'incidente un giornale americano aveva avanzato l'ipotesi che il pilota avesse capito di doversi mantenere ad una quota di 2000 piedi anziché 3000. Ma la cosa resta in ogni caso poco chiara, anche se le registrazioni del -voice recorder", uno dei due elementi di indagine della «scatola nera» hanno probabilmente portato a questa conclusione. L'indicazione evidentemente non è stata ripetuta dal pilota «per controllo". O almeno i controllori di Santa Maria non l'hanno sentita. Ma non è solo questo ad aver provocato l'incidente. Infatti la cartina di avvicinamento Jeppesen, che il Boeing 707 aveva sicuramente a bordo (e che il pilota doveva guardare, anche se più volte era atterrato in zona) riporta molto chiaro che in fase di discesa verso la pista non si deve andare sotto i 3000 piedi. Non solo: il Pico Alto è chiaramente indicato sulla cartina con i suoi 1936 piedi. Perché invece il comandante Daugherty tagliò l'isola trasversalmente senza arrivare da Nord o da Sud come voleva la procedura? Per abbreviare il volo di 4 o 5 minuti?. Resta il fatto che si schiantò contro il fianco del¬ la montagna a 1730 punti. Da qualsiasi parte si guardi quest'incidente, alla luce di quanto oggi si conosce, prevale comunque la causa umana. Se anche la radio non avesse funzionato a dovere, e le comunicazioni fossero state inavvertitamente coperte, le cautele vogliono che le indicazioni siano ripetute. Precauzione che non sembra essere stata adottata. Allo stesso modo il fatto che sia stata ignorata del tutto la procedura di avvicinamento resta una cosa inspiegabile. In attesa di conoscere ulteriori particolari non ci si può esimere da alcune considerazioni su) clamore del dopo in¬ cidente e sulla caccia alle streghe scatenatasi con la criminalizzazione dei 'Charter» e addirittura dei funzionari della Faa, la Federai avìation administration americana, uno degli enti più rigidi nei controlli. Se sono del tutto ingiustificati gli attacchi fatti a caldo dai mezzi di comunicazione sull'onda emozionale, con titoli a sensazione (le 'carrette del cielo», i controlli scarsi, i 'Charter della morte» e così via), lo sono ancora meno quelli venuti, con altrettanta superficialità, dalle autorità aeronautiche. Si può capire che una presentatrice tv come Enrica Bonaccorti, sull'onda dell'orrore per le 145 vittime, si trasformi in esperta di sicurezza aerea e contesti i charter della Independent solo perché l'umidità di condensazione di un 707—lo stesso poi caduto — le ha rovinato la permanente. Ma non è altrettanto giustificabile che il presidente del Rai (Registro aeronautico italiano), Fredmano Spairani, massimo responsabile dell'affidabilità tecnica degli aerei italiani, prima ancora di conoscere le cause della sciagura, sì lasci andare alle considerazioni allarmistiche che tutti ricordano sui charter delle compagnie americane e sui velivoli troppo vecchi. E che dire dell'attacco del ministro dei Trasporti, Santuz, alle compagnie americane? Se è vero che ci sono agenzie turistiche che nel 'Charter tutto compreso» includono gli 'hotel-topaia» o i 'trasferimenti-tradotta», ciò non tocca la sicurezza del volo. 'La manutenzione di un aeromobile — ha commentato Francesco Giaculli, direttore del mensile Volare e pilota — non è fatta a piacere ed arbitrio dell'esercente: viene fatta per obbligo, a scadenze stabilite anche a distanza di anni e sotto il controllo di personale specializzato, di tecnici governativi. Per non eseguire le manutenzioni bisogna falsificare i documenti o corrompere i controllori». 'Che ci siano funzionari corrotti e delinquenti che corrompono i funzionari, siano quelli della Faa (ente di controllo Usa) o di altri enti, è possibile. Ma è possibile in compagnie charter e compagnie di linea, in America come in tutte le parti del mondo. Come è possibile ancora che ci siano funzionari incapaci, impreparati, attaccati più alla forma che alla sostanza del loro lavoro. E' su questo — ha concluso Giaculli — che bisognerà intervenire a livello internazionale». *il Gianni Bisio

Persone citate: Daugherty, Enrica Bonaccorti, Francesco Giaculli, Giaculli, Leon Daugherty, Santuz, Spairani

Luoghi citati: America, Azzorre, Bergamo, Lisbona, Santo Domingo, Usa