Dopo 17 mesi pubblicati gli atti del plenum, forse una manovra elettorale

Così silurarono EItzin, il ribelle Dopo 17 mesi pubblicati gli atti del plenum, forse una manovra elettorale Così silurarono EItzin, il ribelle Durissimo l'attacco a Ligaciov: nulla è cambiato nel suo stile di lavoro - Contro le sue critiche compatti conservatori e progressisti - Jakovliev, uno dei capi dell'ala riformista: EItzin ha posto i suoi interessi al di sopra di quelli del partito NOSTRO SERVIZIO MOSCA—A quasi un anno e mezzo di distanza, escono sulla stampa gli atti del plenum del Comitato centrale dell'ottobre 1987, un plenum passato alla storia per lo scontro durissimo che oppose alcuni membri del Politbjuro, e che costò le dimissioni forzate di Boris EItzin. Un documento che conserva un interesse non solo storico, ma che rivela un'attualità sorprendente se si mette in relazione alla campagna elettorale in corso, tutto sommato piuttosto opaca, nella quale EItzin appare come una delle poche figure carismatiche, dal piglio combattivo, in grado di lanciare vere sfide alle direttive del partito. Non è forse soltanto una coincidenza se i contenuti della discussione, rimasti ignoti fino ad oggi, escono ora dalle stanze del Cremlino, probabilmente in una versione non integrale, ma che certo non aiuta la movimentata campagna elettorale del cosiddetto «enfant terrible» del partito. n suo appello all'accelerazione dei tempi di realizzazione della perestrojka non ave¬ va sfumature: 'Bisogna applicare le direttive della perestrojka nei comitati di partito, e nel partito stesso, a cominciare proprio dalla segreteria del Comitato centrale, così come venne approvato nel plenum di giugno (del 1987, ndr). Ma devo dire che benché siano già trascorsi cinque mesi, nulla è cambiato nello stile di lavoro della segreteria, ed in particolare nello stile del compagno Ligaciov. Un attacco senza peli sulla lingua a quello che all'epoca era il numero due del partito, poi a sua volta retrocesso a responsabile dell'agricoltura, che nell'ottobre dell'87 poteva contare ancora su un robusto appoggio nei vertici del Cremlino. Subito dopo Boris EItzin alza il tiro: «Mi preoccupa molto che negli ultimi tempi aumentino progressivamente gli elogi reciproci tra i membri del Politbjuro, e le lodi che questi indirizzano al Segretario Generale'. 'Lo trovo inammissibile — continua —, proprio ora che vengono criticati i modi del passato e che si incoraggia l'uso di forme più democratiche, le critiche vanno dette in faccia, dritte negli occhi, questo bisogna fare'. Altro punto dolente messo sotto accusa da EItzin è la lentezza dell'applicazione delle riforme e le false scadenze indicate dai dirigenti: 'Dall'inizio della campagna per la perestrojka si è detto che bisogna aspettare almeno due-ire anni per vederne i risultati. Ora due anni sono già passati e diciamo che bisogna attenderne altrettanti'. -Questo disorienta la gente, il partito e le masse», pensava già nell'87 EItzin, ed ora che altri due anni son trascorsi la sua analisi assume toni ancora più pessimisti. Ma uno dei dati più sorprendenti che emergono dal documento è la condanna unanime all'intervento di EItzin che schierò sulla stessa fila conservatori e progressisti del Comitato centrale. Aleksandr Jakovliev, ritenuto uno dei capi dei riformisti radicali, usò parole dure: «/I compagno EItzin ha posto la sua ambizione personale, i suoi interessi privati al di sopra di quelli del partito'-, Gorbaciov, di rincalzo, gli mosse pubblicamente le stesse accuse, seguito poi da Shevardnadze e dal primo ministro Nikolaj Ryzhkov. Ma il segretario generale andò oltre, e prese le difese di Ligaciov, indicandolo come un politico che invece si dedica anima e corpo alla causa della perestrojka. Gli attacchi a EItzin caddero a pioggia sulla sua testa, per terminare con l'atto finale del plenum, in cui egli si sottomette all'autocritica e rassegna le dimissioni dai suoi incarichi. La figura di EItzin ne esce, insomma, a brandelli, attaccata da tutto il Comitato centrale che usa nei suoi confronti toni di acido rimprovero. Quello del ruolo di critico implacabile, ma anche quello di vittima di una congiura dell'apparato di partito, è un fardello che EItzin si porta ancora appresso, spesso però con qualche segno di stanchezza. La sua campagna elettorale è stata tutta improntata sul filo doppio di alcune proposte politicamente audaci, e sulla linea difesiva di un'integrità morale che molti sono pronti a mettere in discussione. In un insolito confronto elettorale televisivo, domenica sera ha accusato gli alti dirigenti del partito di ostacolare il suo lavoro di propaganda, e allo stesso tempo si è difeso con un certo imbarazzo davanti al suo concorrente, il direttore della fabbrica di automobili Zi! Evghemj Brakov, dalle critiche sulle sue passate attività. In tono di giustificazione, ha affermato di essere un figlio del suo tempo, pur senza accettare le accuse di ambizioso e di amante del potere, che gli venivano mosse dalla platea degli elettori. Sabato scorso, durante un comizio elettorale, è arrivato a dire che negli ultimi tempi è rimasto vittima di esplicite intimidazioni dei suoi oppositori, i quali avrebbero tentato di provarlo psicologicamente con una serie ininterrotta di telefonate minatorie anonime e persino cercando di danneggiare la sua auto. Ma, malgrado tutto, il carisma che EItzin riesce ancora ad esercitare sulla gente lo indica come uno dei più probabili vincenti alle prossime elezioni. Paola Delle Fratte

Persone citate: Aleksandr Jakovliev, Boris Eitzin, Gorbaciov, Ligaciov, Nikolaj Ryzhkov, Shevardnadze

Luoghi citati: Mosca