E Biagi parla con i «grandi»

E Biagi parla con i «grandi» E Biagi parla con i «grandi» Le prime interviste con Walesa e Jaruzelski ROMA — Con un'intervista a Lech Walesa e al generale Jaruzelski, l'avvio di un'inchiesta in due parti sulla corruzione in Italia, l'autoritratto di Roberto Benigni, torna domani sera su Raiuno alle 22, 30, a quattro anni di distanza dalla precedente edizione, il programma di Enzo Biagi Linea diretta. 30 minuti dentro la cronaca. •Cercheremo di fare le cose in buona fede — ha detto ieri mattina il giornalista durante una video-conferenza stampa di presentazione tra Roma e Milano —. Il mio impegno e quello della redazione è stabilire un rapporto reale con il pubblico. Tenendo presente che la verità su questa terra l'ha portata solo una volta un signore che ha interrotto la sua vita a trentatré anni e che i contenuti della nostra trasmissione dovranno sempre rifarsi alle volontà di quel Grande Programmatore che è il Padreterno-. Biagi ha fatto sapere di avere ottenuto l'intervista con Jaruzelski dopo aver battuto la concorrenza di 82 giornalisti di tutto il mondo e ha annunciato che nell'inchiesta sulla corruzione si parlerà dell'affare delle «lenzuola d'oro» con interviste all'ex-presidente dell'Ente Ferrovie, all'ingegner Graziano, ad altri dirigenti delle Ferrovie e a gior- nalisti stranieri. Il primo direttore chiamato a presentare in diretta il giornale del giorno dopo sarà Indro Montanelli (seguiranno Nonno, Pendinelli, Scalfari, Scardocchia e Stille, tutti impegnati per un'intera settimana, dal lunedi al venerdì). Per Linea diretta (prodotto e curato da Franco Iseppi con la collaborazione di Franco Porcarelli e la regia di Enrico Boslo), Biagi ha anche intenzione di intervistare Mitterrand, il premier pakistano Benazir Bhutto, l'Iman Khomeini e Gorbaciov. «// nostro è un programma di attualità, dedicato ai fatti del giorno, ma anche a quelli che si svolgono in un arco di tempo più ampio. L'importante è ricordare quello che diceva Welles: in tv conta quello che si dice. Perché la televisione è prima di tutto una telecamera e una faccia, cioè una persona che si racconta, che si esprime». Polemizzando con i casi tanto discussi negli ultimi giorni dei programmi a rischio e dei programmi-scandalo, Enzo Biagi ha osservato: «Vzviamo in un momento di grande confusione e credo sia necessario porre dei limiti per evitare che tutti entrino nell'ordine di idee deW'adesso ti faccio vedere quello che non hai mai visto". Mi è capitato, ad esempio, di visionare un filmato di un aborto in diretta ma, state sicuri, quello nel mio programma non lo vedrete mai. La tv presenta dei pericoli: quando una telefonata anonima può distruggere la reputazione di una persona o quando la cronaca di un processo in pretura viene fatta con una telecamera e quindi perde quelle sfumature che il testo scritto può offrire al lettore». Biagi, che ha 68 anni e dice di potersi dichiarare 'ragionevolmente felice», ha anche parlato della sua decisione di abbandonare il quotidiano la Repubblica e di passare al Corriere della sera, su cui comincerà a scrivere tra un mese perché non si sente «un treno intercity". Sull'informazione e gli spot nelle tv commerciali Biagi ha poi aggiunto: 'Credo che le private potrebbero fare tante cose in più di quelle che fanno. So anche che Forlani non è stalo molto conlento di vedersi interrotto dalla reclame dei sughi di pomodoro, ma gli è andata bene perché potevano capitargli i profilattici. Per quanto mi riguarda io sto bene dove sto, cioè alla Rai-. f.c.

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma