Caso Cirillo deporrà Forlani di Giuseppe Zaccaria

Caso Cirillo, deporrà Forlani La Procura di Napoli si era dimenticata di citare la de come parte lesa Caso Cirillo, deporrà Forlani I giudici interrogheranno Fattuale segretario anche se, all'epoca del sequestro br, il partito era guidato da Piccoli - La citazione perché la de querelò «l'Unità» per la pubblicazione di un rapporto dei servizi segreti risultato falso - Gli avvocati del pei potrebbero porre al leader de (allora presidente del Consiglio) domande sul ruolo degli «007» DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Il primo, serio intoppo per il nuovo segretario della democrazia cristiana è emerso ieri mattina da una piccola aula di giustizia a ridosso del carcere di Poggioreale. Arnaldo Forlani è entrato fra i comprimari di quella strana rappresentazione che agli annali giudiziari sarà trasmessa come «caso Cirillo» Dovrà comparire in aula, o accettare di essere interrogato a piazza del Gesù, fra poche settimane, non appena si comincerà a discutere della querela che il maggior partito italiano aveva presentato nell'81 contro l'Unità, organo del pei. Finora, a Napoli, tutti sembravano preoccuparsi soprattutto del fatto che un processo agli intrighi e ai patteggiamenti che accompagnarono il sequestro dell'assessore regionale non si trasformasse in un processo al partito di maggioranza relativa. Ieri, in un modo o nell'altro, questa possibilità si è aperta. Tutto deve ancora accadere. Eppure nella seconda udienza preliminare di un giudizio che non vuol saperne di prendere il largo, il tribunale si è reso conto che per una curiosa dimenticanza della Procura di Napoli al processo mancava un elementochiave Avevano tralasciato di citare in giudizio la de. partito che grazie ad alcuni grossi personaggi dei primi Anni Ottanta non solo rimane sullo sfondo dell'intero affaire, ma nell'aula ha diritto di comparire anche come parte lesa. Ieri mattina se n'è accorto per primo il presidente, Pasquale Casotti, n difensore dell'Unito, Fausto Tarsitano, subito ha chiesto che la lacuna venisse colmata: "Nell'81 — questa la sintesi del suo intervento — il segretario, e dunque legale rappresentante della de, era Flaminio Piccoli. Che venga convocato in aula». Dopo una lunga camera di consiglio, il tribunale ha deciso di compiere sul processo un piccolo intervento di plastica: la questione de-Unità viene stralj ciata dal giudizio principale per dare tempo alle cancellerie di avviare nuovi adempimenti burocratici. Esaurito il giro di carta bollata, si riprenderà il 31 marzo, riunendo nuovamente al giudizio la parte contestata: e quel giorno il rappresentante legale del partito di maggioranza dovrà essere citato come parte lesa. Vediamo cosa significa. Primo dato. Se la famosa querela [l'Unità pubblicò a firma di Marina Maresca un falso rapporto dei servizi segreti che però conteneva notizie vere) fu presentata da Flaminio Piccoli, è pur vero che oggi a rappresentare legalmente gli interessi della de è Forlani Dunque, a spiegare perché la «nuova» de chiede i conti per vecchie questioni dovrà essere proprio lui. Certo, potrà farsi rappresentare da un avvocato, ma i legali del pei, com'è ovvio, chiederanno che, in base al codice, Forlani sia sentito personalmente. Secondo punto: sarà una coincidenza perversa, ma all'epoca del sequestro Cirillo il governo era guidato proprio da Forlani, e la tesi di chi in questa storia continua a vedere uno dei più vergognosi complotti della nostra storia recente è che ad autorizzare l'intervento dei servizi segreti nell'affaire sia stato proprio l'allora presidente del Consiglio. Insomma, per uno strano incrocio di eventi, a dover comparire nel processo sarà proprio una delle persone che, per mille motivi, meno se lo sarebbe augurato. E che paradossalmente, alla guida di un partito più volte «rinnovato», rischia di uuver rispondere ad imbarazzanti quesiti sulle gesta di uomini «vecchi». Dalla sua gabbia blindata, per ora Raffaele Cutolo osserva e tace. Ieri era in aula, il «boss» della nuova camorra. Vestito come un professore, ha ascoltato a lungo i battibecchi sull'ingresso della de nel processo, ha confabulato coi suoi legali. Se i cronisti tentavano di avvicinarlo, uno schieramento di carabinieri era pronto a bloccarli. Uno gli ha gridato: ma allora, Cutolo, questi politici nel processo ci devono stare o no? Lui ha risposto, serafico: 'Non decido io, decidono i giudici...: Poco dopo, però, da quel gabbione superprotetto è filtrata un'anticipazione inquietante. «Vi siete scordati la storia di Aldo Moro?; ha chiesto il «boss» con un mezzo sorriso. La storia di Moro, in pillole, è questa: esiste un verbale (da cui, chissà per quale motivo, non è mai scaturita alcuna seria indagine) che sui rapporti fra politica, «servizi» e criminalità organizzata sembra aprire un altro squarcio inquietante. Racconta Cutolo: -Nella primavera del 78, a Salerno, ricevetti la visita di Vincenzo Casillo: veniva a chiedermi di intervenire per il rilascio del presidente della de...: Per chi non lo ricordasse Vincenzo Casillo, detto o' nirone, è quello strano personaggio che, in bilico fra camorra e servizi segreti, dopo essersi dato da fare anche per 11 rilascio di Ciro Cirillo, saltò in aria a Roma mettendo in moto una «Golf» imbottita di tritolo. Prima che per Cirillo, dun¬ que, settori della de o dello Stato avevano chiesto la mediazione di Cutolo anche per il rilascio di Moro? La circostanza pare confermata da più di un teste, compreso quel Pasquale D'Amico che nel '78, appunto, come plenipotenziario dei cutoliani sarebbe stato spedito in diverse carceri per prendere contatto coi br. Ma a che serve, undici anni dopo, rispolverare certi retroscena? A nulla, certo, se si parla ancora del terrorismo o del sequestro che sconvolse l'Italia. Ma se a fianco dei terroristi mettiamo uomini della camorra, a fianco degli agenti segreti i criminali, e se al posto dello statista c'è un assessore campano certi richiami possono acquistare un significato diverso. Cutolo, raccontando quel lontano episodio, ha voluto lanciare un altro segnale, accreditarsi nel ruolo di «grande mediatore» misconosciuto. Quando comincerà a parlare se ne vedranno delle belle. Giuseppe Zaccaria

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