Guerre editoriali (con retroscena) di Nico Orengo
Guerre editoriali (con retroscena) FERRERÒ ALLA GARZANTI Guerre editoriali (con retroscena) TORINO — Ancora segnali di inquietudine e assestamento arrivano dal mondo editoriale italiano. Ad appena pochi mesi dall'arrivo di Piero Gelli, ex Garzanti, alla direzione letteraria dell'Einaudi, Ernesto Ferrerò abbandona la casa editrice torinese e si trasferisce come direttore editoriale alla Garzanti di Milano. Da qualche anno stiamo assistendo a un vero e proprio «gioco dei quattro cantoni» nella nostra editoria: l'andirivieni della coppia Polillo-Ferrari dalla Mondadori alla Rizzoli e ritorno, e ora lo scambio incrociato di due esperti editor, come Ferrerò e Gelli, fra Einaudi e Garzanti. Ernesto Ferrerò, alla sua seconda uscita dalla casa editrice dello Struzzo, aveva attraversato, insieme con Giulio Bollati, prima che questi acquisisse la Boringhieri, la fase più tormentata dell'editrice: quel'a del commissariamento e della nuova proprietà, divisa fra Electa e Mondadori. L'editor torinese se ne esce con serenità, dice che si è conclusa un'«esperien2a straordinaria che ha portato al salvataggio l'Einaudi e poi al rilancio', parla di un -desiderio di nuove esperienze- con un editore puro, qualcuno che anteponga 'il libro a interessi esclusivamente finanziari'. L'ingresso di Piero Gelli aveva lasciato a Ferrerò la responsabilità della produzione saggistica. Terreno comunque aperto agli interessi di un recente ritorno come consulente, quello di Guido Davico Bonino. Insomma, per Ferrerò, l'Einaudi di oggi andava stretta. E, forse, non corrispondeva più al suo ideale di casa editrice basata sulla dialettica tra redazione e consulenti. Ferrerò arriverà da Garzanti il 3 aprile prendendo il posto di Teresa Cremisi, da più di vent'anni in casa editrice e da tempo sul piede di andarsene. Questi arrivi e partenze finiranno col crearne altri a breve termine. Sì parla di un possibile spostamento di Gian Andrea Piccioli dalla narrativa Rizzoli alla saggistica Einaudi. Ma, in un'editoria così povera di quadri dirigenti e cambio generazionale, questi passaggi di uomini-bandiera finiscono per trascinarsi dietro ben altro. Non solo autori appena conquistati, ma intere fette di catalogo. Dietro lo spostamento Gelli-Ferrero, si può leggere anche una battaglia fra Einaudi e Garzanti sul futuro dei contratti, oggi in scadenza, di autori come Calvino. Casi, questi, in cui è indispensabile, oltre ai quattrini (per Calvino si parla di mezzo miliardo), avere persone in buoni rapporti con gli eredi. Non a caso Ferrerò aveva avuto richieste anche dalla Rizzoli, suggeritore Pietro Citati, che desidererebbe acquisire l'opera di Calvino e che vedeva nell'ex einaudiano l'editor in grado di favorire l'operazione- Nico Orengo
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