Vola la nuova Mediobanca di Valeria Sacchi

Vola la nuova Mediobanca Nel primo semèstre «privato» i profitti sono saliti di un terzo Vola la nuova Mediobanca L'utile lordo ha toccato i 163 miliardi, 51 in più rispetto all'anno scorso - Problemi per la quota Imi se dovesse andare in porto il progetto di assorbimento del Banco di Roma MILANO - Sono andati bene i primi sei mesi della Mediobanca privata. Ieri il consiglio di amministrazione dell'istituto ha esanimato la relazione semestrale al 31 dicembre che chiude con un utile lordo pari a 163 miliardi, contro 1111,6 miliardi del primo semestre 1987/88.151 miliardi In più sono il risultato di un aumento di 64,4 miliardi nel saldo della gestione ordinaria e di una riduzione di 13 miliardi nel saldo delle partite straordinarie. Anche il calo di 275 miliardi nei mezzi di provvista (che ammontano a 2540 miliardi) è nettamente inferiore al calo di 502 miliardi registrato nel corrispondente periodo del precedente esercizio, mentre i finanziamenti sono aumentati di 550 miliardi (6,4%) contro 150,7 miliardi, sfiorando i 9150 miliardi. I titoli di proprietà sono iscritti per un valore che supera i 1000 miliardi. Tra i movimenti di portafoglio notiamo un ritocco nelle quote Burgo (al 14,71%) e Gemma (13,26%), la presenza del 9,95% della Immobiliare Metanopoli, del 7,23% di Pirellina, del 5,45% di Generali, del 3,5% di Ferfin e un nuovo 1% di BHF (investimento di 14,7 miliardi). E' registrata la cessione, per 238 miliardi, di titoli Midi (passati alle Generali) e un successivo acquisto (dopo la chiusura del semestre) dello 0,10% di Midi (oltre 9 miliardi). Recente anche l'I,2% di Himont e lo 0,51% di Sai, a conferma della nuova alleanza Cuccia-Ligresti. Mediobanca ha inoltre fornito la composizione dell'azionariato. Allianz, Fiat, Fondiaria, Generali, Lazard, Olivetti, Pesenti, Pirelli, Sai, Fin.Priv hanno il 2% a testa, seguono Pecci (1,2%) Gaich (0,84%), BHF (0,8), Marzotto (0,7%), Cerutti (0,56%), Stefanel (0,5%), Ferrerò (0,47c). Questo per il 25% privato. Segue il 25% Iri: Comit (8,82%), Credit (8,81%) e Bancoroma (7,37%). n resto è suddiviso tra i fondi (6,3%) e 46.000 azionisti. Dopo il consiglio, si è riunito, previa colazione, il sindacato degli azionisti privati: sembra abbiano deciso di mantenere il 2% in Fin. priv (la finanziaria il cui capitale in quote del 12,5% è suddiviso tra Fiat, Fondiaria, Generali, Lazard, Olivetti, Pesenti, Pirelli e Sai). Giovedì, dopo la riunione del comitato di presidenza. Uri ha ufficialmente riconfermato la volontà di mantenere in seno al gruppo pubblico la maggioranza assoluta delle tre Bin. E" noto del resto che, almeno per quanto riguarda Comit e Crediti, llri non intende cedere, ma anzi è favorevole al loro rafforzamento. Diverse le pressioni per quanto riguarda il Banco di Roma, cui aspirerebbe l'Imi (il quale però con la Manusardi non ha dato prova di essere un brillante banchiere). Ad insistere in questo senso è soprattutto il direttore generale Rainer Masera. Ma ultimamente il progetto avrebbe trovato appoggio anche in sedi politiche (tra l'altro presso il vicepresidente socialista del Santo Spirito, Imperatori). Se l'ipotesi di passaggio del Banco di Roma all'Imi dovesse andare avanti, si porrebbe il problema di trovare un diverso collocamento per la partecipazione Mediobanca che si trova nel suo portafoglio. Valeria Sacchi

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