Parigi, il nemico è l'astensione di Enrico Singer

Parigi, il nemico è l'astensione La disaffezione degli elettori potrebbe pesare anche sulle Comunali Parigi, il nemico è l'astensione I centri importanti dove è possibile una svolta sono soltanto una quarantina - A Marsiglia lotta fratricida tra due socialisti - A Lione un neogollista insidia il luogotenente di Barre DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Negli stati maggiori dei grandi partiti, a destra come a sinistra, la risposta è la stessa: il nemico più pericoloso, questa volta, non è tanto l'avversario quanto l'astensione. Nei 36.736 Comuni di Francia si combatteranno oggi altrettanti duelli per eleggere il sindaco e i consiglieri e tutti sono già pronti a scommettere sui risultati (i Comuni importanti che potrebbero cambiare «colore» sono soltanto una quarantina), ma nessuno si azzarda a prevedere con quale percentuale di voti espressi saranno decise le tante battaglie locali. Questa incertezza è, forse, il maggiore elemento di suspense delle elezioni municipali. Di sicuro è il responso più atteso dai politologi francesi che cercano di interpretare la fulminante crescita del 'partito dell'astensione'. Un «partito» che. dal 18.6 per cento (questa fu la percentuale dei non votanti nelle presidenziali del maggio '88) è passato al 34,2 nelle legislative di giugno e al 50,8 nelle cantonali di ottobre per raggiungere la vetta — mai toccata prima — del 62,6 per cento nel referendum del novembre scorso sull'avvenire istituzionale della Nuova Caledoni a. Le municipali invertiranno la tendenza? Certo, pochi si illudono di poter tornare oggi (o nel secondo turno in programma domenica prossima) alle percentuali di votanti registrate nelle amministrative del 1977 (il 77,8) o in quelle dell'83 (il 78,4). Ma l'interesse per la posta in gioco — che è grande perché grande in Francia è il potere dei Comuni e dei loro sindaci — dovrebbe correggere in positivo i dati che negli ultimi nove mesi hanno fatto tremare i responsabili dei partiti e hanno acceso le polemiche sulla crisi della passione politica in un Paese che ha sempre vissuto sui grandi confronti tra la gauche e la droite. Ma le municipali versione '89 sembrano avere riacceso la passione soprattutto dove lo scontro si gioca all'interno degli schieramen¬ ti della sinistra e della destra. Due i casi-simbolo: Marsiglia e Lione, la seconda e la terza città di Francia. A Marsiglia si presentano, per la prima volta, l'uno contro l'altro due candidati di fede socialista (uno ufficiale, l'altro «scomunicato» dal partito). A Lione, ed anche questa è una «prima», il sindaco centrista è sfidato da uno dei giovani leoni neogollisti. Ed anche se il sistema elettorale (maggioritario con ballottaggio) prevede quelle che vengono chiamate le 'primarie' in un campo o nell'altro, i casi dì Marsiglia e di Lione sono davvero significativi. A Marsiglia, città retta da trent'anni dalla sinistra, è il sindaco in carica, Robert Vigouroux. che ha deciso di opporsi al candidato designato dal partito socialista (e appoggiato da quello comunista), Michel Pezet. La guerra fratricida tra Vigouroux e Pezet potrebbe favorire il candidato unico del centro-destra, Jean-Claude Gaudin, che è uno dei grandi leaders dell'Udf (centristi). Un'eventuale vittoria di Gaudin nella «rossa» Marsiglia, che fu feudo di Gaston Defferre, sarebbe clamorosa. Ma ancora più clamoroso è lo «strappo» di Vigouroux nei confronti dei vertici del ps. E la sua vittoria — che appare possibile — sarebbe una prova del nuovo rapporto tra elettori e partiti che si va delineando in Francia. A Lione la situazione è più «classica», ma non per questo meno tesa. Qui è Michel Noir, neogollista ex ministro del Commercio estero, che ha lanciato il guanto di sfida al sindaco uscente, Francisque Collomb, centrista, storico luogotenente del leader liberale Raymond Barre. La lotta, insomma, è tra le due anime della droite. Ma è anche lotta tra due personaggi che nessun apparato di partito è riuscito a comporre. E questo ha mobilitato i lionesi. Almeno molto di più di quanto la scontata vittoria a valanga di Jacques Chirac nella capitale non abbia mobilitato i parigini che, già da venerdì sera, intasavano le strade del week-end. Enrico Singer

Persone citate: Barre, Claude Gaudin, Collomb, Gaston Defferre, Gaudin, Jacques Chirac, Michel Noir, Michel Pezet, Raymond Barre, Robert Vigouroux