L'Urss non si allinea sull'ozono di Mario Ciriello
L'Urss non si allinea sull'ozono Oggi a Londra si conclude la conferenza internazionale, emergono difficoltà L'Urss non si allinea sull'ozono Il rappresentante sovietico: prima vogliamo sapere dai nostri scienziati le vere cause del problema - Cina e Terzo Mondo: l'Occidente ha inquinato il mondo e ora vuole bloccare il nostro sviluppo, dovete risarcirci DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Già si sapeva ma la grande conferenza londinese per «Salvare la fascia di ozono» ne offre una conferma vistosa. Non saranno i problemi tecnici a creare ostacoli sulla strada di questa crociata planetaria, sarà il Terzo Mondo, con i suoi affanni economici e, quindi, sociali e politici. Una soluzione è possibile, ma sarà complessa, esigerà vasti negoziati e, soprattutto, esigerà immaginazione e generosità. Il «messaggio finale», con cui si concluderà oggi il consesso, indicherà le prospettive di questo vitale dialogo fra l'Occidente e i Paesi in via di sviluppo. Accrescerà o diluirà l'ottimismo. La situazione è questa. L*80, forse il 90 per cento, dei Cfc, i clorofluorocarburi che dal nostro pianeta salgono verso la coltre di ozono nella stratosfera, è prodotto in Occidente, o in America, o in Europa o in Giappone. Que¬ ste potenze industriali sono d'accordo sulla necessità, sull'urgenza, di eliminare i Cfc e di sostituirli con altri gas che cominceranno ad essere disponibili fra due o tre anni. Ma il Terzo Mondo e soprattutto nazioni come Cina, India e Brasile pongono domande ansiose. I Cfc agevolano la nostra nascente industrializzazione: i succedanei saranno certamente più cari. Ci assisterà l'Occidente in questa trasformazione? In quale misura? Come? E' stata la Cina a farsi portavoce, ieri, del Terzo Mondo. Il suo ministro per l'Ambiente, Liu Ming-Pu, ha chiesto la creazione di un «fondo internazionale», con il compito di assistere i Paesi meno ricchi nella transizione dai Cfc ai loro successori. Se gli occidentali vogliono accelerare al massimo i tempi, dovrebbero allora «regalare» al Terzo Mondo, almeno nella fase iniziale, i nuovi gas. «Dopo tutto le potenze industria¬ li sono quelle che più danneggiano l'ozono. Hanno delle responsabilità». Ma bisogna far presto, perché molti, moltissimi Paesi del Terzo Mondo hanno incalzanti progetti di industrializzazione. La Cina, ad esempio, vuole decuplicare in dieci anni il numero dei suoi frigoriferi, grandi consumatori di Cfc. E, come aveva ricordato domenica, nel suo discorso inaugurale, il presidente keniota Arap Moi: 'Le nazioni in via di sviluppo co- minciano solo ora ad espandere le loro industrie della refrigerazione, dell'aria condizionata, della plastica e dell'elettronica, attività che fanno tutte assegnamento sui Cfc». Sono problemi reali e l'Occidente li capisce. E' quanto si deduce da un importante discorso pronunciato da Carlo Ripa di Meana, eurocommissario a Bruxelles per l'ambiente. Importante per due motivi. Perché il commissario ha proposto di anticipare al 1996-97 quell'abolizione totale dei Cfc che, secondo le ultime decisioni comunitarie, condivise dal presidente Bush,' dovrebbe avvenire entro il Duemila. E perché ha suggerito doviziosi aiuti comunitari al Terzo Mondo, aiuti tecnici e finanziari. Si avanza, dunque, si esplora, si costruisce, con una coralità determinata dalla consapevolezza di un pericolo planetario. Soltanto l'Unione Sovietica, dubbiosa sulle cause e l'ampiezza della crisi, esita. Vladimir Zakharov, presidente della Commissione per la protezione dell'ozono, ha detto che, per ora. Mosca si atterrà agli accordi del protocollo di Montreal per una riduzione del 50 per cento nella produzione di Cfc entro la fine del secolo. Non vuole firmare altri impegni. Ma potrebbe firmarli nella seconda metà dell'anno, quando disporrà dei risultati di un proprio studio sulla degenerazione della fascia di ozono. Se gli scienziati sovietici confermeranno le pessimistiche valutazioni occidentali, «to questione sarà riesaminata». Per allora, forse, altri Paesi si saranno aggiunti ai 46 firmatari del protocollo di Montreal ed avranno accettato la saggezza di un'eliminazione più rapida dei Cfc: e tutti i 12 Stati Cee avranno forse approvato l'accelerazione proposta da Ripa di Meana. Vedremo oggi cosa dirà il «messaggio finale». Mario Ciriello
Persone citate: Arap Moi, Bush, Carlo Ripa, Ripa Di Meana, Vladimir Zakharov
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