La facoltà di vergogna

La facoltà di vergogna La facoltà di vergogna RENATA PISU lenza carnale a un altro lui a Non so se qualcuno ha riflettuto sul fatto che la legge sulla violenza sessuale, benché presentata come legge delle donne e per le donne, può tutelare anche gli uomini. Vi si afferma infatti che la violenza sessuale è un reato contro la persona. E la persona fisica e concreta, al contrario di quella giuridica, non è mai neutra: o è un uomo oppure una donna, non ci sono santi. Ora le donne cantano vittoria perché la Camera ha approvato la procedibilità d'ufficio, ma non mi sembra che si tratti di un grande passo in avanti per la dignità della donna, giudicata un'eterna minorenne, incapace di intendere da sola qual è il suo bene, costretta per legge a subire, dopo la violenza fisica, anche un processo in cui è inevitabilmente sottoposta a violenza psicologica. Il bello però è che la procedibilità d'ufficio — mi correggano i giuristi se sbaglio — per il reato di violenza carnale contro la persona, presenta un interessante risvolto. Mi spiego: se un lui, da solo o in gruppo, per puro sfregio o per un saldo di conti, in una periferia urbana o in un carcere, usa vio- lenza carnale a un altro lui, a norma di legge si dovrà procedere d'ufficio. Vi sarà un processo. Vi saranno avvocati della difesa che sottoporranno la vittima a domande insidiose, ma giudicate pertinenti se la vittima è donna, domande tipo: «Lei per caso ancheggiava? Portava jeans attillati?». Ve le immaginate domande del genere rivolte a un uomo che per il fatto di esser stato carnalmente violentato non è detto che sia una femminella. Né che sia terzo sesso. E poi, anche se lo fosse? Ecco, un processo del genere non riesco proprio a immaginarlo e penso che nessun uomo vittima di violenza carnale lo sopporterebbe perché agli uomini è da sempre riconosciuta dignità in quanto persone, soprattutto il diritto di difendere da qualsiasi ingerenza o indiscrezione la loro sfera intima, la loro sessualità. In parole povere, agli uomini è '.oncessa la facoltà di vergogna. Ora, con questa legge che punisce la violenza sessuale contro la persona e prevede la procedibilità d'ufficio, anche agli uomini malauguratamente vittime di violenza carnale potrà succedere di essere pubblicamente svergognati. Ma era questo che volevano le donne nel loro delirio di giustizia? Se così fosse, ci sono riuscite. Anche gli uomini conosceranno la vergogna. A meno che il doppio regime che è stato bocciato dalla Càmera e che prevedeva procedibilità d'ufficio in tutti i casi salvo quando la violenza sessuale avviene all'interno della coppia, non venga reintrodotto distinguendo tra reato di violenza sessuale commesso nei confronti delle donne e stesso reato commesso nei confronti degli uomini perseguibile non d'ufficio ma su querela di parte. Ora il Parlamento è in pausa di riflessione. Che si rifletta anche su questo punto? Può darsi. Ma allora bisognerebbe dire chiaramente che l'uomo non è persona, ovvero che si dice persona ma si intende in realtà donna. Premessa dalla quale deriverebbe che la legge non è uguale per tutti. Splendido risultato per una legge che è in ballo ormai da dieci anni.