Toro con l'uomo in più Borsano
Toro con Kuomo in più, Borsano Il presidente ieri ha conosciuto Sala e la squadra, oggi debutta a Bergamo Toro con Kuomo in più, Borsano «Sappiate che mi piace combattere, non avrei preso una squadra al primo posto» - A Graverò: «Tu resti» - E il libero: «Certo, fino al '92» DAL NOSTRO INVIATO BERGAMO — n braccio di ferro di giovedì per comprare il Torino, lo choc dell'affollatissima conferenza stampa di venerdì (il discorso dell'investitura), la forte emozione (evidente, e anche ammessa) per il primo incontro con giocatori e allenatore ieri ad Asti, oggi l'esordio da presidente nel caldissimo (per tradizione) campo di Bergamo: l'impatto col calcio di Gian Mauro Borsano è violento. Anche perché l'ambiente granata non si aspetta da lui solo parole, mano ferma e miliardi ma anche una «carica» per i giocatori. Ha detto Claudio Sala prima della partenza, nella quiete delle colline astigiane: -// nuovo presidente sarà anche uno stimolo importante. La svolta della società deve essere una svolta per la squadra. L'ingegner Borsano ha espresso la sua piena fiducia nei giocatori e in me. Personalmente gliene sono grato, ma al momento non mi interessa il futuro. Io vivo per il presente, giorno dopo giorno. Non penso al domani. Voglio aiutare il Toro a restare in A. Il resto verrà dopo-. Gian Mauro Borsano è arrivato all'hotel Hasta ieri a mezzogiorno. Con lui Massimo Gerbi, il cui ruolo di vicepresidente sarà presto ufficializzato. Lo attendevano Federico Bonetto, Salvadori, Jacomuzzi, l'addetto stampa Baruffaldi, l'allenatore e i giocatori. Questi sorvegliati da Giacomo Franco: che tutti indossassero la divisa sociale grigio ferro. Il presidente era più commosso che teso. 'Questa per me è una emozione enorme — ha detto scendendo dall'auto — perché la responsabilità è grande: i giocatori debbono vedere in me una guida sicura, non posso deluderli'. Subito un lungo colloquio con Sala (con Bonetto e lo staff societario aveva già parlato venerdì sera, nella visita alla sede), poi l'incontro con i giocatori. Mezz'ora a faccia a faccia. La conferma della sua totale fiducia in tutti: «Rtcordate che il vostro impegno col Torino non finisce a giugno, dobbiamo crescere insieme. Gli sforzi comuni saranno la chiave per riuscire, per far bene'. Su Cravero, in particolare: 'Non è in vendita, lo ripeto. Sarebbe una mossa stupida'. E il capitano, più tardi: 'Il presidente non ha intenzione di cedermi, mi fa piacere. Sono felice di restare almeno sino alla fine del contratto, nel '92». Prima di pranzare con la squadra, Gian Mauro Borsano ha fatto il punto. La sua ancora scarsa conoscenza del mondo del calcio l'ha portato a dire, stupito, ai giornalisti: "Di nuovo qui, ci siamo già visti ieri...». Imparerà in che bolgia è finito. Intanto, le considerazioni della sua seconda giornata da presidente: «Già lo pensavo, ma ho visto un gruppo-giocatori molto unito, molto cosciente del momento delicato e dei problemi. Ho detto loro che servono impegno e calma. Che io sono con loro, perché mi piace combattere. Non mi avrebbe interessato una .squadra prima in classifica. La retrocessione sarebbe un dramma, lo so bene. Ma con¬ tinueremo a lottare, ancora di più. Non mi scoraggio facilmente, ed ho fiducia. Non chiedo miracoli, ma sono certo che l'attuale emergenza finirà presto». I problemi dell'oggi non impediscono al presidente di pensare al domani. Ha approfondito ieri alcuni temi accennati venerdì: 'Solleciterò presto un incontro con i tifosi, voglio conoscerli da vicino. Sentire le loro idee. Sono un po' spaventato dall'interesse per il calcio, un conto è sentirne parlare, un conto è viverci dentro. Voglio capire, sentire. Voglio esser certo di sbagliare da solo, semmai. Nel Torino ci vuole chiarezza. Credo nelle risposte di chi è granata da sempre. Sala, Cravero e altri. Molti giocatori sono giovani, i problemi soprattutto psicologici. Che vedano in me un padre, più che un padrone». E qualche idea sul futuro della società: «7Vot)erc7no sistemi di abbonamento più incisivi, andremo incontro ai giovani. Li porteremo allo stadio coinvolgendoli, studiando concorsi e premi. Le istituzioni pubbliche debbono aver più a cuore il Torino. I rapporti con la Juventus? Sono del Toro e solo gli interessi del Toro contano. Trattative con il club bianconero? Si può fare tutto nel calcio, ma solo se a vantaggio della mia squadra». E adesso a Bergamo. Claudio Sala, fiducioso nei valori psicologici dell'incontro col nuovo presidente, non ha certo scordato i problemi contingenti. «Per decidere la formazione debbo verificare le condizioni di Sabato e Rossi. Due punte in trasferta mi sembra il giusto, ma voglio che il centrocampo salga di tono. Dobbiamo fare punti in trasferta. L'Atalanta recupera molti titolari? Buon per loro, ma dobbiamo pensare a noi, a non distrarci, a essere squadra». Bruno Perucca Asti. Il neo-presidente Borsano con il capitano Cravero e l'allenatore Claudio Sala
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