Racconigi in tv difende Serena di Amedeo Lugaro

Sequestro Casella, pronto il riscatto I genitori del ragazzo di Pavia hanno venduto tutto e adesso hanno i due miliardi Sequestro Casella, pronto il riscatto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PAVIA — La famiglia Casella è pronta a pagare il riscatto chiesto dai sequestratori per la liberazione di Cesare, nelle mani della 'ndrangheta da 416 giorni. La notizia è trapelata dal giro degli amici di famiglia: Luigi e Angela Casella hanno venduto tutti gli immobili che possedevano, riducendosi in pratica sul lastrico pur di mettere insieme la somma richiesta dai rapitori del ragazzo. La speranza è quella di potere rapidamente concordare le modalità di pagamento per il rilascio di Cesare. L'ultima telefonata dei sequestratori di Cesare a Pavia è arrivata lo scorso novembre: allora i banditi chiesero a Luigi Casella di pagare due miliardi di lire. Poi il silenzio, e un'attesa angosciosa, rotta solo dagli appelli di Angela Casella, la mamma del ragazzo, e dall'iniziativa di Cristina Bevilacqua, la giovane parla¬ mentare comunista che ha presentato un'interpellanza (firmata da altri 50 deputati) in cui si chiede al governo di intervenire concretamente per -ripristinare le garanzie democratiche in Calabria avviando una vasta ed efficace azione di controllo su tutto il territorio per restituire la libertà al giovane Casella». Intanto la famiglia, in silenzio, è riuscita a mettere insieme i due miliardi richiesti (la prima rata del riscatto, un miliardo, era già stata pagata da Luigi Casella il 14 agosto dello scorso anno nei pressi di Casignana un paesino della Locride) ed ora spera che i sequestratori ristabiliscano 1 contatti per concordare le modalità di pagamento dietro la prova certa, ovviamente, che il ragazzo è vivo e sta bene. Cesare Casella, 19 anni, studente al quinto anno di ragioneria, fu rapito la sera del 18 gennao '88 mentre scendeva dalla sua auto parcheggiata davanti al cancello della villa sulla Vigentina alla periferia di Pavia, n suo è uno dei sequestri più lunghi e «difficili» mai verificatisi in Italia. Tre soli contatti dei sequestratori con la famiglia: il primo una settimana dopo il rapimento con la richiesta del riscatto, il secondo per comunicare le modalità del versamento di una parte della somma e l'ultimo a novembre in cui si chiedeva alla famiglia di pagare il resto, pena l'uccisione del ragazzo. In questi tredici mesi ci sono state indagini, battute sull'Aspromonte e ricerche di carabinieri e polizia, senza però alcuna conclusione se non l'arresto di due calabresi di San Luca (una delle roccaforte dell'organizzazione mafiosa calabra), Giovanni Pizzata e Bruno Pelle, sorpresi ad un posto di blocco con quattordici banconote da centomila lire provenienti dal riscatto. In questi lunghi mesi di tor¬ mentata attesa la famiglia Casella è stata oggetto di varie testimonianze di solidarietà. Molti ex sequestrati sono andati a trovare Angela Casella per rincuorarla. Gli studenti pavesi hanno sfilato per le vie del capoluogo chiedendo la liberazione di Cesare. Manifestazioni di solidarietà sono arrivate da docenti e vari consigli d'istituto cittadini. Il sindaco di Pavia Sandro Bruni (de) e il consiglio comunale hanno più di una volta lanciato un appello ai sequestratori, e anche Giovanni Paolo U ha chiesto la liberazione del ragazzo, parlando in piazza San Pietro durante l'Angelus. Con grande coraggio la mamma di Cesare, Angela Casella, si è recata in auto in Aspromonte «per far sentire a Cesare la mia presenza e per fargli sapere che non lo abbiamo abbandonato». Pure i lavoratori della Necchi e di altre grosse fabbriche hanno sfilato per Cesare. Amedeo Lugaro

Luoghi citati: Calabria, Casignana, Italia, Pavia