Berlusconi-Maxwell per l'Europa

Berlusconi-Maxwell per l'Europa Accordo in vista per una integrazione televisiva e cinematografica Berlusconi-Maxwell per l'Europa Il progetto prevede una rete continentale, la produzione di film e spettacoli, la creazione di una catena di sale Nell'accordo sembrano coinvolti anche i due uomini d'affari Parretti e Fiorini ai quali fanno capo Pathé Cinema, la Cannon e la New World Entertainment, ma alla Fininvest dicono: con loro sono solo contatti MILANO — Si profila un'alleanza europea tra Robert Maxwell e Silvio Berlusconi. I due editori stanno'trattando la definizione di un progetto organico di collaborazione in campo televisivo e cinematografico. Le trattative sono state avviate lo scorso novembre quando Maxwell venne in Italia per presentare i suoi programmi e sono poi continuate nei primi mesi di quest'anno. In particolare il confronto ha avuto un'accelerazione in febbraio con un viaggio a Londra di Berlusconi proprio per incontrare il corpulento editore britannico. Il piano di lavoro si basa su tre punti: collegamento televisivo europeo, produzioni di film e spettacoli, creazione di una catena di sale cinematografiche sovrannazionale. Ambienti della Fininvest, la holding di Berlusconi, hanno confermato, pur senza entrare nei dettagli, le trattative con Maxwell che potrebbero presto portare alla definizione di un'intesa. L'avvicinamento tra due grandi editori europei conferma la vivacità del mercato del media dove ogni giorno non mancano le novità in merito a enormi concentrazioni (come quella negli Usa tra Time e Warner) o ipotesi di acquisizione. Una situazione di grande movimento nella quale vogliono ritagliarsi qualche spazio anche personaggi minori e discussi. Come ad esempio 1 due uomini d'affari Giancarlo Parretti e Florio Fiorini cui fanno capo Pathé Cinema, Cannon e New world entertainment. Parretti e Fiorini, negli ultimi tempi, hanno cercato di stringere rapporti con Berlusconi e Maxwell ai quali hanno chiesto di partecipare alla sottoscrizione di un ingente aumento di capitale di Pathé Cinema. Anzi ieri, secondo quanto riporta il Financial Times, Fiorini ha detto che con Berlusconi, Maxwell e Parretti, dovrebbe essere firmata una lettera di intenti a fine mese per la creazione di un gruppo integrato attivo nella produzione di film e programmi televisivi, con a disposizione un circuito di oltre 2000 sa¬ le cinematografiche. Questa affermazione di Fiorini è stata ridimensionata dai collaboratori di Berlusconi i quali hanno precisato che ci sono stati solo contatti esplorativi e niente di più. Lo stesso presidente della Fininvest, rilevano le stesse fonti, non si è incontrato con Parretti. Quest'ultimo è al centro di diverse inchieste giornalistiche, in Italia, Francia e Stati Uniti, che ne hanno sottolineato gli aspetti più controversi. Business week lo ha addirittura accusato di riciclare denaro sporco e di avere contatti con famiglie mafiose. Accuse seccamente respinte dal finanziere. Ieri, comunque, si è appreso che il misterioso Parretti sarà processato 115 aprile prossimo a Napoli per bancarotta fraudolenta. L'accusa è relativa al fallimento del quotidiano il Diario, fondato nel '79 dall'ex cameriere di Orvieto con altri tre soci. Ma perché Parretti e Fiorini cercano di inserirsi in queste importanti trattative? La risposta è difficile. Forse hanno assolutamente bisogno di tro¬ vare partner qualificati ai quali appoggiarsi per allontanare i numerosi sospetti sulle loro attività. Che rapporti ci sono tra Berlusconi e Parretti? L'unico contatto è questo: due uomini della Fininvest, Carlo Bernasconi e Angelo Codignoni, sono entrati nel consiglio di amministrazione di Pathé Cinema, ma solo in veste di osservatori. Naturalmente a Berlusconi interessano molto le sale cinematografiche (ne possiede 300 in Italia), ma per il momento non ha deciso se partecipare all'aumento di capitale di Pathé. Probabilmente il patron di Canale 5 sarebbe più interessato ad acquisire la maggioranza della catena francese (oltre 2000 sale) piuttosto che avere una' posizione di minoranza con un socio di controllo scomodo e poco trasparente. Berlusconi in questo momento è severamente impegnato su diversi fronti e le sue mosse possono essere decisive per lo sviluppo futuro del gruppo. L'accordo con Maxwell, se andrà in porto, avrà conseguenze rilevanti in campo televisivo con significative collaborazioni in tutta Europa. L'editore inglese è azionista con il 12,5% di TF1, controllato da Francis Bouygues, ma vorrebbe accrescere la sua quota. Dall'altra parte Berlusconi, in difficoltà per l'andamento de La Cinq, è diventato socio dello, stesso Bouygues e del tedesco Leo Kirsch per ottenere l'assegnazione di uno o più canali disponibili sul satellite francese Tdf-i. Proprio in Francia il nuovo asse italo-britannico potrebbe cimentarsi nella prima impresa. La Fininvest in soli dieci anni è diventata una delle maggiori holding della comunicazione a livello intemazionale: per le sole attivitivà editoriali il suo giro d'affari è stato nell'87 di circa 3400 miliardi, un livello che la colloca al 14° posto nel mondo. La Maxwell communication ha realizzato nell'87 un fatturato di 2000 miliardi che dovrebbe essere raddoppiato nell'88 con le acquisizioni della Macmillan e di Officiai airlines guides. Rinaldo Gianola