«Santità non serve essere autoritari»

«Santità, non serve essere autoritari» I vescovi Usa dal Papa: lo spirito di democrazia influenza la nostra vita «Santità, non serve essere autoritari» CITTA' DEL VATICANO — Santità, in America 'l'autoritarismo è sospetto in ogni campo della cultura o dell'apprendimento»: con queste parole del presidente della Conferenza Episcopale Usa. John May, si è aperto ieri in Vaticano uno «storico» summit. Da una parte trentasei arcivescovi e cardinali della Chiesa Usa, dall'altra il Papa con i suoi collaboratori più stretti, a cominciare dal Segretario di Stato, card. Casaroli, e dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede card. Ratzinger. Quattro giorni di colloqui, con dodici ore di dibattito «libero» su dieci temi (fra gli altri: laici, famiglia e divorzio cattolico, i mass media, la responsabilità dei vescovi come maestri di fede). Ogni tema sarà introdotto da una doppia relazione: il problema visto dalla Curia e dagli Stati Uniti. Scopo dichiarato: nessun obiettivo operativo immediato, ma capirsi meglio, per evitare le tensioni che esplodono con frequenza fra Roma e oltreoceano. Troppo democratica e permissiva la Chiesa cattolica Usa, si lamenta il Vaticano. Voi non capite a sufficienza il contesto culturale in cui viviamo e lavoriamo, rispondono dagli Stati Uniti. Mons. May ha cercato di colmare il fossato dell'incomunicabilità, offrendo al Papa e ai ministri di Curia un quadro dell'America come è, e insieme un avvertimento a non sperare che la «linea dura» possa dare buoni frutti: 'La libertà individuale è tenuta in sommo pregio. La dottrina religiosa e l'insegnamento morale sono giudicati ampiamente in base a questo criterio. Quindi affermare che c'è un insegnamen¬ to della Chiesa dotato di un'autorità che lega per l'eternità è veramente un segno di contraddizione per molti americani, che considerano il diritto divino dei vescovi fuori moda come il diritto divino dei re. Lo spirito di democrazia percorre l'America e influenza le nostre vite. Di conseguenza i vescovi vivono e lavorano costantemente in questa atmosfera». Anche il card. Joseph Bernardin, di Chicago, nella frettolosa conferenza stampa di presentazione aveva cercato di riaffermare la via democratica americana al cattolicesimo. 'Come vescovi americani teniamo in alta considerazione i principi basilari del nostro paese e le sue tradizioni democratiche», aveva dichiarato, ricordando che gli americani sono abituati a un 'governo aperto», e a partecipare a ogni livello di di¬ battito nelle scelte. Anche se la Chiesa agisce in base a regole diverse, «non vedo come queste libertà o il loro esercizio siano in conflitto con la nostra fedeltà alla tradizione cattolica universale che è nostra». Ma non ha potuto nascondere un certo imbarazzo quando gli è stato fatto notare che la delegazione statunitense presente a Roma è diversa da quella eletta dai vescovi americani in novembre, perché il Pontefice ha preferito invitare solo 1 «metropoliti». «Afa era un'elezione provvisoria», ha spiegato il porporato. Ma non è una Chiesa in crisi, quella americana. E a Roma non sono venuti per scusarsi. 'Siamo qui in rappresentanza di quasi 400 vescovi e di oltre 53 milioni di cattolici che popolano il nostro paese — ha ricordato John May al Papa e ai cardinali di Curia —. E le statistiche più recenti dimostrano che il 52%dei cattolici statuniteTisi ha partecipato alla celebrazione della messa nella scorsa settimana». La «cattolica» Italia ha una media che oscilla dal 14 al 20% di frequenza domenicale. E la stessa diocesi del Papa, Roma, è sui quei valori. 'Non dico che siamo i più grandi o i migliori» ha detto il card. Bernardin; ma ha elencato i gioielli della Chiesa Usa: una storia di generosità, il più grande sistema di scuole private autofinanziate, e «ci sono più università e colleges cattolici in Usa che altrove». Soffice, per ora, l'approccio della Curia romana: il card. Gantin ha detto che il summit non sarà »un confronto, ma un momento di grande comunione, un incontro sereno, pacifico». m. tos.

Persone citate: Casaroli, Curia, Gantin, John May, Joseph Bernardin, Ratzinger