Dopo Berlino i rosso-verdi vanno all'assalto degl'Assia di Alfredo Venturi

Dopo Berlino i rosso-verdi vanno all'assalto degl'Assia Oggi un voto amministrativo con pesanti riflessi politici Dopo Berlino i rosso-verdi vanno all'assalto degl'Assia Nel Land di Francoforte potrebbe ripetersi la coalizione tra socialdemocratici ed ecologisti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Mentre a Berlino si perfeziona l'amministrazione rosso-verde uscita dal risultato del 29 gennaio, si vota oggi a Francoforte e negli altri Comuni dell'Assia. In un quadro politico che appare complessivamente in movimento, l'attenzione degli osservatori tedeschi si concentra sull'appuntamento più importante: tardo autunno 1990, elezioni per il rinnovo del Bundestag. I sondaggi dicono che, se si votasse oggi, l'attuale coalizione di democristiani e liberali verrebbe duramente penalizzata: sulla carta si profilerebbe dunque all'orizzonte federale la stessa soluzione rosso-verde che giovedì trionferà a Berlino. II voto comunale in Assia (quattro milioni di elettori) è l'ultima scadenza prima delle elezioni europee di giugno: e anche qui è in gioco il potere democristiano in molte città. In particolare Francoforte, dove Volker Hauff, l'autore del piano so¬ cialdemocratico per l'uscita graduale dal nucleare, tenta la conquista del governo cittadino. Proprio in Assia, alle elezioni regionali dell'87, la Cdu ebbe la sua ultima affermazione (più 2,7 per cento), prima di una serie impressionante di rovesci. Guidata da Walter Wallmann, il combattivo capo del governo regionale a Wiesbaden, la Cdu dell'Assia cerca di contrattaccare agitando lo spauracchio rosso-verde: proprio in questo Land si registrò fra l'86 e l'87 l'unico precedente di coalizione fra socialdemocratici e ecologisti, e il bilancio di quel governo non fu proprio esaltante. Del resto la destra democristiana non esita, di fronte al riproporsi di questa prospettiva, a parlare di catastrofe politica. Lo ha fatto ieri per esempio Alfred Dregger, il capogruppo Cdu al Bundestag, riferendosi allo sbocco ormai scontato delle lunghe trattative a Berlino. Dregger ha invocato in proposito una caratteristica locale: si chiamano al go¬ verno della città, ha detto, i rappresentanti di quella lista alternativa (Verdi più radicali di sinistra), che chiede l'uscita della Repubblica Federale dall'alleanza atlantica e delle potenze garanti da Berlino. Tre senatori, cosi si chiamano 1 ministri del governo cittadino, saranno scelti giovedì, quando l'assemblea locale nominerà il nuovo governo, fra i rangld alternativi: precisamente i responsabili dell'Ambiente, della Famiglia, dell'Istruzione. E del resto la soluzione berlinese preoccupa anche una parte della stessa socialdemocrazia. In un momento infatti che vede la Cdu per varie ragioni costretta a sbilanciarsi verso destra (la scomparsa di Franz-Josef Strauss, l'affermazione concorrenziale dei Republikaner), si apre evidentemente all'Spd uno spazio al centro. Ma molti socialdemocratici temono di non potere occupare quello spazio, se un'alleanza come quella in preparazione a Berlino li sbilancia, a loro volta, verso sinistra. Per cui alla fine le proteste democristiane per la scelta di Walter Momper, il futuro borgomastro di Berlino, appaiono puramente protocollari: in realtà xm'Spd alleata dei Verdi corrisponde perfettamente all'interesse della Cdu. La prospettiva del governo di sinistra da questa parte del Muro è seguita dall'altra parte con molta attenzione. Secondo quanto rivéla il settimanale Der Spiegel il capo dello Stato e del partito tedesco-orientale, Erich Honecker, ha indirizzato a Walter Momper una serie di proposte, dirette a facilitare gli scambi fra la Repubblica Democratica Tedesca e Berlino-Ovest. 1,'Spd berlinese non ha confermato, ma nemmeno smentito. Il settimanale parla anche della proposta di contatti a livello parlamentare (con la sola esclusione, precisa Honecker, dei deputati Republikaner), e di forme di cooperazione industriale. Alfredo Venturi