Il boss fa fallire la Eastern

Il boss fa fallire la Eastern Dichiarata la bancarotta per la compagnia aerea in sciopero Il boss fa fallire la Eastern Frank Lorenzo ha presentato l'istanza in tribunale piuttosto che confrontarsi con meccanici e piloti - Respinta un'offerta di acquisto - L'azienda riaprirà con dipendenti a paghe dimezzate DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — L'industria e il mondo del lavoro americani hanno ieri subito un trauma: Frank Lorenzo, lo zar dei cieli Usa, ha fatto dichiarare bancarotta alla Eastern, la più tormentata delle sue compagnie aeree, 60 anni di storia, 31 mila dipendenti, rotte in tutto il mondo. Dopo sei giorni di sciopero durante i quali il conflitto è degenerato in toni violentissimi, quasi di odio, tra il «boss» e i suoi dipendenti, l'America era rassegnata al colpo di mano. Lorenzo ha rappresentato inoltre l'epilogo come «la bancarotta della resurrezione», l'unico metodo ancora praticabile per risanare una società malandata, con perdite continue: 350 milioni di dollari nell'88, quasi 500 miliardi di lire, e 100 milioni di dollari dall'inizio dell'anno. Ma lo scalpore è stato egualmente enorme: la bancarotta della Eastem è pericolosa per i sindacati, è un campanello d'allarme per l'industria aviatoria. Lorenzo ha fatto esplodere la bomba a sole 12 ore dall' offerta — sollecitata dai sindacati — di un altro finanziere d'assalto come lui, Cari Icahan, presidente della Twa, di acquistare la compagnia seduta stante. Non è chiaro se la misura del «boss» sia diretta contro il concorrente o contro gli scioperanti: forse contro entrambi. A New York, il suo avvocato — Bruce Zirinski — ha registrato la bancarotta presso l'apposito tribunale di Manhattan spiegando che essa proteggerà la Eastern contro i maggiori creditori -per tutto il tempo necessario a ristrutturarla'. -Ripagheremo tutti e riporteremo la compagnia in attivo', ha dichiarato Lorenzo. «Aron voglio essere ricordato come l'uomo che affossò la grande Eastern'. Lorenzo non ha accennato né a Icahan né ai sindacati. «So di essere odiato — ha aggiunto — ma il problema non sono io. Il problema è se in un mercato un'impresa malata possa prendere misure per il proprio risanamento'. La mossa dello zar dei cieli americani ha scatenato la furia sindacale. Il leader dei meccanici in sciopero, Bruce Bryan, lo ha accusato di «Union busting», cioè di manovre dirette alla distruzione dei sindacati. Bryan ha ricordato che nell'83 Lorenzo fece dichiarare bancarotta a un'altra compagnia aerea, la Continental, ne licenziò tutti i dipendenti, e riassunse solo manodopera non sindacalizzata a stipendi dimezzati. Da allora la legge è cambiata: prima di attuare simili misure Lorenzo dovrebbe dimostrare al giudice di aver negoziato in buona fede con i sindacati, e di non possedere alternative. Ma la confederazione sindacale Afl-Cio teme di uscire egualmente sconfitta dallo scontro: già ridotta a rappresentare il 17 per cento delle maestranze americane, perderebbe ancora prestigio e credibilità. Per questo continua a invocare l'intervento del presidente Bush, appoggiata dalla maggioranza de¬ mocratica al Congresso. Tra il clima sociale americano dell'83 e quello attuale esiste tuttavia molta differenza. I meccanici non sono più isolati. Non li hanno spalleggiati soltanto i piloti della Eastern, entrati in sciopero per una vertenza separata, ma anche ì piloti di altre linee, che per ora praticano lo «slow down», il rallentamento del lavoro. Nonostante il caos agli aeroporti, i passeggeri — inoltre — simpatizzano con gli scioperanti. Lorenzo, che aveva chiesto ai meccanici di accettare riduzioni salariali e assistenziali per 150 milioni di dollari, non ha mostrato di preoccuparsene. Ha ridotto da 99 a 41 dollari il prezzo del biglietto dello Shuttle tra New York e Washington, l'unico che continua a funzionare (addirittura a 12 dollari durante il week end), e sta trattando la cessione della licenza dei voli-navetta al re dei grattacieli Trump per 350 milioni di dollari. e.c.

Persone citate: Bruce Bryan, Bruce Zirinski, Bush, Frank Lorenzo, Trump

Luoghi citati: America, Manhattan, New York, Washington