Lampi e sorrisi di Cherubini

Lampi e sorrisi di Cherubini -L'Orchestra della Toscana esegue le musiche del maestro fiorentino Lampi e sorrisi di Cherubini SOTTO la direzione vigorosa, brillante e precisa di Donato Rendetti è uscito 11 primo disco inciso dalla Orchestra ; della Toscana che, diciamolo subito, fa una gran bella figura. Ma non c'è trucco: chi l'ha ascoltata recentemente dal vivo l'ha trovata ugualmente in forma per energia, precisione, corposità di suono nel «tutti» e delicata sottigliezza nel passaggi solistici. Insomma, un complesso con un'intelligente attività artistica da esser preso a modello da quelle regioni italiane che, desiderose di musica, vedrebbero garantita in tal modo una presenza costante e quanto mai benefica nel panorama della loro vita artistica e culturale. '. L'intero disco è dedicato a musiche di Luigi Cherubini e passare dalla Sinfonia in re maggiore, l'unica scritta dal maestro fiorentino, nel 1818, all'Ouverture della Medea (1787) è come risalire, per cosi dire, le pendici di un vulcano: dapprima il paesaggio è freddo nei contorni nella lava pietrificata, poi, lassù, c'è 11 rischio di soccombere al contatto con tanta incandescenza. , Proprio cosi è l'Ouverture di Medea: un'esplosione di fuoco drammatico che, come tutti sanno, tenne destissima l'attenzione vorace del giovane Beethoven. Poi Cherubini divenne In certo modo l'epigono di se stesso: almeno, Sinfonia in re è un complesso di fredde geometrie che si alimentano ancora alla sorgente haydniana senza possedere quell'originalità melodica che zampillava in quegli anni nelle prime Sinfonie di Schubert, anch'esse fortemente legate allo stile dell'ultimo Sette¬ cènto. Assai interessante è l'Ouverture della Ifigenia in Aulide, rappresentata a Torino nel 1788 durante 11 periodo italiano di Cherubini, ancora generalmente legato al canoni tradizionali dell'opera seria: è il periodo a tutt'oggi più oscuro, che nessun teatro ha sinora pensato di rivisitare. L'Ouverture dell'Ifigenia in AvXlde, registrata In questo disco, non possiede ancora l'originalità e il fuoco di quella di Medea: ma si sente benissimo che 11 giovane Cherubini stava ormai vistosamente allontanandosi dal mondo dell'opera metastasiana per accogliere un'energia morale, un empito idealistico in perfetta consonanza coi tempi. Insomma, non è solo il vocabolario di Cherubini che Interesserà Beethoven, ma un modo di intendere la musica come precipitato di idee morali che aveva pochi riscontri nel teatro musicale del secondo Settecento. Il bel disco pubblicato dalla Frequenz si conclude con la lunga Ouverture del Crescendo, una delle poche opere comiche di Cherubini, che non aveva molta dimestichezza con il mondo dell'umorismo ma sapeva alleggerire, se necessario, la sua scrittura con un'abilità tecnica e un'eleganza che l'esecuzione diretta da Renzetti mettono nel giusto rilievo. Paolo Oallarati Cherubini: «Sinfonia in re maggiore • Ouverturcs», ORT Orchestra della Toscana diretta da Donato Renzetti, Frequenz (1 CD). mm ■t'.j Ingres: «Luigi Cherubini» (Parigi, Louvre, particolare)

Luoghi citati: Donato, Medea, Parigi, Torino, Toscana