Corsa all'estero per un figlio di Gigi Padovani

Corsa all'estero per un figlio Negli ultimi anni in costante aumento le adozioni di bimbi stranieri Corsa all'estero per un figlio Nell'87 quasi ottomila richieste: preferiti i Paesi asiatici e latino-americani, dove la legge è più permissiva - Al ministero: «In Italia sempre meno adolescenti abbandonati» - Un magistrato: «Continua il mercato dei neonati» ROMA — Oli aspirano genitori che desiderano un figlio adottivo preferiscono ormai un bambino straniero a uno italiano, il caso di Serena Cruz, la piccola di Manila per la quale un paese del Cuneese, Racconigi, è sceso in piazza, ha portato alla luce un fenomeno che sta diventando ormai di massa: nel 1987, ultimo anno di dati disponibili al ministero della Giustizia, 7770 famiglie hanno fatto domanda ai tribunali dei minori — primo passo della trafila burocratica — per dttenere Inidoneità» ad adottare un bimbo straniero (sono state accolte 3102 istanze, respinte 640, altre 4028 erano pendenti), contro le 6730 richieste per un minore italiano. L'adozione, da sistema per risolvere i problemi del «figli senza famiglia» è diventata un modo per aiutare le «famiglie senza figli». E il fenomeno appare in costante crescita, visto che si è passati dalle 2601 coppie dell'84 alle 3009 deU'85, fino alle 5800 dell'86. Anche se le aspiranti mamme sognano un figlio con gli occhi azzurri e i capelli biondi, poi preferiscono i ragazzini con la pelle scura provenienti dall'Asia o dall'America Latina: ne entrano 3500 ogni anno. Ma come si spiega questo boom dell'adozione internazionale? All'Ufficio giustizia minorile del ministro Vassalli seguono con preoccupazione il fenomeno. Dice il giudice Maria Angela Cecere: -/ minori italiani in stato di abbandono per i quali sia stata definita l'adottabilità dai tribunali sono sempre di meno — spiega il magistrato, distaccato al ministero della Giustizia — e i tempi di attesa si allungano. Inoltre i bambini sopra gli otto anni, gli handicappàti, spesso ospiti degli istituti da lungo tempo, non so7io molto graditi dalle famiglie. Cosi molti si rivolgono ai bambini stranieri, perché e più facile e rapido ottener- li: I canali per arrivare al minore sono i più diversi: si va dai centri riconosciuti dalla Farnesina alle agenzie private, a legali con corrispondenti all'estero, fino a oscuri trafficanti pronti a tutto, che •vendono» il bambino a un prezzo che in genere varia dai 10 ai 15 mila dollari. Recentemente la fondazione svizzera per l'infanzia «Terre des hommes» ha denunciato che almeno 20 mila coppie sterili occidentali sono a caccia di bambini da esportare. , Nel nostro Paese ci sono soltanto cinque associazioni autorizzate, riconosciute con decreto del ministero degli Esteri: il Servizio sociale italiano (sede italiana a Roma, centrale a Ginevra), che si occupa anche di international kidnapping, minori contesi e desaparecidos; il Ciai di Milano (Centro italiano per l'adozione intemazionale, tel. 02/551.87.355); gli «Amici Trentini», gruppo nato nel '79 a Tezze Valsugana per interventi di aiuto al Terzo Mondo; e ancora due asso¬ ciazioni religiose, la Congregazione Missionarie della Carità di Roma e il «Conventino» di Bergamo. Si tratta di organismi controllati e che accettano solo domande di genitori già «idonei». «Però la legge italiana—spiega il giudice Cecere — stabilisce che gli aspiranti genitori "possono" utilizzare queste associazioni, ma non lo impone come obbligo. Ciascuno trova le sue strade». E molte volte le vie più brevi dimenticano i diritti dei minori. «Vorrei sapere come fanno certe coppie ad adottare bambini di otto giorni — dice Gabriella Merguici, segretaria del Ciai —: significa che questa famiglia doveva essere sul posto al momento del parto e che si è stabilito un "contratto" tra madre naturale e nuovi genitori. Del resto in Brasile funziona l'adozione semplice, davanti a un notaio, che non presuppone uno stato di abbandono; è sufficiente una autorizzazione del tribunale dei minori brasiliano, ma in alcune zone non viene neppure richie¬ sto. Perciò rimane sempre il dubbio che vi siano state pressioni sul posto per conquistare questo bambino. Noi invece abbiamo il rapporto diretto con i tribunali stranieri e non ci andiamo a cercare i ragazzini sulla base delle richieste italiane». Si spiega cosi la strane classifica '87 delle adozioni intemazionali: in testa il Brasile, con 626 bimbi «importati», seguiti da India (216), Bolivia (177), Cile (170), Perù (119), Ecuador (38). Nella corsa degli italiani all'adozione intemazionale non tutti 1 Paesi del Terzo Mondo raccolgono le stesse preferenze: chi desidera un figlio «ad ogni costo», e in fretta, privilegia infatti le nazioni con le norme meno rigide a tutela dei minori da adottare. Dice Teresa Stefani, segretaria dell'associazione «Amici Trentini»: 'Alcuni Paesi hanno adeguato la loro legislazione carente, nel passato, perché hanno scoperto che poteva nascere la compravendita dei bambini. Così ha fatto l'India, ma oggi dà tutte le garanzie, come dimostrano anche le nostre 200 adozioni, tutte senza problemi. Piuttosto credo che oggi nessuna coppia possa nascondersi dietro l'ignoranza della legge, se ha preso scorciatoie: i tribunali dei minori forniscono sempre tutte le informazioni». L'escamotage del riconoscimento di paternità di un bambino del quale «la madre desideri rimanere ignota» può essere adottato anche per bambini italiani, ma è una scorciatoia che poi si ritorce contro chi l'ha praticata; lo ricorda anche una nota dell'Anfaa, l'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatane, che dà ragione ai giudici di Torino e parla di •inaccettabile comportamento dei coniugi Giubergia»: 'Non esiste un diritto ad avere, comunque e a tutti 1 costi, un figlio»..,- Gigi Padovani

Persone citate: Amici Trentini, Cecere, Gabriella Merguici, Giubergia, Maria Angela Cecere, Serena Cruz, Teresa Stefani, Tezze, Vassalli