«Soddisfatti a metà»
«Soddisfatti a metà» «Soddisfatti a metà» FIRENZE — • No, io non volevo che mia figlia frequentasse l'ora di religione e nemmeno che andasse in giro per la scuola senza far niente o a fare cose inutili. Per questo sono ricorso al pretore-. La signora Anna Maria Rosselli, firmataria, con altri otto genitori di alunni della scuola media «Arnolfo di Cambio», del ricorso che ha portato alla sentenza della Corte Costituzionale con cui si sancisce la non obbligatorietà dell'ora alternativa, è soddisfatta della decisione della Consulta. Ma sa anche di non potere sperare in mutamenti di effetto immediato. Le motivazioni della sentenza verranno depositate fra una decina di giorni e soltanto allora il pretore sarà in condizione di prendere una * decisione. C'è poi da mettere nel conto il tempo necessario per adeguare la norma alla realtà scolastica. -So bene — aggiunge Anna Maria Rosselli — che mia figlia Laura, che ora ha 13 anni mentre all'epoca del ricorso ne aveva 11, continuerà ad avere gli stessi problemi dì prima-. Sarà cioè costretta a frequentare lezioni sostitutive dell'ora di religione, istituite senza un programma nel maggio del 1986. Una precarietà che i genitori volevano evitare e contro la quale hanno combattuto: -Noi ci siamo mossi per tempo fin dalla scuola materna e dalle elementari perché non volevamo che si presentasse per Laura la situazione dell'altro figlio che ha 24 anni-. Il ricorso arrivò sul tavolo del pretore verso fine '88: faceva rilevare che l'ora di religione doveva essere ritenuta una materia facoltativa e aggiuntiva. -Come tale — spiega l'avvocato Mauceri, legale della Cgil ed estensore del ricorso insieme con il costituzionalista Paolo Barile, l'avvocato Clarizia e il professor Proto Pisani — non doveva sussistere l'obbligo di sostituirla con una materia alternativa. In caso contrario si sarebbero configurate oltre che una forma di coercizione anche la disparità di trattamento tra chi frequentava una lezione per libera scelta e chi era costretto a rimanere a scuola a frequentarne un'altra». La sentenza dell'Alta Corte ha fugato i dubbi. Ma cosa accadrà ora? -L'ora di religione — continua l'avvocato Mauceri — dovrà essere spostata all'inizio o alla fine dell'orario scolastico in modo che si possano tenere gli alunni a casa. Ma conosco bene le obiezioni: gli alunni che sceglierebbero di disertare l'ora di religione per non andare a scuola, i problemi degli insegnanti della materia che rischiano tagli all'orario di servizio. Non appena conosceremo le motivazioni organizzeremo un'assemblea pubblica per dare indicazioni sul da farsi nella scuola-. e. b.
Persone citate: Anna Maria Rosselli, Clarizia, Mauceri, Paolo Barile, Pisani, Proto
Luoghi citati: Firenze
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