Augias: «La mia tv semina dubbi» di Fulvia Caprara
Augias: «La mia tv semina dubbi» Parla il conduttore di «Telefono giallo» che domani chiude su Raitre il 3° ciclo Augias: «La mia tv semina dubbi» Argomento della puntata sarà il caso «Achille Lauro» - Dice il giornalista: «Con questa trasmissione è stato capovolto il primo comandamento della televisione, essere pacificatoria e consolatrice» - E' incerto se continuare con una quarta edizione: «Riprenderei solo per occuparmi del caso Siani» - Ascolto fra i tre e i quattro milioni ROMA—«Fare televisione della realtà vuol dire portare davanti alle telecamere un pezzo del reale con il minor numero di mediazioni possibili e soprattutto in un momento di crisi, cioè quando si può insinuare nei fatti come una lama per aprirli ad una comprensione più ampio. Corrado Augias, alla vigilia dell'ultima puntata del terzo ciclo di «Telefono Giallo-, fa il bilancio di questa importante esperienza professionale e racconta le soddisfazioni e i dispiaceri che l'hanno accompagnata. «Core "Telefono giallo"—dice — è stato definitivamente capovolto quello che era il primo comandamento della televisione: essere pacificatoria e consolatrice. La tv ora è diventata angosciosa e inquietante e un'operazione di questa forza non poteva non sollevare polemiche: Con una media di ascolto oscillante tra i tre e i quattro milioni di telespettatori e con un ultimo appuntamento dedicato al caso dell'Achille Lauro, il programma, definito dal direttore di Raitre Angelo Guglielmi 'trasmissione dell'anno, bandiera del tipo di impegno editoriale promosso dalla rete', avrà molto probabilmente un seguito. Ma su questo argomento le posizioni di Au¬ gias e quelle di Guglielmi non coincidono perfettamente: se il direttore è certo di andare avanti, il giornalista nutre invece qualche perplessità. 'Sono molto tentato dalla possibilità di non rifare 'Telefono giallo" e posso dire che se lo riprenderò sarà soprattutto perché credo non sia giusto abbandonare un'impresa nel momento della sua massima esposizione. E' una regola del giornalismo stampato cui mi sembra opportuno attenermi, una specie di dovere morale. E poi c'è il caso Sianv riprenderei il ciclo anche solo per condurre quella puntata». Ed ecco arrivare i dispiaceri: Angelo Guglielmi ha ripetuto di aver deciso di non mandare in onda la famosa puntata al termine di un -lungo confronto in azienda» e con il progetto «di riverificare le motivazioni che hanno provocato il rinvio, anche a costo di tornare sulla decisione presa». Augias ha giudicato ancora una volta il caso della puntata su Siani 'discutibile e grave» e ha aggiunto: 'Tra realtà e televisione è ormai in atto un processo osmotico, di scambio continuo, e bisogna prenderne atto: basta pensare, per esempio, all'ultima Piovra tanto legata ai fatti della recente realtà italiana. E an¬ che alla storia del buco in diretta a Canale 5: ho telefonato a Zucconi per manifestargli la mia solidarietà perché credo che l'iniziativa del magistrato sia sproporzionata e fuoriluogo». La vicenda Siani provoca altre precisazioni: nell'arco di trenta puntate sono arrivate a «Telefono giallo» solo tre telefonate anonime, riferite ai fatti di Ustica, Sindona, PecorellL Sono stati, grazie al programma, riesaminati o «rivitalizzati» (oltre alla vicenda Ustica» quattro casi: quello di Roberta Lanzino, violentata e uccisa l'estate scorsa, quello di Michele Vinci, il «mostro» di Marsala, quello di Chichiarelli, responsabile della rapina da trenta miliardi alla Brinks Scormark, quello Braibanti. "Abbiamo sempre coniugato — dicono i responsabili della trasmissione — l'indagine giornalistica con il racconto e, andando a descrivere i fatti della piccola e grande criminalità, abbiamo indirettamente fornito un quadro della realtà sociale del nostro Paese. Al primo posto abbiamo sempre messo le testimonianze e ci siamo anche avvalsi delle consulenze di specialisti del settore». Ma è possibile dettare regole di comportamento per un tipo di trasmissione come que¬ sta? 'L'unica regola è nella responsabilità della direzione di rete — risponde il direttore Guglielmi —, gli accadimenti della realtà non si svolgono in modo programmabile e non è possibile regolamentare un quadro instabile». Anche la puntata di domani si presenta densa di possibili sviluppi. Dice Augias: «72 primo obiettivo è quello di capire lo scopo per cui fu attuata quell'impresa disperata; poi ci sono molti punti da chiarire, a cominciare da quello che accadde nelle poche ore che videro i terroristi prima ammanettati poi imbarcati su un normale volo di linea». A ricordare quei fatti ci saranno il comandante della nave Di Rosa, Giuliano Amato all'epoca sottosegretario della Presidenza del Consiglio, l'esperto di terrorismo Carman, le figlie della vittima (l'americano Leon Klinghofer), gli avvocati dell'Olp ed altri. Dice Augias: -Dopo questa trasmissione, fino al prossimo autunno, ho intenzione di sparire, di tornare a fare il normale giornalista. E poi ho voglia di ampliare la mia esperienza televisiva, magari mettendomi alla prova con un tipo di programma diverso da questo». Fulvia Caprara
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