«Jaruzelski non può più tirarsi indietro»

« Jaruzelski non può più tirarsi indietro» Gli esperti di Solidarnosc valutano la proposta del governo per una libera elezione del Senato « Jaruzelski non può più tirarsi indietro» NOSTRO SERVIZIO VARSAVIA — La proposta del governo polacco a Solidarnosc per la creazione di una Camera Alta, un Senato della Repubblica liberamente eletto da affiancare ai 460 deputati della Dieta nazionale sembra aver sbloccato i negoziati alla -tavola rotonda» tra il regime e l'opposizione. Le prime reazioni all'offerta di libere elezioni, modellate sullo schema delle democrazie occidentali, sono largamente positive. Per Jacek Kuron, consigliere dì SoljL- I darnose, una delle condizioni. per il successo della trattati va è che la popolazione accetti il patto sociale. «£ questo non è scontato: il punto decisivo è se la vita sarà migliore dopo la tavola rotonda. Il nostro Paese è in rovina. La maggioranza dei polacchi si preoccupa più del prezzo della carne che non dell'accordo elettorale: Tra i membri del poup (il partito comunista al potere) e quelli dell'opposizione la paura è la stessa: la paura che sia troppo tardi, la paura che un incidente possa dare fuoco alle polveri facendo ■ esplodere le iepsjjjni sociali e rcon esse il fragile edificio che si sta costruendo. 'Anche con la migliore volontà di emtrambe le parti, lutto può ancora andare a picco», dice Kuron. «E allora tutti avremmo perduto». 'Ci muoviamo verso una democrazia consensuale piuttosto che una democrazia parlamentare», osserva Tadeusz Mazowiecki, uno dei principali negoziatori dell'opposizione. «Ma è difficile oggi immaginare quello che sarà il nuovo Parlamento, quello che sarà il Paese. Il cemento che ci tiene uniti, da agosto, èJSglidarnosc. Ma dopó??Quel'cemenlo può salta¬ re, non tenere più. Oggi non sappiamo quello che ci aspetta». E il «patto», fin dove si spingerà? -Sarà un meccanismo che inciderà nei vari gangli della vita pubblica o si fermerà alla Dieta?», si chiede Mazowiecki. "Molto dipenderà dalla pazienza degli uomini». Kuron ritiene che «i salti fatti dal governo siano rischiosi, perché potrebbero far montare il malcontento della base». Per esempio: passare al mercato libero dall'oggi al domani «vorrebbe dire un aumento dei prezzi del 300 per cento». Ma ci sono rischi anche per l'opposizione. Fino a che punto si può credere alla buona fede del governo? Mazowiecki alza le braccia: e chi può dirlo. 'Chi può darci garanzie?», incalza Kuron. 'L'Urss, gli Usa? In questi casi non esistono garanzie». Ad ogni buon conto Solidarnosc pretenderà che tutto venga scritto, nero su bianco, 'perché sia tutto ben chiaro per la gente-. In realtà, conclude Mazowiecki, 'io ritengo che il potere sappia benissimo che il passo compiuto è irreversibi¬ le. A questi negoziali hanno partecipato centinaia di persone: da una parte e dall'altra: e questo non può non aver lasciato tracce-. 'Il problema — conclude un esperto occidentale dei Paesi socialisti — è che i comunisti non giocano al poker, ma agli scacchi-. Dopotutto, più che la chiave di un accordo con l'opposizione, per quanto precario, essi sembrano oggi desiderare nuovi crediti dall'Occidente. E questo, in ogni caso, è quello che più o meno molti pensano a Varsavia. e. st.

Persone citate: Jacek Kuron, Jaruzelski, Kuron, Mazowiecki, Tadeusz Mazowiecki

Luoghi citati: Urss, Usa, Varsavia