Bush sconfitto dal Senato di Ennio Caretto

Bush sconfitto dal Senato L'assemblea boccia Tower, candidato al Pentagono Bush sconfitto dal Senato L'esito del voto: 53 a 47, solo tre democratici dalla parte del Presidente - Dole aveva proposto un semestre di prova senza alcol - Probabile designazione di Scowcroft, gradito anche ai democratici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il Senato ha respinto ieri la nomina di John Tower a ministro della Difesa per 53 voti a 47. E' una sconfitta storica per Bush, ad appena cinquanta giorni dall'insediamento alla Casa Bianca. Dietro Bush — assente per una visita a New York — si è profilato il fantasma di Carter, sconfitto in modo analogo quando candidò lo storico Ted Sorensen a direttore della Cia nel '77. Scuro in volto, il vicepresidente Quayle ha letto il risultato della votazione a un'America incollata ai teleschermi. Il Senato si è pronunciato secondo gli ordini del partito: tre sole sono state le defezioni tra i democratici, che formano la maggioranza, una tra i repubblicani. •Annunceremo presto il nome del nuovo candidato alla direzione del Pentagono^ ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Fitzwater. Al termine di uno dei più lunghi e astiosi confronti del dopoguerra tra il potere esecutivo e quello legislativo, Bush ha subito un rovescio che lede il suo prestigio e la sua credibilità anche all'estero. La tragedia politica di Tower si è conclusa tra la notte di mercoledì e la mattinata di ieri, quando si sono pronunciati sulla sua nomina i membri dell'opposizione ritenuti incerti. Con i voti sul filo del rasoio, Bush era riuscito ad assicurarsi l'appoggio di tre democratici, Heflin dell'Alabama, Dodd del Connecticut, e Bentsen, il numero due di Dukakis. Sono bastati pochi minuti a fugare l'illusione. In un drammatico rovesciamento di fronte, a uno a uno i democratici rimasti hanno bocciato Tower. E' toccato a un astro nascente del partito, il giovane erede del presidente Johnson, senatore Charles Robb, affossare definitivamente l'ex negoziatore del disarmo a Ginevra. «Il capo del Pentagono — ha detto Robb — deve essere al di sopra di ogni sospetto: gli si chiedono lucidità e incorrut¬ tibilità in qualsiasi frangente-. Uscita la sentenza, il repubblicano Dole ha proposto all'opposizione un compromesso clamoroso. «Mai nella storia della Repubblica — ha dichiarato Dole—il ministro della Difesa era stato bocciato. Quest'uomo capace, questo grande esperto, merita una prova d'appello. Nominiamolo ministro con la condizionale. Facciamogli firmare una lettera di dimissioni datata primo ottobre '89. Riesaminiamolo tra sei mesi: se non avrà toccato alcool, se avrà tenuto una condotta ineccepibile, potremo confermarlo'. Per qualche minuto, l'aula si è ammutolita. Poi, con visibile imbarazzo, uno dei più anziani senatori democratici, Robert Byrd della Virginia, ha obiettato che 'l'interesse nazionale esige un ministro della Difesa permanente, non in libertà vigilata e temporaneo'. Solo per cortesìa, il leader del Senato Mitchell ha acconsentito a «dormirci sopra prima di decidere'. Ieri mattina, gli eventi sono precipitati! Mitchell ha reso pubblico il «no» della maggioranza al compromesso. Invano Dole ha tentato di rinviare il voto. Di fronte alla rigidità dei democratici, ha riferito di aver parlato a Tower: -La sua lesta è alta, la sua voce è forte. Farà una di- chiarazìone dopo il voto-. Nel pomeriggio, i senatori hanno affrontato il ballottaggio. E' solo l'ottava volta nella bisecolare vicenda americana che un presidente viene umiliato a questo modo. Perciò l'America si chiede se gli errori di Bush nella scelta del vicepresidente Quayle prima e di Tower poi, le sue esitazioni nell'assumere iniziative non nascondano una inattesa incapacità di governare. Conscia del rischio che il presidente assuma un'immagine «indecisionista», la Casa Bianca ha annunciato un blitz per la nomina del nuovo candidato alla guida del Pentagono. Ieri sera, si facevano nomi altisonanti: tra gli altri, quelli degli ex ministri della Difesa di Nixon e di Ford, Donald Rumsfeld e James Schlesinger, l'ex consigliere di Carter, Zbignew Brzezinski, l'ex ministro dei Trasporti di Reagan Drew Lewis. Un'ipotesi diffusa, anche se sconfessata dagli interessati, era quella di uno scambio di poltrone tra Tower e il direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Bent Scowcroft. Per il posto di Scowcroft, Tower non avrebbe bisogno del placet del Senato. E Scowcroft, amato sia dai democratici sia dai repubblicani, passerebbe qualsiasi votazione a gonfie vele. . Ennio Caretto

Luoghi citati: Alabama, America, Connecticut, Ginevra, New York, Virginia, Washington