Qualche spiraglio per gli allevatori

Qualche spiraglio per gli allevatori Qualche spiraglio per gli allevatori VERONA — La zootecnia italiana, pur in crisi, sembra aver trovato una strada per risollevarsi. Fondamentale in questa azione di rinascita è la grande professionalità dei nostri allevatori. Di queste difficoltà, e della possibilità di ripresa, si parlerà molto negli otto giorni di Fiera, alla quale l'Ala (Associazione italiana allevatori) partecipa con una mostra collettiva, presentando ai visitatori tutte le razze bovine italiane, quattro razze equine, oltre a suini, ovi-caprinl. In attesa dei dibattiti e delle indicazioni che arriveranno dalla rassegna veronese, abbiamo voluto sentire il nuovo presidente dall'Aia, Palmiro Villa. Qual è il settore che va peggio e quale meglio? 'L'inizio del 1989 conferma un andamento buono per la produzione del latte (del cui recente accordo sul prezzo parla in questa pagina Fortunato Tirelli - ndr), discreto per i comparti suino e avicolo e, dopo un lungo periodo di difficoltà di mercato, anche per la carne bovina la situazione è migliorata. Ciò non consente di poter affermare che la crisi sia ormai alle spalle per la carne, ed è per questo che l'Aia continua a sostenere ogni iniziativa per rilanciare la giusta immagine di questo prodotto-. Se lei fosse ministro dell'Agricoltura, quali misure prenderebbe per risolvere la crisi zootecnica? «Ai di là della battuta, mi rendo conto come siano momenti diffìcili, questi, per chi presiede il ministero di via XX Settembre: in un regime di contenimento della spesa e di riassetto di bilancio, sia in Italia che nella Cee, i mezzi sono sempre inferiori alle aspettative'. Ma la zootecnia non meriterebbe un'attenzione particolare? «Sì, la zootecnia è fra le attività agricole che comportano maggiori investimenti e quindi richiede un quadro di riferimento sufficientemente preciso, con dati sui quali basare le scelte imprenditoriali^ investimenti e scelte che deb: bono rafforzare la struttura produttiva e quella di commercializzazione, poiché la caduta delle barriere, prevista per il 1993, è una competizione obbligata'. Cosa propone l'Aia in questa situazione? 'Le vie maestre, che i produttori zootecnici hanno dimostrato di apprezzare, riguardano la genetica e quindi il miglioramento delle razze e la loro produttività. Dobbiamo anche insistere nei programmi di assistenza tecnica, per curare la fertilità, l'alimentazione, la gestione aziendale e la qualità del prodotto. Il ministero deve prestare attenzione anche alla promozione commerciale che deve rappresentare la possibilità di collocazione prioritaria dei prodotti zootecnici nazionali rispetto al 40% del prodotto importato. Si conferma quindi la necessità di un impegno deciso e determinato per far crescere la partecipazione dei produttori nella gestione del mercato. Un quarto momento riguarda la politica sanitaria nel settore zootecnico, quindi la profilassi e il coordinamento degli interventi per migliorarne l'efficacia. La politica sanitaria è il presupposto di ogni programma'. A proposito di sanità, pare che in Piemonte di recente siano stati abbattuti 13 mila bovini affetti da tubercolosi e brucellosi: ini sembra molto grave che queste malattie esistano ancor oggi, alle soglie del Duemila. E' un caso solo piemontese, o riguarda tutta l'Italia? 'Ciò che lei dice è in gran parte vero. Non possiamo allentare le difese nei confroti della tbc, della brucellosi e della leucosi, nelle aree risanate, che sono la stragrande maggioranza del Paese; e dobbiamo assecondare rigorosi piani di sradicazione per le aree, limitate a dire il vero, ma fra le quali dobbiamo purtroppo annoverare zone del Piemonte, in cui queste forme subdole sono ancora presenti'. Gli allevatori collaborano con l'opera di risanamento? 'Gli allevatori seguono e si sentono coinvolti nelle profilassi e nelle azioni rigorose predisposte dal responsabile regionale alla Sanità animale e non mancheranno di dare tutta la loro collaborazione. Le azioni che stiamo sostenendo attraverso i nostri uffici tecnici sanitari partono dal desiderio di riuscire a mobilitare ogni energia veterinaria per azioni di profilassi capillari e permanenti. Non è ozioso ricordare che sanità animale vuol dire produttività sicura. Quindi reddito per gli allevatori, prodotti sicuri per i consumatori e certezze di mercato anche fuori dai nostri confini-. Comunque, le incertezze per gli allevatori sono molte... •Si. ma occorre proprio rasserenare l'orizzonte dell'imprenditore zootecnico dalle tante incertezze; al presente esiste preoccupazione per l'attuazione del regime delle quote, onde evitare che i progressi produttivi possano essere penalizzati. Occorrono infine coinvolgimenti opportuni degli allevatori nelle azioni a difesa dell'ambiente, avendo presente che il mantenimento dell'attuale patrimonio zootecnico rappresenta con la produzione di letame e le rotazioni agronomiche una prima forte riposta alle massicce fertilizzazioni chimiche dei terreni-. Livio Burato

Persone citate: Fiera, Livio Burato, Palmiro Villa, Tirelli

Luoghi citati: Aia, Italia, Piemonte, Verona