«Bandiremo i gas che strappano l'ozono» di Mario Ciriello

«Bandiremo i gas che strappano l'ozono» La signora Thatcher ha chiuso la Conferenza di Londra: unanimità di 123 Paesi sul pericolo invisibile che minaccia il pianeta «Bandiremo i gas che strappano l'ozono» Le preoccupate relazioni scientifiche hanno accresciuto il numero delle nazioni che aderiscono al Protocollo di Montreal per bloccare la produzione dei clorofluorocarburi Ma non è stato adottato nessun provvedimento concreto - «Rispettare l'ambiente senza sacrificare lo sviluppo del Terzo Mondo» - L'Urss sfuma le sue reticenze DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Un'Invisibile, ma spaventosa minaccia dallo spazio e, subito, tutti gli abitanti della Terra trovano l'unità, fanno quadrato. Non è un intreccio da fantascienza, è quanto è avvenuto a Londra, alla grande conferenza -per salvare la fascia di ozono». Non si sono firmati accordi, né erano previsti: ma 123 nazioni hanno riconosciuto che un pericolo esiste, che potrebbe avere conseguenze tragiche per l'intero pianeta, che occorre agire. Nessun Paese ha proposto una politica di wait and see. nemmeno l'Unione Sovietica, che, circospetta ed esitante, ha però confermato il suo proposito di rispettare il Protocollo di Montreal. Nessuno si è rifugiato nell'immobilismo. Anzi. Le fosche relazioni scientifiche presentate alla conferenza, conclusasi ieri, hanno accresciuto il numero dei firmatari del Protocollo di Montreal. Venti Paesi hanno annunciato che si uniranno presto ai 33 che già appoggiano, dal 1° gennaio, le mete e le strategie del documento. Altri 12 stuelleranno •seriamente e favorevolmente» l'invito ad aderire. L'intesa, com'è ormai noto, mira a dimezzare entro il Duemila i «Cfe», i clorofluorocarburi, i gas che logorano, lacerano e, alla fine, distruggono lo scudo di ozono che ci difende dai raggi ultravioletti. n Giappone, che il Protocollo ha già firmato, «incoraggerà» altre nazioni in Asia e nel Pacifico a fare altrettanto. L'ultima giornata di lavoro ha confermato altresì che il Terzo Mondo non assisterà, ostile e passivo, alla crociata anti-Cfc dei Paesi ricchi. Come ha detto un delegato africano, -i poveri non sono immuni dai raggi ultravioletti». Ma queste nazioni vogliono essere aiutate nella transizione dai Cfe ad altri gas, che saranno senza dubbio più cari: temono scosse troppo brutali alle loro nascenti industrie della refrigerazione, dell'aria condizionata, della plastica e dell'elettronica, industrie che sui Cfe fanno assegnamento. India e Cina hanno parlato chiaro. Chi produce quasi il 90 per cento dei Cfe nel mondo? chi sono gli «inquinatori»? Usa, Europa, Giappone. Assistano, dunque, le vittime innocenti della loro ricchezza. Nel suo «messaggio finale», il presidente della conferenza, Nicholas Ridley, ministro britannico per l'Ambiente, ha toccato questo punto vitale. «Si è rico7iosciuto che il passaggio a sostanze alternative comporterà costi notevoli. Sarà necessario pertanto ideare una strategia che non intralci o ritardi i progressi sociali ed economici del mondo in via di sviluppo». E Margaret Thatcher, nel suo discorso conclusivo: •Le nazioni industrializzate, su cui grava in massima parte la responsabilità della situazione, non possono aspettarsi che altri paghino il prezzo della terapia. Sarebbe intollerabile. Ma la conferenza ha mostrato che queste paure so,.o ingiustificate». La retorica è inevitabile in queste occasioni, ma Margaret Thatcher dice la verità, quando afferma: "Nessuno è in posizione privilegiata. L'indebolimento dell'ozono nuocerà a tutti. Soltanto un'azione comune può risolvere questa crisi veramente planetaria. Ogni nazione deve sostenere la sua parte. Ogni cittadino deve aiutare». Maggie, che da pochi giorni è nonna per la prima volta. aggiungeva: 'Dobbiamo lasciare ai nostri nipoti la certezza della vita. Anche se tutti i Cfe fossero aboliti domani, l'impoverimento della fascia continuerebbe per almeno un altro decennio e il pianeta dovrebbe attendere altri cento anni prima di riacquistare l'ozono perduto. Tale è la vastità del danno». Tutti questi sviluppi in così breve tempo possono confondere l'uomo della strada. Ma due sono i punti di riferimento. C'è il Protocollo di Montreal, che chiede una riduzione del cinquanta per cento nei Cfe prima del Duemila: e, in seno a questo Protocollo, vi sono i 12 della Cee più gli Usa che, entro il Duemila, vogliono eliminare i Cfe al cento per cento. n Terzo Mondo attende: e spera nell'assistenza occidentale. I primi succedanei dei Cfe diverranno disponibili fra due o tre anni. Di tutti questi problemi si riparlerà sabato, all'Aia, ad un convegno di 23 capi di Stato o di governo. E il 2 maggio, tutti i firmatari del Protocollo di Montreal si ritroveranno a Helsinki, per «aggiornare» le loro deliberazioni. Mario Ciriello

Persone citate: Margaret Thatcher, Nicholas Ridley, Thatcher