Il partito scarica Botha «Vattene in pensione»

Il partito scarica Botha «Vattene in pensione» Il partito scarica Botha «Vattene in pensione» n Partito nazionale, al potere in Sud Africa, ha adottato una risoluzione in cui si chiede che 11 suo nuovo leader, De Klerk, diventi Presidente della Repubblica «nell'interesse del Paese: Questa presa di posizione costituisce un grave scacco per Pieter Botha, che vuole restare al potere almeno fino alle elezioni generali, nel marzo del '90. NOSTRO SERVIZIO JOHANNESBURG — H presidente Pieter Botha è stato sconfessato all'unanimità dal gruppo parlamentare della maggioranza. I centotrenta deputati del Partito nazionale hanno adottato una risoluzione per chiedere che il nuovo capo del partito, Frederik Willem De Klerk, diventi presidente della Repubblica «nell'interesse del Paese e del partito'. Questa mozione aveva in precedenza raccolto una maggioranza «sostanziale» al Consiglio federale di questa formazione politica, la più alta istanza del partito. Questi due organismi hanno inoltre accordato all'unanimità «piena fiducia a De Klerk in quanto capo del partito' e gli hanno offerto «un sostegno pieno e senza riserve nella futura conduzione del partito-, n comunicato precisa inoltre che occorre consultarsi con l'attuale capo dello Stato e i membri del governo per concretizzare il principio in base al quale il leader del partito deve svolgere la funzione di Presidente della Repubblica. Questo principio era stato respinto da Botha, che era favorevole alla separazione dei due incarichi. Il colpo di forza del presidente Botha è dunque fallito. Ha perso il braccio di ferro che l'opponeva al partito che ha servito per più di cinquant'anni. E' stato sconfitto nella guerra di leader che lo ha messo di fronte al suo ministro dell'Istruzione. E una sconfitta umiliante per quest'uomo di 73 anni, che doveva riprendere le sue funzioni oggi, dopo l'emorragia cerebrale che lo aveva colpito il 18 gennaio. Sentendo crescere la contestazione, aveva anticipato di tre settimane il suo ritomo sulla scena politica per tentare di ripendere in pugno la situazione. Ancora domenica sera, in una intervista alla televisione di Stato, Botha, in buona forma, aveva tentato di capovolgere la si¬ tuazione. E' stato scaricato, smentito, poiché il suo partito ha ritenuto che dopo dieci anni di onorato servizo a capo della Repubblica, di cui sei come primo ministro, doveva farsi da parte nell'interesse superiore del Paese. Tuttavia nulla obbliga concretamente Botha ad andarsene. Eletto per cinque anni nel settembre dell'84, può, se vuole, restare al suo posto al più tardi fino all'inizio del mese di marzo del 1990, data prevista per le elezioni generali. Può quindi facilmente rifiutare questo affronto e sfidare la maggioranza del suo partito. n partito non ha accettato di essere scavalcato sulla scelta della data delle elezioni, avendo Botha deciso d'autorità che non si svolgano quest'anno. Agli occhi del suo partito, dunque, Botha non serve più. Le sue dimissioni da leader di questa formazione, il 2 febbraio, gli sono state fatali: giudicate come un gesto saggio inizialmente, in efletti hanno segnato la fine della sua carriera. De Klerk, 53 anni, ha saputo manovrare abilmente usando l'argomento della separazione delie funzioni presidenziali e di capo del partito per dare risalto al fatto che non disponeva dei mezzi per svolgere la sua politica. Eletto con una risicata maggioranza (otto voti) rispetto al ministro delle Finanze Barene! du Plessis, che rappresenta l'ala sinista del partito, ha coagulato gli iscritti pronunciandosi a favore di un Sud Africa nuovo senza per altro impegnarsi in modo dettagliato. Ha saputo creare un clima di fiducia che lo ha immediatamente indicato come l'uomo indispensabile per guidare il Paese. De Klerk è sicuro di diventare Presidente della Repubblica Non soltanto ha ottenuto l'unanimità sulla sua designazione, ma ha superato l'ostacolo maggiore emarginando il Capo dello Stato. Leader del partito nazionale nella provincia del Transvaal, la più importante del Paese, questo ex avvocato ha preferito giocare il tutto per tutto dal momento che il suo partito avrebbe potuto consentire al Presidente di restare in carica offrendogli di ritirarsi «con dignità», con la certezza di aver fatto il suo dovere. Michel Bole-Ricbard Copyright «Le Monde» per l'Italia «La Stampa»

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