Gardini sfida i re della vela

Gardini sfida i re della vela Una barca italiana parteciperà alla prossima Coppa America Gardini sfida i re della vela L'imbarcazione, lunga 22 metri, si chiamerà «Il Moro» e sarà costruita a Venezia Avrà un albero alto più di trenta metri - Previsto un investimento di trenta miliardi MILANO — Le azioni dell'immagine-Italia sono risalite negli Stati Uniti da quando Raul Gardini ha annunciato la sua partecipazione alla prossima Coppa America; gli addetti ai lavori sono favorevolmente impressionati da come questa sfida veneziana è stata impostata fin dall'inizio. Gardini ha promesso lo stesso criterio con cui si gestisce una grande azienda e un solo obiettivo: vincere. L'imbarcazione italiana si chiamerà «Il Moro di Venezia» e sarà bianca con una striscia orizzontale verde brillante; lungo circa 22 metri, avrà un albero alto più di 30 ed una superficie velica totale di oltre 400 metri quadri e parteciperà all'America's Cup 1991. Per disegnarlo è stato incaricato l'architetto argentino German Frers, che si avvarrà di un team progettuale allargato. Per arrivare allo scafo definitivo sarà necessario costruire due, tre o forse quattro barche. Per la sua partecipazione alla prossima America's Cup Gardini ha previsto un investimento che dovrebbe raggiungere i 30 miliardi e un suo impegno di tempo costante: tre riunioni settimanali nella sede milanese del Gruppo Ferruzzi dove il nuovo consorzio ha installato un vero e proprio quartiere generale. Ad esso fanno capo Paul Cayard, il californiano Campione mondiale Star e veterano di Coppa, Gabriele Rafanelli e Adam Ostenfeld, regolatore delle vele sulla barca di Dennis Conner, oltre naturalmente a German Frers. Paul Cayard ha in pratica assunto il ruolo di skipper; esclusivamente a lui spetteranno la selezione dell'equipaggio, i criteri di preparazione degli uomini, la scelta dei luoghi d'allenamento. Gabriele Rafanelli si occuperà dei materiali e delle attrezzature, Adam Ostenfeld è il responsabile del progetto. Tutte le barche ver- ranno costruite a Venezia in un cantiere che verrà allestito per l'occasione e che si occuperà anche della realizzazione degli alberi. Il via alla progettazione vera e propria verrà dato soltanto quando la Corte Suprema di New York avrà deciso il luogo in cui si disputerà la Coppa; oggi, soprattutto per Coppa America, la progettazione di uno scafo vincente deve tener conto di tutte le varianti legate alle condizioni locali di mare e vento. La partecipazione della Compagnia della Vela di Venezia, che ha lanciato la sfida per Raul Gardini, è comunque certa, quale che sia la decisione del giudice Ciparik sul luogo in cui si disputerà la ventottesima edizione della Coppa, la barca italiana sarà al via; anche se si tratterà di andare in Nuova Zelanda. Raul Gardini stesso sarà a bordo della sua barca durante tutte le regate: ci va¬ do volentieri, raccontava qualche giorno fa ad un paio di amici, quando sono a bordo, l'equipaggio si sente rassicurato. Quaranta anni di esperienza velica, dai lighting, ai Finn, allo I.O.R, ai maxi (lo scorso anno si è aggiudicato il Campionato del Mondo della classe); un'Admiral's Cup, 3 Fastnet (compreso quello tragico del 79) e centinaia di regate corse e vinte in Mediterraneo e nel mondo fanno di Gardini una vera eccezione nel mondo delle barche, dove raramente l'esperienza velica è unita al potere economico; In pratica un armatore esperto con una unica passione: vincere. Intanto nei prossimi giorni è attesa la sentenza della Corte suprema del Tribunale di New York. Tocca al giudice Carmen Beauchamp Ciparik dirimere le proteste che sono scaturite dall'ultima anomala edizione della Coppa America. Approfittando di una poco chiara formulazione del regolamento di Coppa, Michael Fay aveva presentato la sua sfida ai detentori scegliendo come imbarcazione un monoscafo di 90 piedi; gli americani si erano invece presentati al via delle regate con un catamarano. Persa la sfida sul campo (il multiscafo era molto più veloce) i neozelandesi si sono rivolti al giudice per avere legalmente l'assegnazione della Coppa e quindi l'organizzazione della prossima edizione. Ora dopo una serie di riunioni tenute a San Diego lo scorso anno è stata varata una nuova formula: scafi decisamente leggeri, dei veri e propri maxi con una grande superficie velica: niente di veramente rivoluzionario per quanto concerne il disegno ed una limitata apertura ai nuovi materiali. Due punti certi: multiscafi esclusi e permessa l'ispezione dello scafo mediante ultrasuoni. Ida Castiglioni