Cianuro nel fiume allarme a Pavia di Amedeo Lugaro

Cianuro nel fiume allarme a Pavia Inquinamento industriale nel Navigliaccio Cianuro nel fiume allarme a Pavia Strage di pesci • Il sindaco vieta l'irrigazione - Paura per il Ticino DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PAVIA — C'è un altro corso d'acqua che sta morendo, avvelenato dalle lavorazioni industriali. Il nuovo allarme è scattato in Lombardia. E' infatti più grave del previsto l'inquinamento delle acque del Navigliaccio (Ticinello occidentale), che dal Milanese si snoda per un lungo tratto parallelamente alla statale 35 dei Giovi (Milano-Genova), per confluire nel Ticino a Pavia, dopo aver attraversato la città. Le acque del grosso canale, meta abituale di migliaia di pescatori, sarebbero avvelenate da sali di cianuro, residui di lavorazione di una azienda che, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, si troverebbe nel Gaggianese (Basso Milanese). Se le analisi confermeranno una situazione che già appare drammatica, si tratterà del più grave inquinamento mai verificatosi in Lombardia. A testimoniare la gravità della situazione la moria di pesci: decine di quintali di arborelle, barbi e cavedani, che a pancia all'aria e con la bocca aperta scendevano verso Pavia, mentre migliaia di curiosi continuano ad affollare le rive. La morte del fiume è diventata uno spettacolo. Ieri un pescatore ha raccontato: ■Non avevo mai visto una cosa del genere. E' una sce¬ na che mette paura-. Il sindaco di Pavia, il democristiano Sandro Bruni, ha emesso un'ordinanza con effetto immediato che vieta la pesca, la raccolta di qualunque tipo di flora lungo le sponde e l'uso, a scopo irriguo, delle acque del Navigliaccio e suoi derivati in tutto il territorio comunale. A sollecitare il provvedimento del sindaco è stata l'Usi 77 di Pavia, che ha anche allertato i pescatori: •Non mangiate i pesci già presi nel corso d'acqua». Analoghe ordinanze sono state emesse dai sindaci dei paesi rivieraschi del Ticinello. Si teme che parte dell'acqua ai sali di cianuro sia finita nel tratto pavese del Ticino, perché le chiuse a Binasco (paese al confine fra il Milanese e il Pavese) sono state bloccate quando il Navigliaccio era già inquinato per quasi tutto il suo corso (una ventina di chilometri). Del caso, oltre all'assessorato all'Ecologia della Lombardia, sono state interessate le amministrazioni provinciali, i Comuni, le Usi e il Parco del Ticino. Gli addetti alla vigilanza ecologica della regione sono intervenuti lungo tutto il tratto del Navigliaccio, mentre i carabinieri hanno avviato indagini in base alle competenze territoriali. Le analisi delle acque sono statf affidate, oltre che al dottor Barlassina, responsabile del servizio di igiene e prevenzione dell'Usi di Pavia, alla dottoressa Passarani, del presidio multizonale di Pavia e all'Usi di Ro zzano. Il risultato dei controlli effettuati sui campioni prelevati si conoscerà nella giornata di oggi. Oltre ai sali di cianuro, la cui presenza sarebbe già stata accertata, vi sarebbero forti tracce di acido cromo e soda caustica: un cocktail micidiale che rischia di compromettere le falde acquifere dei paesi rivieraschi e inquinare campi e canali di parte della Bassa Pavese e dell'hinterland milanese. Il Navigliaccio in passato ha avuto problemi causati dagli scarichi delle industrie milanesi, ma si è sempre trattato di situazioni non compromettenti per la fauna ittica in una zona dove stava avvenendo un ripopolamento. Questa volta, secondo gli esperti, c'è il rischio della totale compromissione dell'habitat naturale. Negli ultimi tempi le guardie ecologiche avev-r. coperto che l'acqua era stata inquinata dagli scarichi delle risaia, ma era un fenomeno limitato alle sponde. Questa volta l'allarme è più serio. I pescatori sportivi sono preoccupati e accusano Milano: •La citta e fonte di tutti gli inquinamenti del Pavese-. Amedeo Lugaro

Persone citate: Barlassina, Passarani, Sandro Bruni