Parisi da Seul verso l'iride

Parisi, da Seul verso l'iride PUGILATO Il calabrese di Voghera prosegue la sua ascesa Parisi, da Seul verso l'iride L'azzurro vuole arrivare al titolo mondiale come le altre medaglie d'oro, Oliva e Stecca Ieri ad Acqui vittoria per Lo. alla seconda ripresa contro l'americano Campbell DAL NOSTRO INVIATO ACQUI TERME — Giovannino Parisi, un grande avvenire davanti grazie a quell'oro di Seul che è ormai alle spalle. Il calabrese di Voghera ha iniziato la carriera professionistica non dall'ultimo gradino come la maggioranza dei suoi colleghi pugili ma già a metà della scala. La Rai-tv, giudicandolo una carta vincente, l'unica valida, forse, per reggere al confronto con la strapotenza finanziaria delle tv commerciali, lo ha ottenuto in esclusiva garantendogli un tappeto di dirette sin dai primi passi. Il contratto principesco che lo lega al manager Silverio Gresta, lo stesso dell'ex campione del mondo Gianfranco Rosi, gli garantisce un introito mensile più che sufficiente per dimenticare un passato di modestia e pensare a costruire un agiato futuro. Parisi ha debuttato al professionismo a fine febbraio a Vibo Valentia, la sua città d'origine, e il suo esordio è costato all'organizzatore Lorenzo Spagnoli una cifra lorda di 13 milioni, una borsa che i pugili in genere conquistano all'apice della carriera. Giovannino in quell'occasione dimostrò di essere già il personaggio giusto per dare un futuro alla boxe italiana. Dopo quella rapida vittoria per k.o. sull'americano Kenny Brown, Giovannino Parisi ha compiuto ieri sera sul ring di Acqui Terme la seconda remunerativa tappa della sua carriera professionistica, riservando allo statunitense di colore, Arvell Campbell un trattamento ancor più perentorio di quello usato un mese fa a Kenny Brown. Campbell, un ventiduenne di colore, è riuscito a resistere sul ring di fronte a Parisi per non più di tre minuti e mezzo. L'olimpionico, che prima del combattimento è stato unito in una simbolica premiazione a Franco Musso, campione olimpionico dei pesi piuma nel 1960 a Roma, ha subito saggiato le forze del suo avversario con un gran gancio sinistro che ha mandato il negro al tappeto. Resosi conto che l'americano non era poi cosi pericoloso, Parisi lo ha lasciato sfogare, poi all'inizio della seconda ripresa ha accentuato la sua aggressività. Giovannino ha inquadrato bene il bersaglio, ha lasciato che Campbell gli si avventasse addosso, poi, con un mezzo passo laterale, ha scaricato un perfetto destro che ha colto il negro alla punta del mento. Un k.o. inesorabile, una conferma ulteriore delle grandi doti del pugile di Voghera. Ma Parisi le tappe verso il trionfo le vuole bruciare e d'accordo con lui sono il suo manager Gresta e l'organizzatore Spagnoli il quale, ringraziando la scarsa esperienza del figlio di Rodolfo Sabatini si è visto piovere addosso l'imprevista fortuna di un «predestinato» da amministrare. «Con quattro sigle mondiali che possono proporre dei campionati del mondo — dice Spagnoli — i tempi di rodaggio si sono sensibilmente accorciati. Noi continuiamo nel piano di valorizzazione progressiva del pugile, aumentando gradatamente le difficoltà degli impegni e poi, al momento opportuno, coglieremo la prima occasione trascurando traguardi intermedi a livello nazionale od europeo che a parità di rischi non convengono più-. Nel quadro di questa ascesa verso le vette. Parisi combatterà il 12 aprile (a Sanremo o in Abruzzo, decisione da prendere a giorni ) in una riunione che potrebbe comprendere il mondiale superleggeri Wba tra l'argentino Coggi ed un coreano e poi andrà in Usa, sempre sotto le ali protettrici della Rai-tv, a fare da sottoclou al campionato del mondo dei medi junior Ibf tra l'americano Van Hoorn ed il nostro Rosi, in programma il 22 aprile ad Atlantic City. Ha il vento alle spalle. Giovannino, sta a lui alzare le vele in modo giusto. Gianni Pignata