Bergomi e Maldini, ecco i talloni d'Achille d'Italia
Bergomi e Maldini, ecco i talloni d'Achille d'Italia Bergomi e Maldini, ecco i talloni d'Achille d'Italia L'interista, afflitto da un dolore al calcagno destro, torna oggi a giocare con una calzatura speciale preparatagli dal massaggiatore Della Casa - II milanista, dopo aver provato invano un plantare nella scarpa sinistra, ora si affida speranzoso all'agopuntura DAL NOSTRO INVIATO APPIANO — Dicono che mal comune è mezzo gaudio ma Bergomi e Maldini non sono certamente d'accordo. Tanto è vero che il rossonero è in dubbio oggi per la gara di Roma mentre il nerazzurro ha tirato un sospirone avvertibile sino a MUano: potrà scendere in campo col Verona, contribuire ad ergere il solito baluardo davanti a Zenga. E' indubbio però che il problema resta e quello di Maldini è ancora più grave. I due nostri due ragazzi-prodigio hanno un piede imballato: a volte più che dolore è autentico tormento. «Zio- Bergomi ha un'infiammazione al tallone destro: domenica a Pisa non ha potuto giocare; Maldini è sbilanciato sul sinistro: il tendine d'Achille è infiammato, praticamente non può scattare. Mercoledì a Brema non c'era per squalifica: oggi dovrebbe rientrare ma Sacchi deciderà dopo consulto coi medici ed ennesima infiltrazione. C'è molta analogia fra i due ragazzi: Bergomi è stato campione del mondo ad appena 19 anni. Indimenticabili le sue prestazioni in Spagna. Maldini è diventato titolare con Vicini a 18 anni: a giugno ne avrà 21, dunque deve ancora dare il meglio di sé. Bergomi ha compiuto 25 anni in dicembre. E' ancora un ragazzino però sta vivendo giorni diffìcili. Dicevano che era stata la scarpa a provocargli l'infiammazione, con grossa preoccupazione da parte dell'immancabile sponsor, ma Bergomi ha ristabilito la verità: »No, ho sempre avuto un callo osseo dietro il tallone destro e proprio all'inizio di febbraio ho cominciato ad avvertire i primi dolori. Dapprima erano sopportabili; poi, giocando con la Nazionale a Pisa, si sono fatti più intensi, quasi da non potere calciare. Sono rimasto qualche giorno a riposo ma quando è stato il momento di giocare il dolore è tornato». Bergamo, medico dell'Inter, ha ridimensionato il guaio: «A Pisa sono state le sue condizioni psicologiche a sconsigliarne l'impiego. Bergomi non ha nulla di preoccupante: una semplice esostosi sulla parte superiore del calcagno destro. La calzatura un po' rigida gli ha 'raschiato» la cute provocandogli un'ulcera. Ora Della Casa gli ha creato una scarpa speciale isolando la zona infiammata con una nappa morbida al posto della solita pelle». Giancarlo Della Casa era noto come «mago» dei massaggi ma non ancora come esperto di scarpe. Sorride a chi gli chiede spiegazioni del suo incantesimo: «Ho semplicemente aperto una finestrella nella parte posteriore della scarpa di Bergomi; il ragazzo potrà correre come prima. Si fa sempre così in casi d'emergenza: una volta a Mariani aprimmo una finestrella sopra un dito e potè giocare. Per altri giocatori la soluzione ideale è un plantare». Bergomi era andato in crisi dopo avere letto cosa era capitato a Di Canio per un problema slmile: quando giocava nella Ternana, l'attuale attaccante laziale aveva trascurato un'analoga infiammazione che gli aveva prodotto un'infezione al piede. Era stato costretto a giocare, ad un certo momento si profilò il rischio di dovere tagliare il piede poi i medici salvarono Di Canio costretto comunque ad un anno di inattività. Paolo Maldini ha provato anche il plantare ma non c'è stato nulla da fare. Era talmente in crisi da essere disposto a interrompere l'attività anche per alcuni mesi ma i medici l'hanno sconsigliato: 'Appena torni a giocare il problema si ripropone, anzi è peggio di prima. Devi tenere duro»'. •E io tengo duro — dice Paolo—ma non è facile. Ora sto provando anche con l'agopuntura. So che ha fatto miracoli in tanti casi, anche con Platini. Per ora sento del gran dolore ogni volta che mi applicano gli aghi, speriamo di migliorare. Quando devo giocare prendo una pastiglia ma non posso abusarne: potrebbe andarci di mezzo il fegato. Cerco di giocare con entusiasmo ma non è facile quando il dolore ha il sopravvento. Oramai sono condizionato da sei mesi a questa parte: il mio rendimento ne ha risentito in modo notevole. Appena sembro in ripresa, ecco la ricaduta. Anche a Pisa con la Nazionale ho dovuto badare soltanto alla difesa: il terreno era duro come marmo. Verrà anche la primavera e poi l'estate: approfitterò delle vacanze per rimettermi in sesto». In bocca al lupo, il mondiale è alle porte, guai se dovessero mancare due simili colonne alla Nazionale di Azeglio Vicini. Giorgio Gandolfi Beppe Bergomi e Paolo Maldini, pilastri difensivi delle milanesi e della Nazionale
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