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«Meno frodi in Europa» nasce il piano dei Dodici «Meno frodi in Europa» nasce il piano dei Dodici I ministri finanziari approvano proposta inglese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Lo scandalo delle frodi nella Comunità europea è stato affrontato ieri dai ministri finanziari dei Dodici, i quali hanno raccolto e fatta propria un'iniziativa britannica volta a controlli più attenti e a una severa repressione. Priva dei temuti spunti polemici, che avrebbero potuto toccare un'Italia capolista nella poco ambita classifica della disonestà europea o una Commissione Cee implicitamente accusata da Londra di non esercitare sufficienti controlli, la riunione si è risolta con l'approvazione di un documento che traccia un cauto ma concreto piano d'azione. Un primo esame del problema, che ha creato dissapori in seno alla Cee, sarà avviato fin dalla prossima settimana da un gruppo di esperti della Commissione Cee. Il loro rapporto sarà esaminato dagli stessi ministri finanziari —per l'Italia quello del Tesoro, Amato — alla loro riunione di giugno; e soltanto a quel punto Londra deciderà se portare il problema al vertice europeo di Madrid. Fra le misure concrete adottate ieri dai ministri, c'è un maggiore controllo delle esportazioni, la formulazione di un preciso rapporto annuale da parte della Commissione Cee, l'azione coordinata fra l'Unità repressione frodi (che nelle intenzioni dell'e¬ secutivo comunitario sarà portata da 6 a 18 funzionari) e le autorità nazionali, l'adozione di nuove procedure contabili per chiarire i terreni della frode, infine un più diretto coinvolgimento dei ministri finanziari. Non si esclude che già il mese prossimo, alla riunione che ha in programma la discussione della fiscalità societaria, i Dodici possano esprimere un parere sui progressi compiuti. Il problema—ha osservato il ministro Amato — è stato "affrontato senza spunti polemici, nella chiave di una più stretta collaborazione tra governi e Commissione'. Si è così evitato l'acuirsi della polemica che il presidente dell'esecutivo comunitario, Delors, non aveva esitato a raccogliere venerdì, quando aveva criticato quei Paesi — trasparente il riferimento alla Gran Bretagna — che «oggi parlano più di tutti ma che in passato hanno rifiutato l'adozione di regolamenti che avrebbero permesso chiarezza e controllo: Né il dito dell'accusa si è posato sull'Italia che ha il merito-difetto di avere uno dei più attenti sistemi di repressione; e che, per ammissione di una delegazione della Commissione Antimafia di recente a Bruxelles, ha frodato per 200 miliardi di lire nel 1987 e per 150 nell'88, limitatamente al settore agrìcolo. f.gal.

Persone citate: Delors

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Gran Bretagna, Italia, Londra, Madrid