Mosca vuole concedere autonomia economica

Mosca vuole concedere autonomia economica Mosca vuole concedere autonomia economica nostro servizio MOSCA — Si comincia ad affrontare in termini concreti, vale a dire sia politici che economici, il problema dei rapporti tra il centro e la periferia del grande Stato sovietico, ad oltre un anno di distanza dallo scoppio delle crisi nazionali. Le Repubbliche baltiche, nel loro continuo ruolo di spinta nel campo delle richieste autonomiste, chiedevano già da tempo una nuova legge che regolasse i rapporti tra le 15 Repubbliche sovietiche, e ieri la Pravda ha pubblicato in proposito un progetto di legge che andrà sottoposto ora a una discussione nazionale. Nel progetto sì prevede il diritto per le Repubbliche federate e le entità autonome di decidere il proprio bilancio senza ingerenze dal centro, di commerciare con l'estero e disporre liberamente della valuta così ottenuta, e di dirigere inoltre direttamente una serie di settori dell'economia. Le Repubbliche, secondo il progetto, potranno gestire in tutta autonomia l'intero settore agricolo, quello dell'industria leggera, edilizia, cerealicola e forestale, e stabilire la totalità dello scambio commerciale sia con le altre Repubbliche sovietiche che con Paesi terzi, con l'obbligo di pagare a Mosca soltanto piccole percentuali Al contrario, rimarranno sotto il controllo centralizzato le industrie pesanti, quelle metallurgiche e militari, che saranno tenute invece a versare delle tasse ingenti alla Repubblica che le ospita, oltre a pagare l'affit¬ to del terreno, il consumo di acqua ed energia per il loro fabbisogno. In sostanza, è il riconoscimento della proprietà territoriale repubblicana, della piena sovranità, anche in materia di sfruttamento delle risorse naturali. Di conseguenza, il progetto di legge prevede l'eliminazione o la riorganizzazione di una serie di ministeri centrali che nelle nuove condizioni non avrebbero più ragione di esistere, quali il ministero dell'Agricoltura, dell'Industria forestale, delle Bonifiche e del Commercio. Le Repubbliche avrebbero inoltre mano libera nel prendere decisioni in materia ecologica, un punto non secondario se si tiene presente il profondo degrado ambientale in cui versa tutto il Paese. Un progetto a prin /ista piuttosto liberale, r<> "iato sulla misura delle nuu m;sìgenze nazionali emerse con forza all'indomani delle prime aperture democratiche. E il Cremlino non sottovaluta affatto il potenziale di pericolo contenuto nelle insoddisfazioni autonomiste, né la mina vagante delle tensioni interetniche dopo la lezione del Caucaso, se già da tempo ha deciso di dedicare ad entrambi i problemi il plenum del Comitato Centrale di giugno. Ieri, in preparazione della futura assemblea, si è svolta un'importante riunione del Comitato Centrale nella quale si è affermata la volontà di tornare ai principi leninisti per una unione di Repubbliche realmente sovrane in tutte le sfere della vita statale. Paola Delle Fratte

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