Mosca all'Onu: riconosciamo la Corte di giustizia dell'Aia

Mosca all'Onu: riconosciamo la Corte di Giustizia dell'Aia Una lèttera dì Shevardnadze al segretario Perez de Cuéllar Mosca all'Onu: riconosciamo la Corte di Giustizia dell'Aia Per ora l'Urss accetta soltanto gli arbitrati per violazioni dei diritti umani NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Con una lettera di Shevardnadze al segretario generale delle Nazioni Unite, l'Urss riconosce la competenza • obbligatoria della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, un passo volto a valorizzare il ruolo dell'Orni e il riconoscimento del principio della soluzione negoziale per le vertenze di carattere intemazionale. Il riconoscimento riguarda per il momento alcuni contenziosi sull'applicazione di vari trattati internazionali in campo umanitario, per molti dei quali i sovietici avevano già dato la propria adesione, ma che non erano ancora sottoposti alla giurisdizione della Corte Internazionale. Per l'importanza del progressivo sviluppo della cooperazione internazionale nell'area dei diritti umani — scrive Shevardnadze — è stato ritenuto opportuno iniziare il processo di ritiro delle pregiudiziali proprio dal campo umanitario. Partendo da questa posizione, il cui punto di svolta è stato l'intervento di Qorbaciov davanti all'assemblea dell'Orni del 7 dicembre, il Presidium del Soviet Supremo dell'Urss il 10 febbraio ha approvato un decreto che prevede il riconoscimento sovietico dell'autorità della Corte dell'Aja per sei convenzioni internazionali: La convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del crimine del genocidio; La convenzione del 1949 per la soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione; La convenzione del 1952 sui diritti politici delle donne; La convenzione del 1965 per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale; La convenzione del 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne; La convenzione del 1984 contro l'uso della tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti. L'adesione dell'Urss al riconoscimento dell'autorità della Corte dell'Aja su queste convenzioni prende l'avvio dalla volontà di rafforzare l'ordine legale internazionale e di assicurare il primato del diritto. Un gesto con un valore soprattutto politico, che segna un passo ulteriore verso l'integrazione dell'Urss agli organi di arbitraggio internazionale, e verso una maggiore considerazione dei diritti umani. Fu Gorbaciov, durante l'ultima assemblea generale dell'Onu, il portavoce del nuovo approccio sovietico, quando nel suo intervento mise l'accento sulla necessità di rinvigorire 11 diritto internazionale proponendo che fossero i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza a dare l'esempio riconoscendo la competenza della Corte Intemazionale di Giustizia. Le convenzioni per le quali i sovietici si sottopongono d'ora in avanti all'autorità della Corte dell'Aja sono tuttavia trattati sui quali non esiste contenzioso, di carattere neutro, più di principio rispetto ad altri suscettibili di creare serie controversie con Paesi terzi. E' il caso della convenzione sulla protezione della popolazione civile in caso di guerra che vieta la posa delle mine in quei territori dove risiedono i civili; se l'Urss accettasse anche questo trattato potrebbe ipoteticamente venire sottoposta a giudizio dalla Corte Internazionale dietro richiesta di un futuro governo afghano. Ma la lettera di Shevardnadze lascia intendere che il nuovo approccio presuppone un uso a tutto campo dei mezzi di soluzione pacifica nelle dispute intemazionali, incluso appunto l'uso attivo delle Corti Intemazionali delle Nazioni Unite; quell'uso a tutto campo lascia intravedere un segnale di apertura verso uno sviluppo che in futuro potrebbe portare al riconoscimento dell'autorità della Corte dell'Aja anche per le soluzioni delle dispute di confine, sulle quali l'Urss ha in sospeso un contenzioso con molti Paesi, tra i quali la Cina, il Giappone e l'Europa (Repubbliche baltiche). Paola Delle Fratte

Persone citate: Gorbaciov, Perez, Shevardnadze